Sunday View
America’s Cup a Napoli: l’indotto viaggia a vele spiegate
Uno degli eventi più seguiti e più remunerativi al mondo sarà ospitato nel 2027 dalla città partenopea: quali sono i benefici nelle casse del territorio napoletano e di tutto il Paese?
di Lorenzo Cleopazzo 18 Maggio 2025 09:30

Ci sono o non ci sono? Molti sono certi che no, non ci sono, ma altri giurano che sì, le hanno viste.
Meglio chiederlo o no? Maddai, è una domanda banale! Vale davvero la pena di farla? Cerchiamo su internet, ma anche qui i pareri sono discordanti: per qualcuno ci sono, per altri no; per qualcuno sono necessarie, per altri non c’entrano nulla. Che fare, quindi? La domanda ci attanaglia, fin quando non arriva il momento tanto atteso. Lo vediamo arrivare, si avvicina a noi con passo deciso, solido come quei pensieri che non possiamo non affrontare. Noi abbiamo una domanda da porre, ma sappiamo che il primo a chiederci qualcosa sarà lui.
«Come prendete la pizza?». Noi rispondiamo al fuoco: «Ci sono le acciughe sulla marinara?».
Sicuramente ci sarà qualcuno che a questa domanda risponderebbe che le acciughe sono immancabili su una marinara che si rispetti, mentre altri direbbero che una pizza con sopra le acciughe si chiamerebbe ‘Napoli’ o ‘Napoletana’, piuttosto che ‘Marinara’.
Forse ci sarà un po’ di confusione sui termini pizzaioli, ma la dicotomia tra Napoli e il mare è sempre stata una certezza. Del resto anche quella tra Napoli e la pizza, ma questa è un’altra storia. La città Partenopea si veste ancora una volta a festa perché proprio dal mare arriveranno nuovamente le sue fortune, ospitando uno degli eventi più seguiti del pianeta.
Siete pronti per salpare con noi? Allora leviamo le ancore e facciamo rotta per questo nuovo Sunday View!
Lo abbiamo scritto qui su Financialounge.com qualche giorno fa: l’America’s Cup 2027 si svolgerà a Napoli. L’importantissima competizione di vela, nonché uno dei più importanti eventi a livello globale, farà capolino tra le onde del golfo partenopeo, arrivando per la prima volta in Italia, con le acque tra Castel dell’Ovo e Posillipo che bagneranno le chiglie delle squadre partecipanti.
L’annuncio è stato di grande rilevanza, come ha sottolineato anche il Governo Italiano, con Giorgia Meloni che si è detta orgogliosa. L’arrivo nel nostro Paese di un evento così seguito e importante non può che far bene, rilanciando in special modo quello che la premier ha definito come il “rinnovato protagonismo del Sud”. Certo di ragioni per essere felici ce ne sono, e non solo perché tante vele colorate sfileranno davanti al Lungomare Caracciolo. Secondo l’analisi del Centro Studi Unimpresa, l’arrivo dell'America's Cup a Napoli potrebbe generare un impatto economico mica da ridere, con circa 1.7 milioni di visitatori durante i due mesi dell'evento che porterebbero in dote quasi 370 milioni di euro. A questi, poi, bisogna sommare i 70 milioni legati all'organizzazione e quasi 22 milioni per tutta la logistica delle squadre partecipanti. In più bisogna calcolare anche l’indotto legato agli investimenti pubblici, che si stima essere sui 165 milioni. A tutto questo ci aggiungiamo un po’ di companatico, e arriviamo in scioltezza a una stima complessiva di quasi 700 milioni di benefici economici immediati.
Ora prendiamo tutti questi numeri e spalmiamoli sugli anni a venire: secondo voi cosa potrebbe venir fuori? Sicuramente qualcosa di buono. E questo “qualcosa”, nel dettaglio, prenderebbe la forma di 2 miliardi di euro di ritorni economici. Non male per una città che da sempre ha un legame speciale con il mare, anche se non sempre le è stato riconosciuto appieno.
