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L'analisi

Morgan Stanley IM spiega perché torna valido un portafoglio strategico 60/40

Un commento Macro Insight a cura di Jitania Kandhari ripercorre le serie storiche di obbligazioni e azioni per sottolineare i vantaggi di diversificazione e protezione dal rischio di un’allocazione ripartita

di Virgilio Chelli 12 Aprile 2024 14:12
financialounge -  Jitania Kandhari mercati Morgan Stanley Investment Management

Negli ultimi due decenni gli investitori in azioni e bond hanno beneficiato di rendimenti strutturalmente in calo, che hanno fatto crescere le valutazioni, con una deviazione dalla storica correlazione negativa tra i due mercati, destinata ad attenuarsi nel 2024, aumentando i benefici della diversificazione e abbassando quelli di ribasso. Due anni dopo che entrambe le asset class hanno generato ritorni negativi, che ora si prospettano invece positivi, con un ritorno della validità di un portafoglio 60/40 tra azioni e obbligazioni, confermata anche dall’analisi storica di dati su un arco di 200 anni.

UN TREND PREVISTO GIÀ A INIZIO DEL 2023


Sono le conclusioni di un Macro Insight di Morgan Stanley IM a cura di Jitania Kandhari, Deputy CIO, Solutions & Multi Asset Group, Head of Macro & Thematic Research, Emerging Markets, Portfolio Manager, Passport Equity. L’esperta sottolinea che l’analisi storica suggerisce una probabilità dell’80% di ritorni positivi a due anni di distanza di un anno di performance negativa sia dei bond che delle azioni, come nel 2022, quando le obbligazioni non hanno fatto da ammortizzatore alla flessione delle Borse e  il portafoglio 60/40 ha sofferto un calo del 17,5%, la peggior performance dal 1937. Già a inizio del 2023 Morgan Stanley IM aveva previsto un ritorno della strategia 60/40, poi confermato da un rialzo del 26,3% dello S&P 500 e da un ritorno del 3,6% dell’investimento in Treasury a 10 anni, il che si è cifrato in un +17,2% per il portafoglio 60/40, ben sopra la media storica di +7,8%.

UNA CORRELAZIONE GUIDATA DALL’INFLAZIONE


La “tempesta perfetta” del 2022 ha coinciso con l’avvio della forte stretta monetaria delle banche centrali per contrastare il ritorno dell’inflazione. L’esperta di Morgan Stanley IM sottolinea che è proprio l’inflazione a guidare storicamente la correlazione tra azioni e bond e aggiunge che ora con la corsa dei prezzi in frenata la correlazione si attenua con l’effetto collaterale di aumentare la volatilità del portafoglio 60/40. Ma è l’interazione tra inflazione e crescita economica a guidare i ritorni sia delle azioni che dei bond, e l’analisi dei dati dal 1946 mostra che il portafoglio 60/40 riesce a performare in ambienti macroeconomici diversi, facendo meglio quando la crescita reale accelera e l’inflazione frena.

IL 60/40 SOLIDO PUNTO DI PARTENZA PER UN’ASSET ALLOCATION STRATEGICA


Al contrario, la strategia 60/40 fa più fatica quando la crescita rallenta e l’inflazione accelera. Secondo l’esperta di Morgan Stanley IM la formula 60/40 continuerà a essere utile come solido punto di partenza per la costruzione di una asset allocation strategica. Su un arco di ben 200 anni ha prodotto un ritorno composito annuale del 7,3%. E, ancora più importante, sia azioni che bond hanno sofferto nei soli 16 casi, compreso il 2022, che hanno visto calare entrambe le asset class nello stesso anno. Inoltre, nelll’81% dei casi la strategia 60/40 ha prodotto ritorni positivi nei due anni successivi.

UN TREND DESTINATO A PROSEGUIRE NEL 2024


Il tutto suggerisce che questo si verifichi anche nel 2024, dopo il 2023, anche in considerazione dello scenario base di Morgan Stanley IM di crescita in moderato rallentamento e inflazione in calo nei prossimi 12 mesi, dopo aver prodotto l’anno scorso un +17,2%. Secondo Jitania Kandhari inoltre la correlazione tra bond e azioni quest’anno sarà decisamente minore di quella sperimentata nel 2022, ma ancora più elevata rispetto ai precedenti 25 anni, questo perché c’è stato il ritorno dell’inflazione.

OBBLIGAZIONI PROTEZIONE IN CASO DI RECESSIONE


Ma rimane comunque la motivazione della diversificazione, il che vuol dire che in caso di recessione le obbligazioni possono servire da copertura. L’esperta di Morgan Stanley IM cita i dati storici del National Bureau of Economic Research secondo cui nell’ 88% delle 34 recessioni che hanno colpito gli USA dal1854, il ritorno nominale dei bond è stato positivo, in media del +6.3%.
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