Weekly Bulletin

Trump-Musk, l’esperimento continua ma con un’iniezione di realismo

Chiamare a Washington l’imprenditore visionario sembra il tentativo, forse solo agli inizi, di coinvolgere nella transizione i protagonisti dell’eccezionalismo USA, dai Big Tech alla finanza

di Stefano Caratelli 3 Giugno 2025 08:11

financialounge -  dazi Donald Trump Elon Musk USA Weekly Bulletin
La principale novità del secondo mandato di Trump non sono stati i dazi e i tagli alle tasse, che erano il piatto forte anche del primo, ma il tentativo di cooptare direttamente nell’amministrazione Elon Musk. Genio e sregolatezza per efficientare la costosissima macchina del governo federale, affidando il DOGE all’imprenditore più valutato del mondo, è stato forse un gettare il cuore oltre l’ostacolo, ma anche una mossa coerente con i tempi di transizione che stanno attraversando gli USA e il resto del pianeta. Per ora tra Trump e Musk non è un divorzio ma solo una separazione mirata a mettere meglio a punto una collaborazione senza precedenti.

I DUE PILASTRI DELL’ECCEZIONALISMO AMERICANO


L’eccezionalismo americano degli ultimi 15 anni si basa su due pilastri: un vantaggio stellare nell’innovazione e nella tecnologia, simbolizzato dai Magnifici 7, e un mercato dei capitali che fa girare gli investimenti in USA e nel resto del mondo, a dispetto di quanti ne proclamano il declino. Chiamare Musk a Washington è stato il tentativo di mettere il primo al servizio della rimessa in carreggiata dei conti federali, appesantiti da una traiettoria pericolosa del debito che si cifra in un premio troppo elevato che il Tesoro paga per finanziarlo.

UN SISTEMA FINANZIARIO RISORTO PIÙ FORTE CHE MAI


Aggredire la spesa pubblica con la motosega di Musk avrebbe probabilmente un costo politico e sociale troppo alto, servono tempo e interventi strutturali. Ma intanto il costo del debito, con i Treasury in area 5%, è un problema urgente. Lo sta affrontando il segretario al Tesoro Bessent d’accordo con la Fed utilizzando il secondo pilastro, dell’eccezionalismo USA, un sistema finanziario risorto più forte e solido che mai dalla crisi finanziaria del 2008 grazie alla regia e ai dollari proprio di Fed e Tesoro, allora guidati da Ben Bernanke e Tim Geithner.

STRATEGIA IN DUE TEMPI CHE CONTINUA A UTILIZZARE MUSK


Ora i rispettivi successori, Bessent e Powell, si preparano ad allentare la Supplementary Leverage Ratio introdotta oltre 10 anni fa, per consentire a grandi banche e istituzioni di comprare titoli di Stato praticamente senza limiti. Una strategia in due tempi che può funzionare, lasciando nelle mani di Musk le leve strutturali per abbattere la spesa nel lungo termine, senza mettere a rischio i tagli alle tasse da finanziare, e affidando a un mercato ”pilotato” da Bessent e Powell il compito di ridurre a breve termine il costo del debito.

L’IMPATTO DEI DAZI VIENE SOPRAVVALUTATO


La maggioranza di media e commentatori preferisce restare concentrata sui fattori negativi, ignorando la tenuta del mercato e la resilienza dell’economia cifrata nei dati, convinta che alla fine prevarranno gli effetti della transizione caotica inaugurata da Trump, a partire dall’impatto “devastante” dei dazi. Dimenticando che, quale che sia il livello finale a cui si assesteranno, presumibilmente entro l’estate, si tratta comunque di un impatto una tantum, soprattutto sull’inflazione. Ma intanto il "Tax Bill" di Trump va avanti, prima o poi le entrate da dazi daranno un contributo, così come i tagli alla spesa del DOGE.

UN IMPEGNO CHE HA DATO RISULTATI E CONTINUA


Un esempio positivo citato su Seeking Alpha è che da inizio anno gli impegni di spesa federale non legati alla difesa sono in calo di oltre il 20% rispetto al 2024, e i rispettivi flussi di cassa seguiranno, andando a incidere direttamente sul deficit. È uno dei risultati del lavoro di Musk, che comunque continua a collaborare con Trump anche dopo la scadenza del suo mandato alla guida del DOGE a fine maggio.

Bottom line. L’idea di coinvolgere direttamente nel governo della transizione i protagonisti di mercato dell’eccezionalismo USA, Big Tech e finanza, è ancora in una fase di concepimento, ma apre una prospettiva storicamente inedita agli investitori di lungo termine che potrebbe essere ricca di opportunità, e come sempre di rischi. Un approccio visionario alla Musk, dalla transizione energica fino allo spazio, potrebbe essere il “ricostituente” che serve al Sogno Americano per restituirgli un appeal globale.

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