Obbligazioni

Opportunità nel debito di frontiera in Africa: l'analisi di aberdeen Investments

La casa d’investimento ha riscontrato alcune circostanze favorevoli nel debito dei paesi africani di frontiera come Senegal, Costa d’Avorio, Gabon e Camerun

di Leo Campagna 2 Maggio 2025 07:55

financialounge -  Aberdeen Investments mercati
Durante un recente viaggio di ricerca in Africa occidentale e centrale, Kevin Daly Investment Director, Emerging Market Debt di aberdeen Investments, ha riscontrato alcune opportunità di investimento nel debito dei paesi di frontiera del Continente Nero tra i quali, in particolare, Senegal, Costa d’Avorio, Gabon e Camerun. “Torniamo con una visione più chiara dei paesi visitati e delle prospettive per i loro mercati del debito. Fermo restando che le obbligazioni dei mercati di frontiera presentano sfide importanti ma anche opportunità promettenti” sottolinea Daly.

SENEGAL


La situazione del Senegal è fragile: alcune recenti informazioni sul debito occulto hanno spinto la stima del rapporto debito/PIL a oltre il 105% entro la fine del 2024, soglia che, storicamente, pochi paesi sono riusciti a ridurre senza ricorrere a una ristrutturazione del debito estero o interno. Il partito al governo, PASTEF, è salito al potere con un programma populista e annunciando iniziative che rischiano di essere profondamente impopolari tra gli elettori.

RISCHIO DI STALLO NEL 2026


“Riteniamo che la leadership possa gestire, almeno per il momento, il potenziale contraccolpo e prendere le decisioni difficili richieste per mantenere il sostegno delle istituzioni multilaterali” fa sapere Daly, secondo il quale il paese  dovrebbe riuscire a superare i prossimi 6-12 mesi con l’appoggio del FMI, della Banca Mondiale e tramite costosi finanziamenti ponte. Tuttavia, senza un contenimento della spesa o un aumento delle entrate abbastanza rapido, il paese rischia uno stallo nel 2026.

COSTA D’AVORIO


Tutt’altra situazione per la Costa d’Avorio che vanta una crescita del PIL reale costantemente al di sopra del 6%, trainata dalla produzione di petrolio offshore, dalla scoperta di importanti giacimenti auriferi e dal boom edilizio legato alla Coppa d’Africa dell’anno scorso. “Se il presidente in carica, Alassane Ouattara, decidesse di candidarsi per un controverso quarto mandato, dovrebbe avere buone possibilità di vittoria. I meccanismi di controllo istituzionale dovrebbero contribuire a limitare le spese elettorali eccessive. Valuteremo con attenzione eventuali momenti di debolezza del mercato pre-elettorale per aumentare la nostra esposizione” riferisce il manager di aberdeen Investments.

GABON


In Africa centrale, in Gabon dopo la rimozione dell’ex presidente Ali Bongo si attendono riforme di governance. “Richiederanno tempo ma è incoraggiante aver raccolto le indicazioni positive cui rapporti con finanziatori commerciali, bilaterali e multilaterali. Il problema resta l’ammontare ancora incognito del debito arretrato soprattutto dopo l’ulteriore incremento dei progetti infrastrutturali sostenuti dal governo di transizione” commenta Daly.

RIFLETTORI PUNTATI SUL MANGANESE


Nel frattempo, mentre la produzione petrolifera sta calando per cause naturali, i riflettori sono puntati sul manganese, di cui il Gabon possiede le seconde maggiori riserve mondiali. “Il governo è alla ricerca di finanziamenti per sviluppare le infrastrutture necessarie per l’export in particolare per potenziare la rete ferroviaria. Un progresso in questa direzione potrebbe far scendere il rendimento del debito – attualmente intorno al 12% – verso valori a una sola cifra” argomenta il manager di aberdeen Investments, secondo il quale dopo le elezioni presidenziali di inizio aprile, il governo potrebbe impegnarsi a contenere la spesa e ridurre i debiti arretrati.

CAMERUN


Per quanto riguarda infine il Camerun, la novità è l’incarico di un consulente esterno deciso dal governo per valutare la sostenibilità economica della raffineria Sonara, la principale causa del debito interno arretrato. “Una sua ristrutturazione consentirebbe al governo di accedere a nuove forme di finanziamento immettendo anche liquidità nel mercato domestico dal momento che il 90% del capitale della raffineria è detenuto dalle banche camerunesi” spiega Daly.

UN’EMISSIONE A BREVE DI EUROBOND


Secondo fonti ministeriali, non ci sono arretrati sul fronte del debito estero mentre nell’ambito del debito interno arretrato un aiuto consistente a saldarlo deriverà da un’emissione a breve di eurobond. “La posizione fiscale del Camerun è solida, il bilancio con l’estero è positivo e il livello del debito rimane gestibile. Tuttavia, dalle conversazioni con analisti politici è emersa chiaramente la preoccupazione per il futuro del paese, oggi pacifico, ma segnato dall’incertezza sulla successione del 92enne presidente Biya” conclude l’Investment Director, Emerging Market Debt di aberdeen Investments.

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