Sunday View

Ma come ha fatto Taylor Swift a diventare così famosa?

La febbre per la pop star americana sembra scoppiata all’improvviso, arrivando persino a diventare un indicatore economico. E la prossima settimana Taylor Swift sarà in concerto in Italia. Ma ci siamo mai chiesti come e quando è successo?

di Lorenzo Cleopazzo 7 Luglio 2024 09:30

financialounge -  economia sunday view Taylor Swift
Forse si è un po’ persa quella magia.

Quella sensazione di non sapere cosa verrà dopo, di farsi coccolare da una voce che ci tiene compagnia fin quando lo decidiamo noi, di pensare “bella questa” mentre alziamo il volume di una canzone che non conosciamo. Forse si è un po’ persa la radio, in favore dell’onnipresente streaming. O forse no, dato che certe canzoni vanno forte tanto sulle classiche frequenze, quanto sulle app. E allora eccoci qua, un attimo prima a sentire il deejay che annuncia l’ultimo brano del cantante del momento, e un attimo dopo a cercare quello stesso cantante in streaming.

Ma allora sono le radio e le playlist a fare le fortune delle pop star o viceversa? Come diceva un noto filosofo, la verità sta nel mezzo. A meno che non ti chiami Taylor Swift.

La giovane diva della musica mondiale è diventata un caso impressionante, capace di conquistare i cuori dei fan e gli spazi sui media. Ma come e quando è scoppiata la Taylor-mania? C’è chi se lo è chiesto almeno una volta e chi mente.

Noi, nel dubbio, facciamo un po’ di chiarezza.

THAT’S WHAT PEOPLE SAY


Per chi se lo fosse perso, il jet della Swift è scatenato quanto la sua passeggera: con il suo The Eras Tour, la popstar è partita da Glendale, USA, il 17 marzo 2023, raccogliendo record su record. Per dare un’idea, basti pensare che con gli spettacoli del 13 e 14 luglio a San Siro, i biglietti dei treni diretti a Milano dalle principali città del centro-sud sono raddoppiati, mentre quelli provenienti da Zurigo sono aumentati del 360%. Ecco, questa è la Taylor-mania, con richieste di pernottamenti e servizi che schizzano alle stelle in ogni città in cui si prevede un suo concerto. Che poi dicevamo: com’è che siamo arrivati a questo punto?

Da quando suonava country nelle palestre scolastiche, all’essere nominata persona dell’anno dal Time, ne passa. In particolare passa una strategia ben definita, basata sul contatto molto stretto col pubblico nei primi anni di carriera, con addirittura concerti dedicati in casa sua, degli easter eggs nel merchandise e anche una pagina social dove i fan potevano sfoggiare gli ultimi acquisti a tema “Swifty” per essere notati dalla cantante.

La cesura tra la fama di prima e la fama di ora, però, arriva nel 2014, quando la Swift decide di togliere le sue canzoni da Spotify e Apple Music per protesta – e che protesta – verso gli scarsi indotti della piattaforma verso gli autori. Risultato? Vince la Swift.

Quattro anni più tardi cambia casa discografica, ma la sua prima etichetta le nega i diritti delle canzoni, che intanto vengono scambiati più volte per sempre più dollari. L’ultimo passaggio a un fondo d’investimento per 300 milioni di dollari. Lei cosa fa? Registra di nuovo e per intero i suoi primi 6 album. Risultato? Vince la Swift.

Da qui è un tripudio: basta digitare una “t” sulle app di streaming e le sue canzoni sono al primo risultato. Un successo enorme e totalizzante, che però almeno un'altra figura ha saputo replicare.

UNO FAMOSO, L’ALTRO FAMOSISSIMO


Se chiedessimo a un uomo del Medioevo e a uno del Rinascimento chi è il filosofo per antonomasia, il primo risponderebbe senza dubbio Platone, mentre l’altro Aristotele. Cos’è successo? Nei primi anni del Medioevo, l’istruzione era modellata sul pensiero degli autori romani, i quali erano fortemente influenzati dalla diffusione degli scritti platonici. La prima Chiesa cristiana, poi, aveva riletto la dimensione metafisica e perfetta di Platone, l’Iperuranio, come un’anticipazione illuminata del concetto del Regno dei Cieli, e elevando l’autore a fulcro dell’insegnamento filosofico. Solo che c’era quel Demiurgo... La figura divina che per Platone veniva dopo le Idee e le plasmava per creare il mondo. Questo non combaciava proprio perfettamente con il Dio eterno e onnipotente della dottrina cristiana, che ormai aveva preso piede in tutti gli ambienti di potere del Medioevo. In questo senso, viene in soccorso il Primo Motore Immobile di Aristotele: quel concetto divino che è pura perfezione, che è al di là del mondo pur essendone – appunto – il motore, colui che “muove senza essere mosso”. Colui che è piaciuto parecchio ai magister medievali.

Risultato? Vince Aristotele.

DUE NOMI INDICATIVI


L’abbiamo fatta molto semplice la storia di come Aristotele fosse diventato così famoso, più di Platone. Ma il fatto è che aveva raggiunto un successo tale, che i suoi studi enciclopedici su animali e umani, erano usati secoli e secoli dopo nelle università. Al punto che si trovavano discrepanze tra le tavole aristoteliche e il soggetto analizzato in quel momento, l’errore veniva trovato nel secondo. Guai a dire che il filosofo avesse torto.

Ecco, e se forse anche Taylor Swift è entrata in qualche corso universitario, di certo il suo successo è stato usato da Neuberger Berman come indicatore economico per parlare della spesa dei consumi americani.

Una ragazza che a 10 anni suonava – il campanello – in tutte le case discografiche dei Nashville, e che a 34 anni è miliardaria solo grazie alla musica. Numeri alla mano, Bloomberg ci dice che i diritti delle canzoni le rendono ben 400 milioni di dollari, i concerti 370, lo streaming 120, gli investimenti immobiliari 110 e la vendita del merchandise 80. Totale? Un miliardo e ottanta milioni di dollari di patrimonio.

Ecco, con le dovute proporzioni, anche Aristotele aveva un successo simile qualche secolo fa, solo che allora non c’erano società a contare quanto gli rendevano i diritti dei suoi libri.

BONUS TRACK


Che poi probabilmente Aristotele sarebbe stato anche più ricco di Taylor Swift, se solo avesse avuto il suo merchandise ufficiale.

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