La guerra commerciale

Anche la Barbie costerà di più per i dazi. E la Mattel chiede di togliere le tariffe sui giocattoli

Alcuni aumenti sono già scattati: il modello dell'iconica bambola in costume costa il 42,9% in più rispetto a un mese fa. L'azienda sospende le previsioni per il 2025

di Davide Lentini 6 Maggio 2025 12:45

financialounge -  Barbie dazi trump Giocattoli Mattel Ynon Kreiz
Trump lo aveva anticipato la settimana scorsa: "Non escludo - aveva detto - che tra qualche giorno le bambole potranno costare un paio di dollari in più". E infatti il colosso americano Mattel ha annunciato il rincaro dei prezzi della Barbie e degli altri giocattoli di sua produzione. Il motivo degli aumenti sono, ancora una volta, i dazi imposti dall'amministrazione Usa alla Cina. Anzi, secondo un'analisi sui prezzi condotta da Telsey Advisory Group, gli aumenti sono già scattati. Negli Usa il prezzo di una Barbie in costume da bagno è salito del 42,9% in una settimana a metà aprile, raggiungendo i 14,99 dollari. Si tratta di uno dei maggiori incrementi monitorati dalla società di ricerche di mercato.

I DAZI SULLA BARBIE PESANO PER 270 MILIONI


Attualmente Mattel realizza in Cina il 40% dei suoi prodotti e per evitare ulteriori aumenti sta modificando la propria catena di approvvigionamento riducendo così i giocattoli di origine cinese. Ad esempio, sta aumentando la produzione in India delle carte Uno e sta dirottando il flusso dei prodotti cinesi verso altri clienti internazionali. Quest'anno i dazi costeranno all'azienda circa 270 milioni di dollari. E non solo a causa della Cina. Mattel, infatti, importa prodotti come le bambole Barbie e i giocattoli Hot Wheels da Indonesia, Malesia e Thailandia, paesi colpiti a loro volta dai dazi di Trump, al momento sospesi per 90 giorni.

MATTEL CHIEDE LA SOSPENSIONE DEI DAZI


Alla luce di questa situazione l'azienda con sede in California ha sospeso le previsioni economiche per il 2025 e chiesto ufficialmente di togliere le tariffe sul settore. "Il contesto così volatile e l'evoluzione del panorama tariffario statunitense - ha spiegato Ynon Kreiz, presidente e Ceo di Mattel - rendono difficile prevedere la spesa dei consumatori e le vendite di giocattoli negli Stati Uniti per il resto dell'anno e durante le festività natalizie". Per questo gli aumenti sono stati definiti "necessari" a compensare i maggiori costi.

AVERE PIÙ DI UNA BARBIE SARÀ UN LUSSO


Se la guerra commerciale tra Usa e Cina dovesse andare avanti a lungo, per molte famiglie americane avere avere una collezione di Barbie o di Polly Pocket potrebbe presto diventare un lusso. E sappiamo quante bambine oggi abbiano e desiderino più di una bambola. Il problema dei dazi su questo segmento non riguarda solo la Mattel. Secondo i dati dell'associazione di categoria Toy Association, infatti, quasi l'80% di tutti i giocattoli venduti negli Stati Uniti è prodotto proprio in Cina.

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