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L’oro ha ancora spazio per crescere anche con attese di meno tagli della Fed
L&G Asset Management passa in rassegna i numerosi fattori che supportano il metallo giallo: inflazione USA ancora alta, attese su Trump, acquisti delle banche centrali, buoni utili del settore estrattivo
di Stefano Caratelli 28 Gennaio 2025 14:00

L’oro può ancora contare su solidi fondamentali, che dovrebbero compensare gli effetti negativi derivanti dalla revisione al ribasso delle aspettative sui futuri tagli dei tassi da parte della Fed, ridotte a solo 1-2 mosse nel 2025. La politica inflazionistica di Trump, il conseguente indebolimento del dollaro e lo scenario geopolitico incerto continuano infatti a sostenere il valore del metallo giallo come bene rifugio. Anche le banche centrali continueranno a sostenerne il prezzo grazie alle loro campagne di acquisti, con la Cina, in particolare, che continuerà ad accrescere le riserve per aumentare l’indipendenza dal dollaro I ricavi, gli utili e le attività di M&A nel settore estrattivo mostrano quanto il comparto goda di buona salute.
Sono le indicazioni di un contributo di Legal & General Asset Management sul mercato dell’oro, la cui analisi in particolare mostra che le nuove aspettative sul taglio dei tassi d’interesse potrebbero rappresentare un freno per l’oro, che può però ancora contare sugli acquisti delle banche centrali, mentre l’andamento degli utili suggerisce che le aziende estrattive stanno raccogliendo i frutti di un prezzo più alto. Inoltre, le ridotte aspettative di tagli della Fed hanno portato a un rialzo nei rendimenti dei Treasury USA, che non dovrebbe essere una buona notizia, per chi investe in oro, ma resta un grande interrogativo sulla capacità del dollaro di mantenere la sua posizione dominante anche nel 2025.
L’analisi di L&G Asset Management rileva in proposito ce la politica del nuovo presidente Donald Trump è un grande elemento di incertezza, come la geopolitica, che nonostante la recente tregua in Medio Oriente resta grande fonte di volatilità. Lo scenario globale e le misure inflazionistiche della nuova Amministrazione USA, se pienamente attuate, spingono gli investitori a cercare un rifugio sicuro e quindi andrebbero a sostenere l’oro, compensando l’effetto Treasury. Altro elemento a favore è il debito USA, che ha raggiunto i 36.000 miliardi di dollari e che le politiche di Trump non andrebbero certo a ridurre. L’oro ha anche un lungo track record positivo con inflazione alta, e quella USA resta ben sopra il target del 2% della Fed.
Inoltre, prosegue L&G Asset Management, le banche centrali continuano a giocare un ruolo chiave, e nel terzo trimestre dello scorso anno la loro domanda ha superato i 100 miliardi di dollari per la prima volta, mostrando quanto l’appeal dell’oro come riserva sia non solo alta, ma anche durevole, con gli istituti di credito che ne hanno riconosciuto la capacità di ottenere performance positive nei momenti di crisi e di offrire un rischio molto basso. La Cina sta facendo di tutto per ridurre la dipendenza dal dollaro e la Banca Centrale ha fatto registrare il più grande volume di acquisti di oro nel 2023, mentre nel 2024 è passata dal 4,6% al 6% delle riserve totali.
L&G Asset Management ritiene poi che anche il settore estrattivo privato può beneficiare di numerose opportunità in termini di creazione di valore e M&A, e cita diverse transazioni di alto profilo che dimostrano l’estrema dinamicità del settore. Tra queste l’acquisto di De Grey Mining da parte di Northern Star Resources per oltre 2,5 miliardi di dollari, quella di Centamin da parte di Anglogold Ashanti per più di 2,5 miliardi, di Osisko Mining per 1,3 miliardi a opera di Gold Fields. L’estrazione dell’oro sta attraversando una robusta espansione, in termini sia di ricavi, sia di utili, come mostrano i risultati e le prospettive di varie società.