Se ci chiedessero di elencare le Repubbliche Marinare, quali ci verrebbero in mente? Di certo Genova e Venezia, giusto? Chiaro, ne sono state l’esempio più fulgido. Poi? Poi forse qualcuno si ricorderebbe di aggiungere Pisa, giustamente. Ma poi? Poi dovrebbe esserci Napoli, no? Eh no, Napoli non è mai stata una repubblica marinara. Al suo posto, Amalfi. Lo avreste detto? Forse si tratta di un falso ricordo o di una sorta di ‘effetto Mandela’, eppure Napoli – per quanto molto ‘marinara’ – non fu mai neanche una repubblica! Il governo della città e i suoi commerci furono sempre in mano a soggetti stranieri. Per di più, pur avendo un porto molto attivo, non sviluppò mai una potenza navale e commerciale propria, come invece fecero le Repubbliche Marinare, che gestivano anche colonie e magazzini e parteciparono attivamente al finanziamento di alcune Crociate. Parliamo di superpotenze del Mediterraneo, capaci di farsi rispettare sul continente europeo e non solo. Ma fu proprio mentre le repubbliche Marinare cominciavano il loro declino, nel XV secolo, che Napoli si prese sempre più la scena: con la dinastia Aragonese la città diventa una delle più grandi e popolose d’Europa, conoscendo un’importante rinascita culturale che la portò a consacrarsi come il gioiello che è ora.
Un tempo Napoli messa in ombra dalle repubbliche marinare, poi si è presa la sua rivincita. Oggi Napoli e l’Italia tutta brillano di una nuova luce, vincendo la “gara” con le altre città in lizza per ospitare l’America’s Cup. In un evento in cui a dettare legge è sempre stato il mondo anglosassone, anche l’Italia si affaccia con decisione, pronta a rimanerci in modo saldo. A guardare l’Albo d’Oro della competizione, gli Stati Uniti figurano come il Paese più rappresentato, seguiti dalla Nuova Zelanda e con qualche incursione di Svizzera e Australia. Ma oggi il vento potrebbe cambiare.
Ora che l’America’s Cup arriva sotto il Vesuvio, Napoli si trasforma nel cuore pulsante di un vivo tornado economico, fatto di barche futuristiche cariche di investimenti che fanno sorridere la città e il territorio. Poco importa ormai se Napoli non è annoverata tra le grandi Repubbliche Marinare: si era già guadagnata le luci della ribalta cinque secoli fa, ma oggi mette in scena uno spettacolo in cui è assoluta protagonista.
Potremmo star qui a sottolineare il gioco di parole tra la pizza marinara che non è la pizza napoli, e la città di Napoli che non è stata una repubblica marinara... Però ci limitiamo a sottolineare che no, non ci sono le acciughe sulla Marinara.
Meglio chiederlo o no? Maddai, è una domanda banale! Vale davvero la pena di farla? Cerchiamo su internet, ma anche qui i pareri sono discordanti: per qualcuno ci sono, per altri no; per qualcuno sono necessarie, per altri non c’entrano nulla. Che fare, quindi? La domanda ci attanaglia, fin quando non arriva il momento tanto atteso. Lo vediamo arrivare, si avvicina a noi con passo deciso, solido come quei pensieri che non possiamo non affrontare. Noi abbiamo una domanda da porre, ma sappiamo che il primo a chiederci qualcosa sarà lui.
«Come prendete la pizza?». Noi rispondiamo al fuoco: «Ci sono le acciughe sulla marinara?».
Sicuramente ci sarà qualcuno che a questa domanda risponderebbe che le acciughe sono immancabili su una marinara che si rispetti, mentre altri direbbero che una pizza con sopra le acciughe si chiamerebbe ‘Napoli’ o ‘Napoletana’, piuttosto che ‘Marinara’.
Forse ci sarà un po’ di confusione sui termini pizzaioli, ma la dicotomia tra Napoli e il mare è sempre stata una certezza. Del resto anche quella tra Napoli e la pizza, ma questa è un’altra storia. La città Partenopea si veste ancora una volta a festa perché proprio dal mare arriveranno nuovamente le sue fortune, ospitando uno degli eventi più seguiti del pianeta.
Siete pronti per salpare con noi? Allora leviamo le ancore e facciamo rotta per questo nuovo Sunday View!
A VELE SPIEGATE
Lo abbiamo scritto qui su Financialounge.com qualche giorno fa: l’America’s Cup 2027 si svolgerà a Napoli. L’importantissima competizione di vela, nonché uno dei più importanti eventi a livello globale, farà capolino tra le onde del golfo partenopeo, arrivando per la prima volta in Italia, con le acque tra Castel dell’Ovo e Posillipo che bagneranno le chiglie delle squadre partecipanti.
