Il futuro del Paese
Meloni all'assemblea di Confindustria: “Italia credibile in un quadro economico difficile”
“Spread più che dimezzato” dice la premier che chiede alla Ue di eliminare i dazi interni. Il presidente degli industriali, Orsini: “Otto miliardi l'anno in 3 anni per sostenere gli investimenti”
di Davide Lentini 27 Maggio 2025 14:08

"L’Italia si presenta credibile davanti a un quadro economico e finanziario di estrema difficoltà": Giorgia Meloni interviene così a Bologna ai lavori dell’Assemblea annuale di Confindustria, aperti dal presidente Emanuele Orsini, e rivendica il ruolo del nostro Paese nel contesto macroeconomico. Un ruolo, sottolinea la premier, testimoniato dallo spread più che dimezzato, dal buon andamento della Borsa, dal nuovo appeal dei titoli pubblici italiani, oltre che dall’attrattività ritrovata degli investimenti. Ma anche dai segnali delle agenzie di rating: “Da ultimo Moody’s - spiega - che ha rivisto il giudizio sull’Italia come non accadeva da 25 anni”.
Meloni lancia anche un appello all'Unione europea, rappresentata a Bologna dalla presidente del Parlamento, Roberta Metsola. "La Ue - dice - abbia il coraggio di rimuovere quei dazi interni che si è autoimposta in questi anni". Per poi aggiungere anche un ringraziamento: "La mia amica Roberta Metsola ha detto che il Parlamento europeo è dalla nostra parte. Sarò onesta: questo dipende dalle maggioranze che si formano di volta in volta, ma sicuramente tu sei stata dalla nostra parte e sei dalla nostra parte".
Ma se da una parte, quindi, Meloni rivendica la stabilità conquistata e il rinnovato interesse dei mercati verso il Paese, dall’altra Confindustria chiede risposte concrete, a partire dal nodo energia. Un punto cruciale sottolineato dal presidente degli industriali Orsini, che ha lanciato un chiaro segnale al governo: “Dopo tutti gli incentivi per le rinnovabili, non possiamo più accettare di pagare l’energia al prezzo vincolato a quello del gas. Bisogna entrare subito nella logica del disaccoppiamento”.
I numeri parlano chiaro: secondo Orsini, le imprese italiane sopportano un sovraccosto energetico “che supera il 35% del prezzo medio europeo e che arriva a punte dell’80% rispetto ai maggiori Paesi UE”. Il 42% del fabbisogno elettrico nazionale è assorbito dalle imprese, per un totale di circa 125 TWh: troppo per ignorare il tema. Un problema raccolto da Meloni che nel suo intervento non ignora la questione. "Ci sono problemi strutturali e il nodo più urgente è proprio il costo dell’energia. Le speculazioni sono inaccettabili” dice, aprendo di fatto a soluzioni strutturali come il disaccoppiamento tra rinnovabili e gas.
Parlando in apertura dell'Assemblea di Confindustria, il presidente Orsini aveva lanciato anche la richiesta di un piano da 8 miliardi l’anno per sostenere l’industria. Un piano triennale "anche se - ha spiegato - sarebbe meglio se durasse cinque anni”. Per Orsini dovrebbe essere finanziato in parte con risorse del Pnrr oggi a rischio inutilizzo, e in parte con i fondi di coesione europei. Tra le proposte avanzate ci sono il potenziamento dell’Ires premiale, il ripristino dell’Ace (aiuto alla crescita economica), il rilancio di Industria 4.0 e un piano casa per i giovani lavoratori. Tutte misure che indicano un clima più collaborativo tra governo e mondo produttivo, dopo una fase di tensioni, soprattutto sul tema energia. L’obiettivo del piano è ambizioso: una crescita media annua del Pil del 2%.
Il presidente di Confindustria ha rivolto un appello anche alle istituzioni europee. Ha definito “sbagliato e da rivedere” lo stop al motore endotermico dal 2035, criticato le nuove regole Ue su packaging e riciclo, e chiesto che la deroga al Patto di Stabilità non si limiti alle sole spese per la difesa. Orsini ha lanciato anche una frecciatina anche alla Bce: "Deve avere più coraggio, sia sui tassi di interesse sia sui requisiti patrimoniali bancari, oggi molto più rigidi di quelli in vigore negli Usa e in Cina”.
"La nostra economia è in ogni caso solida e resiliente - ha concluso Meloni - Lo abbiamo dimostrato e questo non dipende dalla politica, lo avete dimostrato voi. Lo avete dimostrato nei momenti di grande difficoltà. Quello che però la politica aggiunge oggi è la stabilità, la stabilità del sistema e la continuità di una visione". "Questa nazione ha bisogno ancora di fare tanto - ammette alla fine del suo intervento la premier Meloni davanti all'Assemblea di Confindustria - Però è una nazione che ha tutte le carte in regola per invertire la rotta. La prima cosa che noi dobbiamo fare è crederci, quindi pensate in grande perchè io farò lo stesso".
