Valute

Da un dollaro più debole conseguenze ma anche opportunità: ecco quali

Una Macro View di Natixis Investment Managers analizza l’impatto sui beni rifugio, sulle valute dei Paesi Emergenti e sui portafogli nell’era di Trump

di Stefano Caratelli 23 Maggio 2025 07:55

financialounge -  dollaro mercati Natixis Investment Managers Ostrum Asset Management
L’avvio del secondo mandato presidenziale di Donald Trump ha coinciso con un inaspettato indebolimento del dollaro. Una Macro View di Natixis Investment Managers dal titolo “Esplorare le Dinamiche di un Dollaro Più Debole: Conseguenze e Opportunità” affronta il tema nei suoi diversi aspetti con le analisi a cura di tre esperte di Ostrum AM: Zouhoure Bousbih, Emerging Markets Strategist, Clothilde Malaussène, Emerging Debt and FX Portfolio Manager, e  Stéphanie Bigou, Multi-Asset Portfolio Manager.

LE CONSEGUENZE DELL’INCERTEZZA LEGATA AL RITORNO DI TRUMP


Zouhoure Bousbih osserva che con l'incertezza significativa derivante dalla nuova amministrazione Trump il dollaro non è riuscito a mantenere il suo status di bene rifugio, al contrario dell'oro, riflettendo un crescente pessimismo sulle prospettive per l'economia USA, e prevediamo che continuerà a indebolirsi. La Fed dovrebbe allentare la politica in corso d'anno riducendo il differenziale dei tassi col resto del mondo, esercitando ulteriore pressione al ribasso. In questo contesto la diversificazione è fondamentale, e i mercati azionari internazionali, in particolare emergenti, dovrebbero beneficiarne, come anche lo yen e lo yuan. Secondo l’esperta di Ostrum AM anche il debito esterno dei Mercati Emergenti dovrebbe beneficiare del calo dei tassi USA, ma solo se le condizioni finanziarie non si inaspriranno, mentre l'oro dovrebbe continuare l’ascesa.

IL DIFFERENZIALE DEI TASSI CONTA MENO, EURO SUPPORTATO DALLA GERMANIA


Clothilde Malaussène rileva che il differenziale dei tassi favorisce ancora il dollaro ma sta diminuendo man mano che l'eccezionalismo americano viene messo in discussione. Tra le valute che ne stanno beneficiando c’è prima di tutto l'euro, anche per l'annuncio del massiccio piano fiscale in Germania e delle sue implicazioni per la crescita nell'Eurozona, mentre lo yen trae vantaggio dalla normalizzazione della politica monetaria giapponese. Infine, lo yuan è supportato dall'obiettivo di crescita della Cina al 5% per il 2025. Anche altre valute hanno potenziale di apprezzamento, come il real brasiliano, il rand sudafricano, e anche il peso messicano, mentre il dollaro è tornato a essere un "asset rischioso".

UNA CORREZIONE TEMPORANEA DA ECCESSI PASSATI


Per Stéphanie Bigou sembra rischioso aumentare l'esposizione al dollaro, che contrariamente alle attese non si è apprezzato con Trump perché gli investitori non credono in un cambiamento del regime macroeconomico negli USA, anche se la fase attuale è più una correzione temporanea di eccessi passati che un cambiamento strutturale meno favorevole. Gli USA rimangono in un regime di crescita positiva e disinflazione, storicamente associato a un appetito per il rischio, ma si va verso una rotazione geografica e settoriale verso mercati e settori che mostrano un divario di valutazione rispetto al settore tecnologico americano. Le alte posizioni speculative sul dollaro e sul Nasdaq suggeriscono che il deleveraging potrebbe non essere ancora concluso e potrebbe giustificare un ulteriore deprezzamento del dollaro a breve termine.

TRAIETTORIA A LUNGO TERMINE LEGATA ALLE GUERRE COMMERCIALI


A lungo termine, sottolinea in conclusione l’esperta di Ostrum AM, la traiettoria del dollaro dipenderà dall'entità e dalla durata della guerra commerciale: se l'ideologia prevale sulla razionalità, il commercio mondiale ne risentirà, portando a un marcato rallentamento dell'attività non solo in USA e al ritorno dello status di bene rifugio del biglietto verde mentre  le valute europee, come euro e sterlina, e quelle cicliche, come Canada e Australia, sarebbero più a rischio, ma yen e franco svizzero potrebbero agire da ammortizzatore.

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