L’annuncio è stato di grande rilevanza, come ha sottolineato anche il Governo Italiano, con Giorgia Meloni che si è detta orgogliosa. L’arrivo nel nostro Paese di un evento così seguito e importante non può che far bene, rilanciando in special modo quello che la premier ha definito come il “rinnovato protagonismo del Sud”. Certo di ragioni per essere felici ce ne sono, e non solo perché tante vele colorate sfileranno davanti al Lungomare Caracciolo. Secondo l’analisi del Centro Studi Unimpresa, l’arrivo dell'America's Cup a Napoli potrebbe generare un impatto economico mica da ridere, con circa 1.7 milioni di visitatori durante i due mesi dell'evento che porterebbero in dote quasi 370 milioni di euro. A questi, poi, bisogna sommare i 70 milioni legati all'organizzazione e quasi 22 milioni per tutta la logistica delle squadre partecipanti. In più bisogna calcolare anche l’indotto legato agli investimenti pubblici, che si stima essere sui 165 milioni. A tutto questo ci aggiungiamo un po’ di companatico, e arriviamo in scioltezza a una stima complessiva di quasi 700 milioni di benefici economici immediati.
Ora prendiamo tutti questi numeri e spalmiamoli sugli anni a venire: secondo voi cosa potrebbe venir fuori? Sicuramente qualcosa di buono. E questo “qualcosa”, nel dettaglio, prenderebbe la forma di 2 miliardi di euro di ritorni economici. Non male per una città che da sempre ha un legame speciale con il mare, anche se non sempre le è stato riconosciuto appieno.
NON-REPUBBLICA MOLTO MARINARA
Se ci chiedessero di elencare le Repubbliche Marinare, quali ci verrebbero in mente? Di certo Genova e Venezia, giusto? Chiaro, ne sono state l’esempio più fulgido. Poi? Poi forse qualcuno si ricorderebbe di aggiungere Pisa, giustamente. Ma poi? Poi dovrebbe esserci Napoli, no? Eh no, Napoli non è mai stata una repubblica marinara. Al suo posto, Amalfi. Lo avreste detto? Forse si tratta di un falso ricordo o di una sorta di ‘effetto Mandela’, eppure Napoli – per quanto molto ‘marinara’ – non fu mai neanche una repubblica! Il governo della città e i suoi commerci furono sempre in mano a soggetti stranieri. Per di più, pur avendo un porto molto attivo, non sviluppò mai una potenza navale e commerciale propria, come invece fecero le Repubbliche Marinare, che gestivano anche colonie e magazzini e parteciparono attivamente al finanziamento di alcune Crociate. Parliamo di superpotenze del Mediterraneo, capaci di farsi rispettare sul continente europeo e non solo. Ma fu proprio mentre le repubbliche Marinare cominciavano il loro declino, nel XV secolo, che Napoli si prese sempre più la scena: con la dinastia Aragonese la città diventa una delle più grandi e popolose d’Europa, conoscendo un’importante rinascita culturale che la portò a consacrarsi come il gioiello che è ora.
COL VENTO IN POPPA
Un tempo Napoli messa in ombra dalle repubbliche marinare, poi si è presa la sua rivincita. Oggi Napoli e l’Italia tutta brillano di una nuova luce, vincendo la “gara” con le altre città in lizza per ospitare l’America’s Cup. In un evento in cui a dettare legge è sempre stato il mondo anglosassone, anche l’Italia si affaccia con decisione, pronta a rimanerci in modo saldo. A guardare l’Albo d’Oro della competizione, gli Stati Uniti figurano come il Paese più rappresentato, seguiti dalla Nuova Zelanda e con qualche incursione di Svizzera e Australia. Ma oggi il vento potrebbe cambiare.
Ora che l’America’s Cup arriva sotto il Vesuvio, Napoli si trasforma nel cuore pulsante di un vivo tornado economico, fatto di barche futuristiche cariche di investimenti che fanno sorridere la città e il territorio. Poco importa ormai se Napoli non è annoverata tra le grandi Repubbliche Marinare: si era già guadagnata le luci della ribalta cinque secoli fa, ma oggi mette in scena uno spettacolo in cui è assoluta protagonista.
BONUS TRACK
Potremmo star qui a sottolineare il gioco di parole tra la pizza marinara che non è la pizza napoli, e la città di Napoli che non è stata una repubblica marinara... Però ci limitiamo a sottolineare che no, non ci sono le acciughe sulla Marinara.
Trending