Le prospettive
Allianz Global Investors svela come sfruttare la tendenza favorevole all’Europa
L’azionario europeo presenta valutazioni attraenti, l’euro forte frena le spinte inflazionistiche e la Bce può attuare ulteriori tagli ai tassi di interesse con benefici per i mercati obbligazionari dell'area euro
di Leo Campagna 9 Maggio 2025 18:30

Mentre continuano a pesare le conseguenze della guerra commerciale scatenata dagli Stati Uniti, per Allianz Global Investors l’Europa è sottoposta a enormi pressioni (in termini di tempo) per una totale ristrutturazione delle sue capacità di difesa. In quest’ottica è stato annunciato il programma "Readiness 2030" che prevede una spesa per la difesa fino a 800 miliardi di euro. La Germania, in particolare, potrebbe arrivare a investire circa mille miliardi di euro nell’arco di dieci anni dopo aver allentato la soglia di indebitamento stabilita dalla costituzione ("freno al debito") allo scopo di finanziare la spesa per la difesa e i progetti infrastrutturali.
“I mercati finanziari, almeno finora, hanno apprezzato i tentativi dell'Europa di far fronte a queste sfide con le azioni europee che a fine aprile registravano una performance da inizio anno compresa tra il 5 e il 10% a seconda del mercato, contro una perdita percentuale a una cifra dei mercati USA. Inoltre, dall'inizio dell'anno l'euro si è apprezzato di quasi il 10% rispetto al dollaro USA”, fa sapere nel weekly outlook Stefan Rondorf, Senior Investment Strategist, Global Economics & Strategy di Allianz Global Investors.
A contribuire a questa tendenza favorevole all’Europa figura anche la perdita di fiducia negli asset statunitensi. Tuttavia, oltre all'espansione fiscale, occorre che il Vecchio Continente integri le politiche sul fronte della domanda con misure sul fronte dell'offerta. L'obiettivo è quello di dare nuovo impulso al potenziale di crescita dell'economia. In particolare agendo sulla deregolamentazione, su alcune barriere che ancora resistono al mercato unico, sulla produttività e sull’innovazione, e su un'unione bancaria e dei mercati finanziari.
“L'Eurozona potrebbe essere agevolata nel riconquistare il favore degli investitori globali", prosegue Rondorf. "L'Europa è agevolata da una serie di problemi che affliggono gli Stati Uniti sul fronte dell'offerta. La politica dei dazi doganali dell'amministrazione USA non solo sta alimentando un'enorme incertezza, ma fa anche lievitare i prezzi delle importazioni. Questo costringe filiere consolidate ad apportare drastici adeguamenti” riferisce Rondorf. Secondo il manager di Allianz Global Investors, inoltre, la rigida politica sull'immigrazione e l'espulsione degli immigrati privi di documenti potrebbero frenare la crescita della popolazione in età lavorativa nel medio periodo e, di conseguenza, il potenziale di crescita del paese.
Diversi indicatori del sentiment segnalano un netto calo e questo rende ipersensibili i mercati finanziari a qualsiasi decelerazione dell'economia USA. In particolar modo nel settore manifatturiero, nei nuovi ordini e nei consumi. E’ improbabile che negli Stati Uniti le entrate derivanti dai dazi e l'austerità del governo federale generino fondi sufficienti a compensare i tagli alle imposte sono scarse. D’altro canto, se gli sgravi fiscali in scadenza alla fine di quest'anno non verranno rinnovati, l'economia statunitense sarà destinata a un forte inasprimento fiscale.
“In tale contesto mentre i premi per il rischio non sembrano eccessivamente elevati, in particolare sui mercati statunitensi, il dollaro USA resta nettamente sopravvalutato in termini di parità di potere d'acquisto. Nel medio periodo i capitali potrebbero abbandonare gli USA per spostarsi verso altri mercati dove le valutazioni appaiono decisamente inferiori. Una dinamica favorevole all'Europa che offre un profilo di rischio/rendimento più equilibrato e premi di rischio più interessanti” argomenta il manager di Allianz Global Investors.
Intanto, mentre di recente gli analisti hanno rivisto al ribasso le previsioni sugli utili in attesa di stimare meglio l’entità dell’impatto dei dazi sulle catene di approvvigionamento, non si può escludere un ulteriore irripidimento della curva dei rendimenti nei mercati obbligazionari statunitensi. “Per la Bce, invece, i fattori ciclici sembrano attenuare le pressioni inflazionistiche e l’incertezza sulle prospettive economiche causata dalla guerra commerciale. Inoltre, la forza dell'euro rispetto al dollaro USA dovrebbe contribuire a smorzare le pressioni rialziste sui prezzi. È pertanto probabile che la banca centrale operi ulteriori tagli dei tassi di interesse, di cui dovrebbero beneficiare i mercati obbligazionari dell'area euro” argomenta Rondorf. In assenza di alternative credibili, il dollaro USA dovrebbe comunque mantenere il suo status di valuta di riserva globale. Almeno per il momento.
