Debito emergente
J.P. Morgan Asset Management: con i dazi Usa i Paesi emergenti europei si fanno strada
Secondo il Bond Bulletin settimanale, le Banche centrali dei tre Paesi dell’Europa centro orientale, Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca, potrebbero agire con tempestività alle pressioni disinflazionistiche
di Annalisa Lospinuso 8 Maggio 2025 17:24

La guerra commerciale ha riportato alla ribalta il debito in valuta locale dei mercati emergenti europei. Secondo il Bond Bulletin settimanale del team Global fixed income, currency and commodities group di J.P. Morgan Asset Management, le Banche centrali dei tre Paesi dell’Europa centro orientale, Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca, hanno reagito con rapidità e determinazione nel 2022 quando, sulla scia dei programmi di stimolo post-pandemia e di un forte rincaro delle materie prime, l’inflazione ha registrato una brusca impennata. Ora con i dazi si potrebbe assistere a una disinflazione disinflazione.
Oggi che l’inflazione annualizzata è rallentata, assestandosi rispettivamente al 4,2%, 4,5% e 2,7%, i dazi rappresentano una nuova incognita, in quanto potrebbero generare ulteriori pressioni disinflazionistiche in due modi. Stiamo assistendo una diminuzione dei prezzi del petrolio, destinati a registrare il maggiore calo mensile dal 2021 che ha portato ad apprezzare gli attivi europei rispetto a quelli Usa e l’euro nei confronti del biglietto verde, andando così a sostenere le valute dei Paesi periferici europei. I prezzi del petrolio in valuta locale dei tre Paesi emergenti europei sono diminuiti di oltre il 30% rispetto a un anno fa, seguiti dai prezzi della benzina alla pompa.
J.P. Morgan Asset Management cita l’esempio della Polonia, “dove il rallentamento ha riguardato anche i prezzi dei beni alimentari e gli incrementi salariali, mentre le stime di consenso prevedono che nel secondo semestre del 2025 l’inflazione si attesti al 3%, all’interno quindi dell’intervallo target fissato dalla Banca nazionale polacca”. Dalla sua elezione come primo ministro, Donald Tusk ha migliorato le relazioni con l’Unione europea e ha accelerato l’arrivo in Polonia di fondi europei destinati a finanziare progetti di modernizzazione e a rafforzare le riserve valutarie del Paese.
Secondo l’indagine proprietaria dei broker di J.P. Morgan Asset Management, i dealer non hanno mostrato particolare interesse ad aggiungere duration, mentre i gestori patrimoniali prendono tempo data l’incertezza delle condizioni macroeconomiche. Inoltre, si fanno ancora sentire gli effetti del deleveraging sulla scia della svendita obbligazionaria successiva ai principali annunci di dazi.
“Questi fattori tecnici - si legge nel documento - contribuiscono a un'offerta strutturalmente più debole nel segmento a lungo termine, supportando ulteriormente la tesi di un irripidimento della curva dei rendimenti”. In conclusione, in base all’attuale contesto macroeconomico, è possibile assistere sempre più a posizioni orientate all’irripidimento della curva. Con lo spread dei Treasury statunitensi a 2 e a 10 anni ancora compresso rispetto alle medie storiche post-recessione, le strategie di steepener potrebbero essere un’espressione asimmetrica e tempestiva dell’attuale contesto, conclude J.P. Morgan Asset Management.
PRESSIONI DEFLAZIONISTICHE DEI DAZI
Oggi che l’inflazione annualizzata è rallentata, assestandosi rispettivamente al 4,2%, 4,5% e 2,7%, i dazi rappresentano una nuova incognita, in quanto potrebbero generare ulteriori pressioni disinflazionistiche in due modi. Stiamo assistendo una diminuzione dei prezzi del petrolio, destinati a registrare il maggiore calo mensile dal 2021 che ha portato ad apprezzare gli attivi europei rispetto a quelli Usa e l’euro nei confronti del biglietto verde, andando così a sostenere le valute dei Paesi periferici europei. I prezzi del petrolio in valuta locale dei tre Paesi emergenti europei sono diminuiti di oltre il 30% rispetto a un anno fa, seguiti dai prezzi della benzina alla pompa.
L'ASCESA DELLA POLONIA
J.P. Morgan Asset Management cita l’esempio della Polonia, “dove il rallentamento ha riguardato anche i prezzi dei beni alimentari e gli incrementi salariali, mentre le stime di consenso prevedono che nel secondo semestre del 2025 l’inflazione si attesti al 3%, all’interno quindi dell’intervallo target fissato dalla Banca nazionale polacca”. Dalla sua elezione come primo ministro, Donald Tusk ha migliorato le relazioni con l’Unione europea e ha accelerato l’arrivo in Polonia di fondi europei destinati a finanziare progetti di modernizzazione e a rafforzare le riserve valutarie del Paese.
LA BANCA POLACCA PRONTA ALLA POLITICA ESPANSIVA
“A nostro avviso - scrive J.P. Morgan Asset Management nel Bond Bulletin - le Banche centrali dei mercati emergenti europee hanno fatto bene a muoversi con cautela e a limitare la portata dei tagli dei tassi d’interesse visto che, negli ultimi mesi, l’inflazione è rimasta appena al di sopra degli obiettivi fissati dalle stesse Banche centrali. I rendimenti reali dei titoli di Stato decennali in valuta locale di Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca continuano ad essere a livelli massimi da quasi un decennio e offrono potenzialmente un punto d’ingresso interessante su emittenti ad alta qualità dove si sta per registrare un nuovo calo dell’inflazione. Nel caso della Polonia, che ha un merito creditizio A, a fine aprile la scadenza decennale offriva un rendimento reale dell’1,21%. Alla luce delle forti pressioni disinflazionistiche previste, la Banca nazionale polacca è pronta a riprendere la politica espansiva a maggio, dopo una pausa prolungata, e potrebbe verosimilmente ridurre i tassi dello 0,50% dall’attuale 5,75%”. In base alle previsioni, il costo del denaro potrebbe ridursi di 225 punti base.
LA TESI DELL'IRRIPIDIMENTO DELLA CURVA
Secondo l’indagine proprietaria dei broker di J.P. Morgan Asset Management, i dealer non hanno mostrato particolare interesse ad aggiungere duration, mentre i gestori patrimoniali prendono tempo data l’incertezza delle condizioni macroeconomiche. Inoltre, si fanno ancora sentire gli effetti del deleveraging sulla scia della svendita obbligazionaria successiva ai principali annunci di dazi.
OFFERTA PIÙ DEBOLE NEL SEGMENTO A LUNGO
“Questi fattori tecnici - si legge nel documento - contribuiscono a un'offerta strutturalmente più debole nel segmento a lungo termine, supportando ulteriormente la tesi di un irripidimento della curva dei rendimenti”. In conclusione, in base all’attuale contesto macroeconomico, è possibile assistere sempre più a posizioni orientate all’irripidimento della curva. Con lo spread dei Treasury statunitensi a 2 e a 10 anni ancora compresso rispetto alle medie storiche post-recessione, le strategie di steepener potrebbero essere un’espressione asimmetrica e tempestiva dell’attuale contesto, conclude J.P. Morgan Asset Management.