Le società minerarie costituiscono una fedele approssimazione dell’andamento dell’oro e dal punto di vista degli investimenti presentano anche vantaggi aggiuntivi. Per questo L&G Asset Management ha deciso di lanciare un ETF che racchiudesse un pool di imprese focalizzate esclusivamente sull’estrazione di oro, per massimizzare la purezza dell’investimento e attenuare i possibili effetti negativi di mercato su altri metalli e fattori che dipendono più dall’azionario globale.
ANCHE TREASURY USA E DOLLARO FATTORI IMPORTANTI
Sono le indicazioni di un contributo di Legal & General Asset Management sul mercato dell’oro, la cui analisi in particolare mostra che le nuove aspettative sul taglio dei tassi d’interesse potrebbero rappresentare un freno per l’oro, che può però ancora contare sugli acquisti delle banche centrali, mentre l’andamento degli utili suggerisce che le aziende estrattive stanno raccogliendo i frutti di un prezzo più alto. Inoltre, le ridotte aspettative di tagli della Fed hanno portato a un rialzo nei rendimenti dei Treasury USA, che non dovrebbe essere una buona notizia, per chi investe in oro, ma resta un grande interrogativo sulla capacità del dollaro di mantenere la sua posizione dominante anche nel 2025.
IL DEBITO AMERICANO E LE INCERTEZZE SU TRUMP
L’analisi di L&G Asset Management rileva in proposito ce la politica del nuovo presidente Donald Trump è un grande elemento di incertezza, come la geopolitica, che nonostante la recente tregua in Medio Oriente resta grande fonte di volatilità. Lo scenario globale e le misure inflazionistiche della nuova Amministrazione USA, se pienamente attuate, spingono gli investitori a cercare un rifugio sicuro e quindi andrebbero a sostenere l’oro, compensando l’effetto Treasury. Altro elemento a favore è il debito USA, che ha raggiunto i 36.000 miliardi di dollari e che le politiche di Trump non andrebbero certo a ridurre. L’oro ha anche un lungo track record positivo con inflazione alta, e quella USA resta ben sopra il target del 2% della Fed.
LE BANCHE CENTRALI CONTINUANO A COMPRARE
Inoltre, prosegue L&G Asset Management, le banche centrali continuano a giocare un ruolo chiave, e nel terzo trimestre dello scorso anno la loro domanda ha superato i 100 miliardi di dollari per la prima volta, mostrando quanto l’appeal dell’oro come riserva sia non solo alta, ma anche durevole, con gli istituti di credito che ne hanno riconosciuto la capacità di ottenere performance positive nei momenti di crisi e di offrire un rischio molto basso. La Cina sta facendo di tutto per ridurre la dipendenza dal dollaro e la Banca Centrale ha fatto registrare il più grande volume di acquisti di oro nel 2023, mentre nel 2024 è passata dal 4,6% al 6% delle riserve totali.
MOLTE OPPORTUNITA’ NELL’INDUSTRIA DELL’ESTRAZIONE
L&G Asset Management ritiene poi che anche il settore estrattivo privato può beneficiare di numerose opportunità in termini di creazione di valore e M&A, e cita diverse transazioni di alto profilo che dimostrano l’estrema dinamicità del settore. Tra queste l’acquisto di De Grey Mining da parte di Northern Star Resources per oltre 2,5 miliardi di dollari, quella di Centamin da parte di Anglogold Ashanti per più di 2,5 miliardi, di Osisko Mining per 1,3 miliardi a opera di Gold Fields. L’estrazione dell’oro sta attraversando una robusta espansione, in termini sia di ricavi, sia di utili, come mostrano i risultati e le prospettive di varie società.
LA DECISIONE DI LANCIARE UN ETF SPECIALIZZATO
Le società minerarie costituiscono una fedele approssimazione dell’andamento dell’oro e dal punto di vista degli investimenti presentano anche vantaggi aggiuntivi. Per questo L&G Asset Management ha deciso di lanciare un ETF che racchiudesse un pool di imprese focalizzate esclusivamente sull’estrazione di oro, per massimizzare la purezza dell’investimento e attenuare i possibili effetti negativi di mercato su altri metalli e fattori che dipendono più dall’azionario globale.