L'analisi
Candriam: Germania verso più flessibilità fiscale, positiva anche per la Ue
Nadège Dufossé, Global Head of Multi-Asset, vede possibile la creazione di un contesto più favorevole a riforme economiche più profonde e anche un migliore coordinamento dell'integrazione europea
di Stefano Caratelli 29 Novembre 2024 19:30
Dopo tre anni di complicata coalizione a tre, in Germania il governo Scholz è caduto proprio quando arrivavano giunti i risultati delle elezioni USA che hanno riportato Trump alla presidenza. Bisogna tornare indietro di oltre due decenni per trovare un contesto economico analogo, con due anni consecutivi di contrazione della crescita tedesca, le elezioni anticipate dovrebbero tenersi il 23 febbraio 2025, ed è che la già elevata incertezza politica in Europa, molto superiore a quella degli USA, si attenui in misura significativa prima di quel voto.
Un commento di Nadège Dufossé, Global Head of Multi-Asset di Candriam, osserva che però le elezioni tedesche lasciano la porta aperta a maggiori stimoli fiscali, con la CDU, consapevole di non raggiungere la maggioranza dei 2/3 nel nuovo Bundestag per modificare la Costituzione, sempre più disposta a discutere una riforma del freno al debito prima del voto. Questo, secondo l’esperta di Candriam, darebbe sicuramente margini di manovra fiscali al prossimo governo che, secondo i sondaggi, potrebbe essere guidato dalla stessa CDU.
Anche la Bundesbank ha già dato via libera a una riforma del freno al debito, constatando le difficoltà indotte dal vincolo e ammettendo che una valutazione critica delle priorità di politica economica è quasi certamente inevitabile e resterà all'ordine del giorno anche se il freno al debito dovesse essere riformato. La Bundesbank accetterebbe una riforma se utile per continuare a garantire solide finanze pubbliche.
Ad avviso di Candriam, dato il contesto tedesco, sembra probabile l'introduzione di una Golden rule, secondo cui nel corso del ciclo economico il governo si potrà indebitare ma solo per investimento e non per finanziare la spesa corrente. In modo analogo al risultato delle presidenziali USA, prosegue Dufossé, le proposte di Mario Draghi di riformare radicalmente l'architettura economica europea per salvaguardarne la competitività avrebbero dovuto fungere da monito, ma i Paesi europei appaiono divisi su questi temi, e appare improbabile che il suo ambizioso piano venga attuato rapidamente.
Sul breve termine, le differenze politiche tra gli Stati membri e la resistenza a profonde riforme fiscali ne rendono difficile la realizzazione. L’esperta di Candriam non ritiene che un piano così ambizioso sarà attuato nel prossimo futuro, a causa del predominio degli interessi nazionali. Ma, aggiunge, sul medio termine, è possibile una svolta.
Le elezioni anticipate in Germania potrebbero aprire la strada a una maggiore flessibilità fiscale, sottolinea Dufossé in conclusione, creando così un contesto più favorevole a riforme economiche più profonde e a un migliore coordinamento dell'integrazione europea.
VERSO UN NUOVO GOVERNO A GUIDA CDU
Un commento di Nadège Dufossé, Global Head of Multi-Asset di Candriam, osserva che però le elezioni tedesche lasciano la porta aperta a maggiori stimoli fiscali, con la CDU, consapevole di non raggiungere la maggioranza dei 2/3 nel nuovo Bundestag per modificare la Costituzione, sempre più disposta a discutere una riforma del freno al debito prima del voto. Questo, secondo l’esperta di Candriam, darebbe sicuramente margini di manovra fiscali al prossimo governo che, secondo i sondaggi, potrebbe essere guidato dalla stessa CDU.
APERTURE ANCHE DALLA BUNDESBANK
Anche la Bundesbank ha già dato via libera a una riforma del freno al debito, constatando le difficoltà indotte dal vincolo e ammettendo che una valutazione critica delle priorità di politica economica è quasi certamente inevitabile e resterà all'ordine del giorno anche se il freno al debito dovesse essere riformato. La Bundesbank accetterebbe una riforma se utile per continuare a garantire solide finanze pubbliche.
POSSIBILE DEROGA AL DEBITO, MA SOLO PER INVESTIMENTI
Ad avviso di Candriam, dato il contesto tedesco, sembra probabile l'introduzione di una Golden rule, secondo cui nel corso del ciclo economico il governo si potrà indebitare ma solo per investimento e non per finanziare la spesa corrente. In modo analogo al risultato delle presidenziali USA, prosegue Dufossé, le proposte di Mario Draghi di riformare radicalmente l'architettura economica europea per salvaguardarne la competitività avrebbero dovuto fungere da monito, ma i Paesi europei appaiono divisi su questi temi, e appare improbabile che il suo ambizioso piano venga attuato rapidamente.
DIFFICILI DA REALIZZARE LE RIFORME DI DRAGHI
Sul breve termine, le differenze politiche tra gli Stati membri e la resistenza a profonde riforme fiscali ne rendono difficile la realizzazione. L’esperta di Candriam non ritiene che un piano così ambizioso sarà attuato nel prossimo futuro, a causa del predominio degli interessi nazionali. Ma, aggiunge, sul medio termine, è possibile una svolta.
MA SI PUÒ APRIRE UN MAGGIOR COORDINAMENTO DELL’INTEGRAZIONE UE
Le elezioni anticipate in Germania potrebbero aprire la strada a una maggiore flessibilità fiscale, sottolinea Dufossé in conclusione, creando così un contesto più favorevole a riforme economiche più profonde e a un migliore coordinamento dell'integrazione europea.