Weekly Bulletin

Wall Street si stabilizza e mette insieme i mattoni per la ripartenza

La stagione delle trimestrali si avvia a concludersi, le stime degli utili 2025 si ridimensionano ma restano solide, e anche i fattori tecnici puntano a lasciarsi alle spalle le turbolenze

di Stefano Caratelli 12 Maggio 2025 08:04

financialounge -  azioni dazi trimestrali Wall Street Weekly Bulletin
Mentre la guerra dei dazi sembra entrare su molti fronti nel territorio della tregua se non degli accordi di pace, le guerre vere vanno avanti in Ucraina e a Gaza con l’aggiunta della riaccensione, per ora stoppata, del conflitto India-Pakistan. Ma mercati e investitori sembrano sempre meno disposti a farsi distrarre da fattori che fanno titolo ma sono tutto sommato “esterni” e concentrati nella costruzione di una base da cui ripartire, dopo 12 settimane che hanno visto l’S&P 500 oscillare violentemente dal picco di 6.144 punti toccato a febbraio al minimo di 4.855 seguito al teatrale Liberation Day di Trump il 2 aprile, per riportarsi vicino ai 5.700 punti, più o meno dov’era a luglio del 2024. E i mattoni della nuova base non possono che essere i fondamentali, fatti di utili societari, proiezioni per i prossimi trimestri e multipli di valutazione.

LIMATE MA SOLIDE LE STIME DEGLI UTILI 2025


Oltre il 70% delle società dell’S&P 500 ha pubblicato le trimestrali, che puntano a una crescita degli utili del13,6% contro stime di solo l’8% al 1° aprile. Ma le stime per i prossimi tre trimestri del 2025 sono state ridimensionate e Goldman Sachs rivela che il 56% delle aziende ha pubblicato una guidance sotto il consenso, contro una media storica del 51%. La crescita attesa degli utili, come mostra la tabella qui sotto, resta però solida, anche se non più a due cifre come solo poco più di un mese fa.



VALUTAZIONI ANCORA ELEVATE, MA ANCHE IN RENDIMENTI DEI TREASURY


Anche le valutazioni restano elevate, con multipli che viaggiano oltre le 20 volte gli utili attesi, lo stesso livello di inizio aprile, sopra la media a 10 anni di 18,5 volte e ben sopra quella storica di 15,8 volte. La Reuters cita diversi fattori che possono indicare valutazioni ancora eccessive, come il rendimento dei Treasury ancora relativamente elevato intorno al 4.3%, che rende l’obbligazionario competitivo con le azioni, l’incertezza tariffaria, e il peso del tutto sulle decisioni di investimento e sul comportamento dei consumatori.

GLI INDICATORI TECNICI INDICANO STABILIZZAZIONE


Oltre ai fondamentali, possono dare una mano alla lettura del mercato nel breve-medio termine i fattori tecnici e la storia dei cicli passati. Dal 1991 a oggi una situazione di rimbalzo simile a quella attuale ha prodotto guadagni nei successivi sei mesi per 11 volte su 12. Gli investitori guardano con attenzione anche la media mobile a 200 giorni dell’S&P 500, che si colloca oggi appena sopra l’ultima chiusura, e rappresenta un’importanza resistenza all’apertura di spazi di recupero, dopo la rottura al ribasso a inizio marzo, diventata poi ripida dopo l’esibizione della tabellina dei dazi da parte di Trump il 2 aprile. Infine il VIX, che misura la volatilità o se si vuole la “paura”, che l’8 del mese scorso ha superato quota 50 per poi rientrare verso 25 punti, ancora sopra la media di lungo termine in area 18 punti.

TRA GROWTH E VALUE MEGLIO SCEGLIERE LA QUALITÀ


Molti si chiedono anche se sia il momento di passare ai titoli “value”, vale a dire quelli che non prezzano compiutamente il valore che incorporano, dopo anni di dominio dei “growth”, come i Big Tech USA, che invece anticipano il potenziale di crescita racchiuso nei loro punti di forza, come posizioni dominanti in mega trend come l’IA. Forse la risposta giusta è cercare la qualità in entrambe le categorie, e che si cifra in redditività costante nel lungo termine, misurata dal Return on Equity, minor dipendenza dal ciclo e dagli shock esterni, positivi o negativi, posizionamento forte sul mercato di riferimento, sia a livello settoriale che geografico, tutti fattori che proteggono dalla volatilità e dalle ondate emotive.

Bottom line. Dopo un paio di mesi che hanno visto al comando le emozioni e i titoloni, i fondamentali sembrano aver ripreso il comando, a cominciare dagli utili, nel percorso verso una nuova fase di stabilizzazione in cui si gettano le basi per la ripartenza. Servono flessibilità e distacco per mettere sulla bilancia i giusti pesi nei piatti dei fattori negativi e positivi.

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