L’outlook

Amundi: nel 2025 prospettive ancora favorevoli per gli asset rischiosi

Nell’Investment Outlook 2025 si sottolinea come la geopolitica avrà un ruolo nelle scelte di asset allocation per il prossimo anno. Non mancheranno opportunità da cogliere nel reddito fisso e nell’azionario, soprattutto in quello americano

di Fabrizio Arnhold 12 Dicembre 2024 08:00

financialounge -  2025 Amundi investimenti outlook
Le banche centrali proseguiranno a tagliare i tassi di interesse anche nel 2025, con i mercati finanziari che proveranno a proseguire sulla via del rialzo. Per Amundi, che ha presentato l’outlook per il 2025 “le prospettive economiche globali per il 2025 sembrano ancora favorevoli agli asset rischiosi, ma le sfide politiche e geopolitiche sono in aumento. Anomalie come la concentrazione di mercato e l’eccessivo indebitamento, accanto a questo outlook favorevole a livello macroeconomico, richiedono una diversificazione del portafoglio maggiore oltre ad aggiustamenti dinamici dell’allocazione”.

LO SCENARIO RESTA QUELLO DI UNO SOFT LANDING


Monica Defend, Head of Amundi Investment Institute, e Francesco Sandrini, Chief Investment Officer di Amundi SGR prevedono “una lieve decelerazione dell’economia statunitense verso un cosiddetto soft landing; la ripresa dell’Europa verso la crescita potenziale sarà moderata e progressiva, mentre l’Asia rimarrà un importante motore della crescita, nonostante il rallentamento della Cina”. La conferma del calo dell’inflazione, con l’ultimo dato americano al +2,7% annuo, in linea con le attese, dovrebbe avvicinare il prossimo taglio della Fed, con una politica accomodante da parte delle banche centrali che dovrebbe proseguire anche il prossimo anno.

CRESCITA GLOBALE AL 3% NEL 2025


I due esperti di Amundi prevedono che “la crescita globale si stabilizzi al 3% nel 2025 e nel 2026, con anche il differenziale di crescita tra i mercati emergenti e quelli sviluppati che dovrebbe stabilizzarsi, con quelli emergenti che cresceranno del +3,9% e i mercati sviluppati del +1,6%”. Tornando alla politica monetaria, entro la fine del 2025 Amundi prevede che i tassi di interesse terminali raggiungano il 3,50% negli Stati Uniti, il 2,25% nell'Eurozona e il 3,50% nel Regno Unito. Per contro, la Banca del Giappone dovrebbe attuare altri due rialzi. Le banche centrali dei paesi emergenti intendono attuare politiche più indipendenti, con un allentamento graduale.

POSIZIONE PRO-RISCHIO


In questo contesto, la posizione di Amundi per il 2025 è leggermente pro-rischio, bilanciata con asset resilienti all’inflazione. Il reddito fisso resta interessante, meglio restare più cauti sulla parte lunga della curva, con più spazio sui segmenti più brevi negli Usa. I titoli di Stato europei sono anche una fonte di diversificazione, considerato il rallentamento dell’inflazione. Nell’azionario c’è spazio per un proseguimento del rally, considerando anche le mid-cap Usa, oltre alle mega-cap. Più cautela per le small-cap “perché necessitano maggiormente di finanziamenti e per questo sono più sensibili alle variazioni dei tassi da parte delle banche centrali”, ha precisato Francesco Sandrini.

COGLIERE OPPORTUNITÀ


“Nel 2025 sarà fondamentale cogliere le opportunità offerte dagli asset rischiosi, bilanciando al contempo i rischi di inflazione. Gli investitori dovrebbero ampliare l'esposizione azionaria oltre le mega-cap statunitensi, cercare reddito tra gli asset liquidi e illiquidi e implementare le coperture in un mondo più frammentato”, ha dichiarato Vincent Mortier, Group CIO di Amundi. Per Monica Defend, “in un mondo di anomalie ci sono comunque molti aspetti positivi. Individuare le opportunità create dalle scelte politiche e dai mutamenti geopolitici sarà importante tanto quanto salvaguardare i portafogli dai rischi che tali cambiamenti comportano”.

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