Rivoluzione tecnologica

Sono 11 milioni gli italiani che usano l'intelligenza artificiale di ChatGPT

Secondo i dati pubblicati da Comscore MyMetrix di aprile 2025, se si considerano anche gli altri servizi di IA si arriva a 13 milioni di utenti nel nostro Paese

di Stefano Silvestri 5 Giugno 2025 11:45

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Che l’intelligenza artificiale generativa stia cambiando le abitudini digitali del mondo, e non solo, è ormai fuori discussione. Che però lo stia facendo così velocemente e così profondamente anche in Italia, un Paese demograficamente anziano e di conseguenza tecnologicamente più 'cauto', affezionato alla ritualità del “si è sempre fatto così”, è forse la notizia più sorprendente.  A guidare questa rivoluzione c’è la piattaforma simbolo dell’era dell’intelligenza artificiale: ChatGPT. Con 11 milioni di utenti italiani, il suo pubblico è cresciuto del 65% rispetto a gennaio, e il tempo medio speso sull’app è più che raddoppiato, con un’impennata del 118%. Numeri che, letti così, sembrano arrivare dalla Silicon Valley iperconnessa, e che invece raccontano un’Italia che sta cambiando in fretta.

L'ANALISI SULL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE DI CHATGPT


Secondo i dati Comscore MyMetrix, infatti, nel solo mese di aprile 2025 ben 13 milioni di italiani hanno utilizzato almeno un’applicazione basata sull'IA generativa. Si tratta del 28% della popolazione online, un dato che segna un balzo del 31% in soli quattro mesi e che fotografa una trasformazione non solo tecnologica, ma anche culturale.

ANATOMIA DELL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE GENERATIVA


L’Italia tratteggiata da Comscore MyMetrix è dunque una nazione più curiosa e meno diffidente del previsto, dove le donne, alle volte sottorappresentate nei primi cicli d'adozione delle nuove tecnologie, rappresentano invece già il 51,9% dell’utenza complessiva di ChatGPT. Dove gli over 45 costituiscono il 16,7% del pubblico. E dove i giovani, com’era prevedibile, sono in prima linea: nella fascia 15-24 anni, la penetrazione dell'IA raggiunge il 44,5%, mentre tra i 25-34enni si attesta al 34,3%. Siamo allora di fronte a un fenomeno trasversale, che non conosce confini anagrafici o di genere.

IL LATO SOCIALE DELL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE


E poi ci sono i social, veri amplificatori della nuova grammatica digitale. Nei primi tre mesi del 2025, le visualizzazioni di video con parole chiave come “ChatGPT” e “OpenAI” sono aumentate del 699% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. È un’esplosione virale alimentata da TikTok e YouTube, che non si limita allo spettacolo, traducendosi spesso in utilizzo reale. Le interazioni sui post dedicati all’IA, tra like, commenti e condivisioni, sono poi triplicate, segnando un +233% su base annua. È come se si fosse rotto un argine culturale, e l’intelligenza artificiale si fosse insinuata nel nostro quotidiano con la naturalezza di una nuova app di messaggistica.

IL GUSTO DELLA CONVERSAZIONE


In questo scenario, vedere l’Italia tra i Paesi in rapida adozione è un segnale forte. La nostra nazione, storicamente più lenta nell’abbracciare le innovazioni di rottura, quella del "succede oggi negli Usa, tra qualche anno arriverà anche da noi", si sta muovendo a passo spedito verso un futuro in cui interagire con un chatbot è diventato normale. Ma quando poco sopra abbiamo accostato le IA alle app di messaggistica, non l'abbiamo fatto a caso, perché nel successo di ChatGPT & Co. in Italia, c'è anche un elemento culturale che a nostro avviso non va sottovalutato.

CHATBOT CONVERSAZIONALI


Siamo infatti un Paese che ama la parola scritta, la conversazione. E le interfacce dei chatbot sono sempre più conversazionali, soprattutto se si attiva il microfono e con l'IA s'inizia a interagire con la voce, a dialogarci.

I RISCHI DELLE APP


L’illusione di parlare con qualcuno, il senso di controllo che ci deriva da un'interazione basata sul linguaggio naturale, disinnesca quella barriera tecnologica che invece riscontriamo altrove, come quando ad esempio usiamo l'app della nostra banca. Ed è qui che sta la chiave del successo dell'IA. Nel mondo, certo, e inaspettatamente anche in Italia. Con anche tutti i relativi rischi che non possono e non devono mai essere sottovalutati.

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