"L'EUROPA ELIMINI I DAZI INTERNI"
Meloni lancia anche un appello all'Unione europea, rappresentata a Bologna dalla presidente del Parlamento, Roberta Metsola. "La Ue - dice - abbia il coraggio di rimuovere quei dazi interni che si è autoimposta in questi anni". Per poi aggiungere anche un ringraziamento: "La mia amica Roberta Metsola ha detto che il Parlamento europeo è dalla nostra parte. Sarò onesta: questo dipende dalle maggioranze che si formano di volta in volta, ma sicuramente tu sei stata dalla nostra parte e sei dalla nostra parte".
CONFINDUSTRIA CHIEDE RISPOSTE SUL NODO ENERGIA
Ma se da una parte, quindi, Meloni rivendica la stabilità conquistata e il rinnovato interesse dei mercati verso il Paese, dall’altra Confindustria chiede risposte concrete, a partire dal nodo energia. Un punto cruciale sottolineato dal presidente degli industriali Orsini, che ha lanciato un chiaro segnale al governo: “Dopo tutti gli incentivi per le rinnovabili, non possiamo più accettare di pagare l’energia al prezzo vincolato a quello del gas. Bisogna entrare subito nella logica del disaccoppiamento”.
MELONI: "COSTO DELL'ENERGIA CRUCIALE"
I numeri parlano chiaro: secondo Orsini, le imprese italiane sopportano un sovraccosto energetico “che supera il 35% del prezzo medio europeo e che arriva a punte dell’80% rispetto ai maggiori Paesi UE”. Il 42% del fabbisogno elettrico nazionale è assorbito dalle imprese, per un totale di circa 125 TWh: troppo per ignorare il tema. Un problema raccolto da Meloni che nel suo intervento non ignora la questione. "Ci sono problemi strutturali e il nodo più urgente è proprio il costo dell’energia. Le speculazioni sono inaccettabili” dice, aprendo di fatto a soluzioni strutturali come il disaccoppiamento tra rinnovabili e gas.
CONFINDUSTRIA CHIEDE UN PIANO DA 8 MILIARDI
Parlando in apertura dell'Assemblea di Confindustria, il presidente Orsini aveva lanciato anche la richiesta di un piano da 8 miliardi l’anno per sostenere l’industria. Un piano triennale "anche se - ha spiegato - sarebbe meglio se durasse cinque anni”. Per Orsini dovrebbe essere finanziato in parte con risorse del Pnrr oggi a rischio inutilizzo, e in parte con i fondi di coesione europei. Tra le proposte avanzate ci sono il potenziamento dell’Ires premiale, il ripristino dell’Ace (aiuto alla crescita economica), il rilancio di Industria 4.0 e un piano casa per i giovani lavoratori. Tutte misure che indicano un clima più collaborativo tra governo e mondo produttivo, dopo una fase di tensioni, soprattutto sul tema energia. L’obiettivo del piano è ambizioso: una crescita media annua del Pil del 2%.
ORSINI CONTRO LA BCE: "SERVE PIÙ CORAGGIO"
Il presidente di Confindustria ha rivolto un appello anche alle istituzioni europee. Ha definito “sbagliato e da rivedere” lo stop al motore endotermico dal 2035, criticato le nuove regole Ue su packaging e riciclo, e chiesto che la deroga al Patto di Stabilità non si limiti alle sole spese per la difesa. Orsini ha lanciato anche una frecciatina anche alla Bce: "Deve avere più coraggio, sia sui tassi di interesse sia sui requisiti patrimoniali bancari, oggi molto più rigidi di quelli in vigore negli Usa e in Cina”.
"SIAMO PRONTI A INVERTIRE LA ROTTA, DOBBIAMO CREDERCI"
"La nostra economia è in ogni caso solida e resiliente - ha concluso Meloni - Lo abbiamo dimostrato e questo non dipende dalla politica, lo avete dimostrato voi. Lo avete dimostrato nei momenti di grande difficoltà. Quello che però la politica aggiunge oggi è la stabilità, la stabilità del sistema e la continuità di una visione". "Questa nazione ha bisogno ancora di fare tanto - ammette alla fine del suo intervento la premier Meloni davanti all'Assemblea di Confindustria - Però è una nazione che ha tutte le carte in regola per invertire la rotta. La prima cosa che noi dobbiamo fare è crederci, quindi pensate in grande perchè io farò lo stesso".
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