L'apertura dei mercati
Banco Bpm sopra la parità in Borsa nel giorno del cda sull'offerta Unicredit
In attesa della riunione del cda che valuterà l'Ops ostile, il titolo di Banco Bpm apre la seduta in positivo dopo i rialzi di ieri. Ancora in rosso il titolo Unicredit. Trump annuncia nuovi dazi sulle importazioni dal Canada e dal Messico
di Antonio Cardarelli 26 Novembre 2024 09:13
Avvio in rosso per il Ftse Mib, che cede poco più di un punto percentuale. Ancora in negativo il titolo di Unicredit, mentre Banco Bpm guadagna lo 0,3%.
A Piazza Affari occhi puntati sul cda di Banco Bpm che, in mattinata, affronterà il tema dell’Ops ostile lanciata da Unicredit. L’operazione si presenta complessa alla luce della contrarietà espressa dal governo (impegnato nella privatizzazione di Mps con il coinvolgimento proprio di Bpm), ma non è escluso che l’obiettivo del ceo di Unicredit, Andrea Orcel, sia un altro. Il ministro dell’economia Giorgetti ha già ventilato l’ipotesi di usare la “golden power” nella valutazione dell’operazione, che vedrebbe in primo piano i francesi di Credit Agricole.
Intanto Wall Street, nella seduta di ieri, ha aggiornato i record intraday degli indici S&P 500 e Dow Jones. I mercati hanno accolto in modo favorevole la nomina di Scott Bessent a segretario del Tesoro. Sarà lui a dover implementare le politiche fiscali di Trump, che ieri ha annunciato ulteriori dazi del 10% sulle importazioni cinesi negli Stati Uniti e del 25% per Messico e Canada.
Dopo l’annuncio della nomina di Bessent i rendimenti dei Treasury sono calati, ma per avere maggiore visibilità sulle prossime mosse della Fed bisognerà leggere i verbali dell’ultima riunione, che verranno pubblicati oggi. Sempre in tema di banche centrali, oggi in Europa sono in programma gli interventi dei membri della Bce Francois Villeroy, Mario Centeno e Olli Rehn.
L’effetto dazi si fa sentire sulla Borsa di Tokyo, con l’indice Nikkei che ha chiuso in calo dello 0,87% appesantito dai settori automotive ed elettronica. Deboli anche le Borse cinesi a poco dalla chiusura. Sul valutario l'euro resta sotto 1,05 dollari a 1,047. Il petrolio viaggia in rialzo, mentre le tensioni in Medio Oriente restano in focus con le trattative su un possibile cessate il fuoco tra Israele ed Hezbollah in Libano: il Wti gennaio sale dello 0,2% a 69,07 dollari al barile, il Brent di pari scadenza dello 0,25% a 73,19 dollari. Poco mosso il gas naturale scambiato ad Amsterdam a 47,35 euro al megawattora. L'oro è sulla parità a 2.618 dollari l'oncia, dopo il -3,4% di lunedì. Infine, il Bitcoin dopo la cavalcata seguita all'elezione di Trump, rallenta e, per il momento, si allontana dalla soglia dei 100.000 dollari.
OGGI IL CDA DI BANCO BPM
A Piazza Affari occhi puntati sul cda di Banco Bpm che, in mattinata, affronterà il tema dell’Ops ostile lanciata da Unicredit. L’operazione si presenta complessa alla luce della contrarietà espressa dal governo (impegnato nella privatizzazione di Mps con il coinvolgimento proprio di Bpm), ma non è escluso che l’obiettivo del ceo di Unicredit, Andrea Orcel, sia un altro. Il ministro dell’economia Giorgetti ha già ventilato l’ipotesi di usare la “golden power” nella valutazione dell’operazione, che vedrebbe in primo piano i francesi di Credit Agricole.
NUOVI RECORD A WALL STREET
Intanto Wall Street, nella seduta di ieri, ha aggiornato i record intraday degli indici S&P 500 e Dow Jones. I mercati hanno accolto in modo favorevole la nomina di Scott Bessent a segretario del Tesoro. Sarà lui a dover implementare le politiche fiscali di Trump, che ieri ha annunciato ulteriori dazi del 10% sulle importazioni cinesi negli Stati Uniti e del 25% per Messico e Canada.
OGGI I VERBALI FED
Dopo l’annuncio della nomina di Bessent i rendimenti dei Treasury sono calati, ma per avere maggiore visibilità sulle prossime mosse della Fed bisognerà leggere i verbali dell’ultima riunione, che verranno pubblicati oggi. Sempre in tema di banche centrali, oggi in Europa sono in programma gli interventi dei membri della Bce Francois Villeroy, Mario Centeno e Olli Rehn.
VALUTE E MATERIA PRIME
L’effetto dazi si fa sentire sulla Borsa di Tokyo, con l’indice Nikkei che ha chiuso in calo dello 0,87% appesantito dai settori automotive ed elettronica. Deboli anche le Borse cinesi a poco dalla chiusura. Sul valutario l'euro resta sotto 1,05 dollari a 1,047. Il petrolio viaggia in rialzo, mentre le tensioni in Medio Oriente restano in focus con le trattative su un possibile cessate il fuoco tra Israele ed Hezbollah in Libano: il Wti gennaio sale dello 0,2% a 69,07 dollari al barile, il Brent di pari scadenza dello 0,25% a 73,19 dollari. Poco mosso il gas naturale scambiato ad Amsterdam a 47,35 euro al megawattora. L'oro è sulla parità a 2.618 dollari l'oncia, dopo il -3,4% di lunedì. Infine, il Bitcoin dopo la cavalcata seguita all'elezione di Trump, rallenta e, per il momento, si allontana dalla soglia dei 100.000 dollari.
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