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A Baku

Al via oggi Cop29 in Azerbaijan

Inizia la Conferenza dell’Onu sul clima, con il segretario generale Antonio Guterres che lancia un appello per agire al più presto. Donald Trump è pronto a far uscire gli Usa dall’accordo di Parigi

di Fabrizio Arnhold 11 Novembre 2024 10:10

financialounge -  Baku Clima Cop29 ONU
I fenomeni meteorologici estremi sono in aumento ma il mondo continua a sottovalutare l’impatto del cambiamento climatico. Si apre oggi, 11 novembre 2024, a Baku, in Azerbaijan, la Cop29 sul clima. Pochi giorni fa è stato il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, a lanciare un nuovo appello ad agire subito per limitare gli effetti dei cambiamenti climatici.

TEMPERATURE IN AUMENTO


L’aumento delle temperature sta superando la soglia di 1,5 gradi, che era stato fissato come obiettivo da non superare in occasione dell’accordo di Parigi nel 2015. Negli ultimi mesi sono in aumento fenomeni meteo estremi, come inondazioni e incendi, con tutte le conseguenze del caso su uomini e infrastrutture.

PUNTO DI NON RITORNO


Guterres ha parlato, in una intervista al Guardian, di un punto di non ritorno, come il collasso della foresta pluviale amazzonica e della calotta glaciale della Groenlandia, evidenziando come i governi non stiano facendo abbastanza per tagliare le emissioni di gas serra per limitare questi fenomeni.

INCOGNITA TRUMP


Questa edizione della Conferenza Onu sul clima deve fare i conti anche con Donald Trump. Il neo eletto presidente Usa, infatti, intende far uscire gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi, firmando un ordine esecutivo nel suo primo giorno in carica, riporta il Wall Street Journal. Il provvedimento sarebbe praticamente pronto, in attesa solo della firma.

L’OBIETTIVO FINANZIARIO


A Baku si tenterà di fissare anche un obiettivo finanziario per sostituire l’impegno di 100 miliardi di dollari in scadenza il prossimo anno, stabilendo nuove modalità e quali paesi contribuiranno a fornire il denaro necessario per proseguire nella decarbonizzazione dell’economia mondiale. Da definire anche la posizione della Cina, con molti Stati del nord del mondo che non ritengono più Pechino come un Paese in via di sviluppo nel processo climatico dell’Onu, pretendendo quindi che contribuisca ai finanziamenti. Pressioni anche su Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita che hanno, però, un’economia che si basa proprio sullo sfruttamento dei combustibili fossili.

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