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L'analisi

Cos'è il friendshoring e come sta cambiando il futuro industriale della Cina

AllianceBernstein, in un approfondimento di John Lin, spiega che le imprese cinesi restano importanti nel commercio globale anche se le tensioni geopolitiche hanno favorito molto Messico e Vietnam

di Virgilio Chelli 4 Aprile 2024 12:28
financialounge -  AllianceBernstein cina economia friendshoring globalizzazione

Le tensioni geopolitiche degli ultimi anni hanno spinto le aziende a ripensare le catene di fornitura, con le imprese USA che stanno lasciando la Cina per trasferire le operazioni altrove. Ma nonostante la crescente presenza di paesi come Messico e Vietnam nella produzione manifatturiera, le aziende cinesi rimangono profondamente coinvolte nelle supply chain globali. La deglobalizzazione sta modificando i processi produttivi delle imprese in diversi settori e molte stanno trasferendo la produzione più vicino ai paesi di origine o in regioni con minori probabilità di restare invischiate in conflitti geopolitici destabilizzanti.

EXPORT CINESE CALATO VERSO GLI USA MA SALITO NEL RESTO DEL MONDO


AllianceBernstein affronta il tema del cosiddetto "Friendshoring" e del suo impatto sui produttori cinesi in un approfondimento a cura di John Lin, Chief Investment Officer China Equities, che segnala flussi commerciali che si dirigono in Messico e in Vietnam, e di conseguenza dal 2018 le importazioni USA dalla Cina sono scese al 15% circa del totale, ma nello stesso periodo, le esportazioni cinesi verso il resto del mondo sono aumentate. Messico e Vietnam hanno tratto enormi benefici dai cambiamenti delle catene di fornitura, ma non vuol dire che la Cina sia uscita di scena.

UN CAMBIAMENTO CHE HA FAVORITO LA CRESCITA DI MESSICO E VIETNAM


L’esperto di AllianceBernstein sottolinea che le esportazioni cinesi verso il Vietnam sono cresciute del 72% dal 2018, mentre le importazioni USA dal Vietnam sono aumentate nella stessa misura. Nello stesso quinquennio, le esportazioni cinesi verso il Messico hanno registrato un'espansione del 155%. Per quanto l'aumento degli scambi commerciale giovi alla crescita economica di Messico e Vietnam, osserva Lin, le imprese cinesi sono ancora integrate nelle filiere rilocalizzate e rimangono in gioco.

MA I PRODUTTORI CINESI SI SONO PRESTO ADATTATI


I dati sugli scambi commerciali indicano infatti che i produttori cinesi si sono rapidamente adattati alla nuova realtà, trasferendo le operazioni nelle regioni più gettonate per la produzione manifatturiera. Molti stanno dirottando gran parte delle loro spedizioni e/o spostando gli impianti produttivi verso altri paesi. La ricerca di AllianceBernstein indica che le aziende cinesi rappresentano circa la metà dei fornitori di Apple in Vietnam.

DINAMICHE CHE HANNO ALLONTANATO ALCUNI INVESTITORI


Queste complesse dinamiche commerciali sono importanti per le imprese cinesi, ma anche per gli investitori, rileva Lin: la deglobalizzazione e i rischi commerciali potrebbero in effetti aver allontanato alcuni investitori azionari dalla Cina, ma l'impatto sulle singole imprese è molto più sfumato. Diversificare le catene di fornitura fuori della Cina è infatti tutt'altro che semplice.

MA NON È FACILE SOSTITUIRE I CINESI


L’esperto di ALlianceBernstein spiega che spesso i produttori globali scoprono che non è facile sostituire le aziende cinesi che forniscono prodotti essenziali per processi produttivi complessi. Ora, con l'avvicinarsi delle presidenziali USA, le preoccupazioni commerciali potrebbero suscitare nuovi interrogativi per le imprese cinesi. Ma nonostante le pressioni John Lin è dell'avviso che gli investitori azionari selettivi possano trovare in Cina aziende resilienti, con modelli di business sempre funzionali al commercio globale e una capacità di generazione di cash flow che ne sostiene il potenziale di rendimento a lungo termine.
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