Risiko bancario
Orcel al bivio: domenica UniCredit decide sull'offerta per Banco Bpm
Il ceo potrebbe annunciare se intende rinunciare all'ops e concentrarsi sugli altri dossier. Oggi intanto il ministro Giorgetti ha detto che al Governo non interessa un eventuale ritiro: “Fanno quello che vogliono”
di Davide Lentini 5 Maggio 2025 14:08

Gli scenari del risiko bancario sono ancora tutti aperti. Ma secondo molti analisti per Andrea Orcel, ceo di UniCredit, potrebbe essere arrivato il momento di decidere su quale dossier concentrarsi e quale invece abbandonare. Domenica si riunisce il cda dell'istituto bancario per approvare la trimestrale. Si chiuderà così la settimana dei conti delle banche italiane: tutte le altre, infatti, li approveranno tra domani e venerdì. Ma la riunione di domenica sarà anche l'occasione per fare il punto sull'ops lanciata su Banco Bpm lo scorso 28 aprile e che si concluderà il 23 giugno. In molti si chiedono cosa farà Orcel: abbandonerà l'operazione o rilancerà?
La situazione non è semplice, specie dopo che il Governo ha fatto ricorso al golden power ponendo alcuni paletti. Per questo Orcel ha scritto all'esecutivo chiedendo la revisione di queste condizioni, ma al momento non ha ricevuto alcuna risposta. E probabilmente mai la riceverà. Le prescrizioni imposte da Palazzo Chigi segnalano infatti la contrarietà del Governo all'ops e rendono l'operazione molto meno conveniente. UniCredit sarebbe infatti obbligata a mantenere il rapporto tra impieghi e depositi agli attuali livelli, dovrebbe uscire dal mercato russo entro 9 mesi e mantenere l'attuale numero di filiali e sportelli. C'è poi la prescrizione secondo cui UniCredit-Banco Bpm non potrebbe ridurre il sostegno al project financing, in modo da continuare a far affluire gli investimenti a favore delle infrastrutture domestiche.
Il paletto più delicato previsto dal golden power riguarda il peso dei titoli di stato nel portafoglio di Anima, l'Sgr acquisita di recente proprio da Banco Bpm con un'opa andata a buon fine. Ebbene, i titoli di stato in pancia ad Anima non potranno subire riduzioni nel caso in cui UniCredit dovesse riuscire nella scalata a Bpm, e potranno essere solo titoli italiani.
Se, nonostante questi paletti, Orcel decidesse di andare avanti con l'ops, dovrebbe però superare un altro ostacolo: lo scontro con Credit Agricole. L'istituto francese, infatti, insieme a diverse fondazioni bancarie, Enpam e Cassa Forense detiene il 26,5% di Banco Bpm. Se si aggiunge anche Blackrock si arriva al 31,5%. Una quota troppo elevata per poter arrivare al controllo dell'assemblea straordinaria.
Appare chiaro che senza il via libera del Governo la partita per UniCredit non è affatto semplice. E l'esecutivo sembra non voglia entrare nella partita. Proprio oggi, infatti, il ministro all'economia Giorgetti a chi gli chiedeva se il governo sarebbe soddisfatto di fronte a un eventuale stop all'ops su Banco Bpm, ha risposto: "No, fanno quello che vogliono".
In questo contesto non è escluso che Orcel domenica annunci che preferisce concentrarsi sulle altre questioni aperte, a partire da Commerzbank. Ma pure la scalata alla banca tedesca non sembra facile per l'ostilità della politica. Il governo tedesco si è infatti già espresso contro il tentativo di acquisizione della seconda banca del paese. Altro dossier sul tavolo del ceo di piazza Gae Aulenti è Generali. UniCredit ha il 6,5% del gruppo. Percentuale che avrà un peso diverso, e che Orcel potrebbe voler incrementare, ora che Mediobanca sta per scambiare il proprio 13% per acquisire Banca Generali. Lo scenario, come si diceva, è ancora aperto. E alcuni analisti non escludono possibili coinvolgimenti di player che fino ad oggi hanno scelto di rimanere fuori dal risiko bancario.
I PALETTI DEL GOLDEN POWER PER UNICREDIT
La situazione non è semplice, specie dopo che il Governo ha fatto ricorso al golden power ponendo alcuni paletti. Per questo Orcel ha scritto all'esecutivo chiedendo la revisione di queste condizioni, ma al momento non ha ricevuto alcuna risposta. E probabilmente mai la riceverà. Le prescrizioni imposte da Palazzo Chigi segnalano infatti la contrarietà del Governo all'ops e rendono l'operazione molto meno conveniente. UniCredit sarebbe infatti obbligata a mantenere il rapporto tra impieghi e depositi agli attuali livelli, dovrebbe uscire dal mercato russo entro 9 mesi e mantenere l'attuale numero di filiali e sportelli. C'è poi la prescrizione secondo cui UniCredit-Banco Bpm non potrebbe ridurre il sostegno al project financing, in modo da continuare a far affluire gli investimenti a favore delle infrastrutture domestiche.
I VINCOLI DI PORTAFOGLIO PER ANIMA
Il paletto più delicato previsto dal golden power riguarda il peso dei titoli di stato nel portafoglio di Anima, l'Sgr acquisita di recente proprio da Banco Bpm con un'opa andata a buon fine. Ebbene, i titoli di stato in pancia ad Anima non potranno subire riduzioni nel caso in cui UniCredit dovesse riuscire nella scalata a Bpm, e potranno essere solo titoli italiani.
LO SCONTRO TRA UNICREDIT E CREDIT AGRICOLE
Se, nonostante questi paletti, Orcel decidesse di andare avanti con l'ops, dovrebbe però superare un altro ostacolo: lo scontro con Credit Agricole. L'istituto francese, infatti, insieme a diverse fondazioni bancarie, Enpam e Cassa Forense detiene il 26,5% di Banco Bpm. Se si aggiunge anche Blackrock si arriva al 31,5%. Una quota troppo elevata per poter arrivare al controllo dell'assemblea straordinaria.
GIORGETTI: "FANNO QUELLO CHE VOGLIONO"
Appare chiaro che senza il via libera del Governo la partita per UniCredit non è affatto semplice. E l'esecutivo sembra non voglia entrare nella partita. Proprio oggi, infatti, il ministro all'economia Giorgetti a chi gli chiedeva se il governo sarebbe soddisfatto di fronte a un eventuale stop all'ops su Banco Bpm, ha risposto: "No, fanno quello che vogliono".
LE PARTITA COMMERZBANK E GENERALI
In questo contesto non è escluso che Orcel domenica annunci che preferisce concentrarsi sulle altre questioni aperte, a partire da Commerzbank. Ma pure la scalata alla banca tedesca non sembra facile per l'ostilità della politica. Il governo tedesco si è infatti già espresso contro il tentativo di acquisizione della seconda banca del paese. Altro dossier sul tavolo del ceo di piazza Gae Aulenti è Generali. UniCredit ha il 6,5% del gruppo. Percentuale che avrà un peso diverso, e che Orcel potrebbe voler incrementare, ora che Mediobanca sta per scambiare il proprio 13% per acquisire Banca Generali. Lo scenario, come si diceva, è ancora aperto. E alcuni analisti non escludono possibili coinvolgimenti di player che fino ad oggi hanno scelto di rimanere fuori dal risiko bancario.
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