LA FORZA DELL’EURO
“I mercati finanziari, almeno finora, hanno apprezzato i tentativi dell'Europa di far fronte a queste sfide con le azioni europee che a fine aprile registravano una performance da inizio anno compresa tra il 5 e il 10% a seconda del mercato, contro una perdita percentuale a una cifra dei mercati USA. Inoltre, dall'inizio dell'anno l'euro si è apprezzato di quasi il 10% rispetto al dollaro USA”, fa sapere nel weekly outlook Stefan Rondorf, Senior Investment Strategist, Global Economics & Strategy di Allianz Global Investors.
LA PERDITA DI FIDUCIA NEGLI ASSET STATUNITENSI
A contribuire a questa tendenza favorevole all’Europa figura anche la perdita di fiducia negli asset statunitensi. Tuttavia, oltre all'espansione fiscale, occorre che il Vecchio Continente integri le politiche sul fronte della domanda con misure sul fronte dell'offerta. L'obiettivo è quello di dare nuovo impulso al potenziale di crescita dell'economia. In particolare agendo sulla deregolamentazione, su alcune barriere che ancora resistono al mercato unico, sulla produttività e sull’innovazione, e su un'unione bancaria e dei mercati finanziari.
AZIONARIO, IL FAVORE DEGLI INVESTITORI GLOBALI
“L'Eurozona potrebbe essere agevolata nel riconquistare il favore degli investitori globali", prosegue Rondorf. "L'Europa è agevolata da una serie di problemi che affliggono gli Stati Uniti sul fronte dell'offerta. La politica dei dazi doganali dell'amministrazione USA non solo sta alimentando un'enorme incertezza, ma fa anche lievitare i prezzi delle importazioni. Questo costringe filiere consolidate ad apportare drastici adeguamenti” riferisce Rondorf. Secondo il manager di Allianz Global Investors, inoltre, la rigida politica sull'immigrazione e l'espulsione degli immigrati privi di documenti potrebbero frenare la crescita della popolazione in età lavorativa nel medio periodo e, di conseguenza, il potenziale di crescita del paese.
RISCHIO DI INASPRIMENTO FISCALE PER L’ECONOMIA USA
Diversi indicatori del sentiment segnalano un netto calo e questo rende ipersensibili i mercati finanziari a qualsiasi decelerazione dell'economia USA. In particolar modo nel settore manifatturiero, nei nuovi ordini e nei consumi. E’ improbabile che negli Stati Uniti le entrate derivanti dai dazi e l'austerità del governo federale generino fondi sufficienti a compensare i tagli alle imposte sono scarse. D’altro canto, se gli sgravi fiscali in scadenza alla fine di quest'anno non verranno rinnovati, l'economia statunitense sarà destinata a un forte inasprimento fiscale.
PER ALLIANZ GLOBAL INVESTORS, UNA DINAMICA FAVOREVOLE ALL’EUROPA
“In tale contesto mentre i premi per il rischio non sembrano eccessivamente elevati, in particolare sui mercati statunitensi, il dollaro USA resta nettamente sopravvalutato in termini di parità di potere d'acquisto. Nel medio periodo i capitali potrebbero abbandonare gli USA per spostarsi verso altri mercati dove le valutazioni appaiono decisamente inferiori. Una dinamica favorevole all'Europa che offre un profilo di rischio/rendimento più equilibrato e premi di rischio più interessanti” argomenta il manager di Allianz Global Investors.
LO STATUS DI VALUTA DI RISERVA GLOBALE DEL DOLLARO
Intanto, mentre di recente gli analisti hanno rivisto al ribasso le previsioni sugli utili in attesa di stimare meglio l’entità dell’impatto dei dazi sulle catene di approvvigionamento, non si può escludere un ulteriore irripidimento della curva dei rendimenti nei mercati obbligazionari statunitensi. “Per la Bce, invece, i fattori ciclici sembrano attenuare le pressioni inflazionistiche e l’incertezza sulle prospettive economiche causata dalla guerra commerciale. Inoltre, la forza dell'euro rispetto al dollaro USA dovrebbe contribuire a smorzare le pressioni rialziste sui prezzi. È pertanto probabile che la banca centrale operi ulteriori tagli dei tassi di interesse, di cui dovrebbero beneficiare i mercati obbligazionari dell'area euro” argomenta Rondorf. In assenza di alternative credibili, il dollaro USA dovrebbe comunque mantenere il suo status di valuta di riserva globale. Almeno per il momento.