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Neuberger Berman vede opportunità nelle obbligazioni high yield

Con la maggior parte degli emittenti supportati da bilanci solidi, la casa d’investimento vede lo spazio per allocare capitale a rendimenti e spread interessanti, anche in assenza di crescita economica

di Leo Campagna 3 Maggio 2025 09:30

financialounge -  mercati Neuberger Berman obbligazioni
Gli attuali spread delle obbligazioni high yield compensano adeguatamente i rischi crescenti legati alle guerre commerciali e al rallentamento economico. Ne sono convinti Ashok Bhatia, CFA, Chief Investment Officer and Global Head of Fixed Income, Christopher Kocinski, CFA, Co-Head of U.S. High Yield & Senior Portfolio Manager, e Rachel Young, Director of Research & Senior Research Analyst di Neuberger Berman partendo dal fatto che il loro  rendimento complessivo si aggira intorno all’8%.

LE PREVISIONI DI CRESCITA DEL PIL USA


“Secondo le ultime stime elaborate trimestralmente dal nostro team di ricerca sul credito Non-Investment grade la previsione di crescita del PIL negli Stati Uniti è nel range 0-1% e quella europea nel range -1-0%. Inoltre, abbiamo incorporato nei nostri modelli l’impatto dell’attuale regime globale dei dazi. Ciò ha portato la nostra stima del tasso cumulato di default dell’high yield per il 2025 e il 2026 nel range 3,75-4,75%, in aumento di circa 100 punti base rispetto alle nostre previsioni di inizio anno”, riferiscono i manager di Neuberger Berman.

OBBLIGAZIONI HIGH YIELD E TASSO DI DEFAULT


Si tratta di un tasso di default che risulterebbe inferiore alla media storica di lungo termine. Una previsione  che riflette il miglioramento strutturale nella qualità del credito degli indici negli ultimi 15 anni: una maggiore presenza di emittenti con rating BB, una duration più breve e un utilizzo delle emissioni che predilige i rifinanziamenti neutrali sul debito alle operazioni a leva. “Secondo la nostra analisi, questo scenario implicherebbe spread per le obbligazioni high yield USA intorno ai 350 punti base o inferiori, e non intorno ai 400 punti base o oltre” aggiungono Bhatia, Kocinski e Young.

UN PUNTO DI INGRESSO INTERESSANTE


Secondo i quali, in uno scenario negativo, il tasso di default cumulato potrebbe salire fino al 9,5% nei prossimi due anni ma risulterebbe simile a quello sperimentato durante il periodo 2019-2020, e al 2001- 2003 e significativamente inferiore al 18% registrato nel biennio 2008-2009. “Con stime di default più contenute anche nello scenario negativo, gli spread delle obbligazioni high yield non dovrebbero superare i 600 punti base per un periodo prolungato, rendendo gli attuali livelli di circa 400 punti base un punto di ingresso interessante” spiegano gli esperti di Neuberger Berman.

GLI IMPATTI DEI DAZI SUI DIVERSI SETTORI


I quali ritengono  improbabile che i dazi possano essere una causa diretta o sostanziale di un aumento dei default. “I settori maggiormente esposti ai costi e alle barriere commerciali (Automobili, Retail e Prodotti di Consumo) rappresentano meno del 10% dell’indice ICE BofA U.S. High Yield. Inoltre, gli emittenti nei settori delle Telecomunicazioni e dei Media, che hanno un’esposizione relativamente limitata ai rischi delle politiche commerciali, incorporavano già prima dei nuovi dazi di Trump il rischio di default per le sfide strutturali che devono affrontare quali un calo ciclico della domanda pubblicitaria, combinato con cambiamenti nei modelli di consumo dei media e una concorrenza più forte. Allo stesso modo, alcuni emittenti nel settore Sanitario sono messi sotto pressione da costi del lavoro in aumento, incertezze politiche e riduzioni della spesa pubblica, mentre sfide più profonde riguardano i settori Retail e dei prodotti di Consumo esposti ai dazi ” Bhatia, Kocinski e Young.

EMITTENTI ABBASTANZA SOLIDI


In base all’analisi dei tre professionisti di Neuberger Berman, le sfide più significative per la piccola porzione di emittenti high yield a rischio oggi rimangono le stesse di quattro mesi fa: leva eccessiva, tassi ostinatamente elevati, bassa efficienza operativa e dinamiche strutturali sfavorevoli a livello settoriale. E’ probabile che il nuovo regime dei dazi possa influire sulle società high yield attraverso il suo impatto sui trend economici. Tuttavia l’utilizzo conservativo negli ultimi anni dei proventi delle nuove emissioni e una maggiore presenza di emittenti con rating BB dovrebbero rendere gestibili tali effetti. “Gli emittenti hanno dimostrato di essere abbastanza solidi, tanto da ridurre del 70-80% le scadenze del 2025 e 2026 nel corso dell’ultimo anno, nonostante il rifinanziamento abbia comportato il pagamento di tassi più elevati” concludono Bhatia, Kocinski e Young.

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