Cosa aspettarsi

Taglio dei tassi Bce, la sfida è valutare l’impatto dei dazi Usa

Neuberger Berman, in un commento di Patrick Barbe, prevede una revisione al ribasso delle stime di inflazione ma sottolinea che deve mantenere un approccio dipendente dai dati

di Stefano Caratelli 6 Giugno 2025 14:39

financialounge -  BCE mercati Neuberger Berman obbligazioni
La continua incertezza sulle conseguenze della guerra commerciale degli USA per l'Eurozona sta portando a un ampio consenso di mercato a favore di un ulteriore taglio dei tassi di 25 punti della BCE al meeting di giovedì, e il calo dell'inflazione a maggio può rafforzare la decisione. Patrick Barbe, Head of European Investment Grade Fixed Income di Neuberger Berman, in un commento che analizza i principali temi all’ordine del giorno della Banca Centrale guidata da Christine Lagarde con un focus su dazi, inflazione e policy di alcuni Paesi europei, si aspetta ancora commenti “da colomba” da parte della BCE, che dovrebbe mantenere il suo approccio dipendente dai dati.

TASSI BCE, INFLAZIONE IN CALO


L’esperto di Neuberger Berman prevede in particolare una revisione al ribasso delle previsioni di inflazione, notando che più di un anno fa i livelli per energia e beni si sono normalizzati, al di sotto dell'obiettivo del 2%, mentre solo l'inflazione dei servizi era problematica, in quanto rappresenta quella interna, e si è mantenuta stabile al 4% dal terzo trimestre del 2023. Ma, prosegue Barbe, quest'anno è cambiata, scendendo dello 0,2% al mese su base annua e raggiungendo il 3,2% a maggio, mentre gli indicatori principali indicano una riduzione nei prossimi trimestri per il calo dei prezzi dell'energia, il dirottamento delle esportazioni asiatiche verso l'Eurozona e il rafforzamento dell'euro.

FRANCIA E ITALIA IMPEGNATE A CONTENERE IL DEFICIT


Inoltre, gli ultimi dati sugli aumenti salariali per il primo trimestre sono scesi al 2,4% annuo, dal 4,1% del quarto trimestre 2024, un dato è inferiore alla soglia del 3% individuata dagli economisti per un'inflazione stabilmente sotto l'obiettivo della BCE. Barbe sottolinea che l'attenzione si è spostata sui timori che il governo USA stia perdendo il controllo sulla spesa pubblica e sul calo della domanda di obbligazioni a lungo termine a causa delle modifiche al regime dei fondi pensione. Ma è improbabile che ciò si verifichi quest'anno nell'Eurozona, poiché Francia e Italia sono intenzionate a ridurre il deficit, mentre la nuova politica tedesca dovrebbe concretizzarsi principalmente a partire dal prossimo anno.

LA GUERRA DEI DAZI RESTA UNA PREOCCUPAZIONE PER L’OBBLIGAZIONARIO


E’ probabile invece che la guerra dei dazi rimanga una preoccupazione per l’obbligazionario europeo: la pausa di 90 giorni non elimina l'incertezza, pesando su investimenti e consumi, e portando a una crescita persistentemente lenta. Neuberger Berman riteniamo che il rendimento “giusto” del Bund decennale sia tra il 2%-2,5% per il 2025, ma l'influenza dei mercati globali dovrebbe causare volatilità e un temporaneo mantenimento sopra il 2,5%. Inoltre, i rischi al ribasso per la crescita stiano aumentando in modo significativo, il che non accade in USA, mentre l’inflazione mostra una tendenza al ribasso, che dovrebbe indurre il mercato a considerare le obbligazioni in euro come un porto sicuro rispetto agli altri mercati obbligazionari.

BCE, LA SFIDA OLTRE I TASSI


Barbe ritiene che la sfida per la BCE sia analizzare con successo la politica dirompente degli USA per l'Europa, in termini di impatto sulle esportazioni, sugli investimenti e sul rischio di ritorsioni. Il miglior indicatore sintetico resta il cambio euro/dollaro, ma non è sufficiente per gestire la guidance, perché le incertezze rimangono molto alte, ed è difficile negoziare un accordo con gli USA in pochi mesi. In conclusione, l’esperto di Neuberger Berman ritiene che la BCE debba evitare un approccio di guidance e attenersi alla sua nuova analisi, sempre legata alla dipendenza dai dati.

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