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I dati

Mercato globale dell’arte in frenata, ma il volume di vendite sale

Rallentano le aste top, aumenta il trading dei beni a prezzi a più accessibili. L’analisi di The Art Basel & Ubs Global Art Market Report 2024

di Paola Jadeluca 22 Marzo 2024 09:45
financialounge -  arte mercati Mood

Dopo due anni di crescita, nel 2023 le vendite nel mercato dell’arte globale hanno rallentato. Una brutta notizia? Fino a un certo punto. A fronte di un rallentamento, infatti, emergono due aspetti positivi. Il primo è che, nonostante la flessione, il giro d’affari mondiale è rimasto comunque superiore al periodo preCovid. Il secondo aspetto positivo, ancor più rilevante, è che sono aumentate le compravendite, un dinamismo messo in moto da opere di valore più basso, segno che l’arte attira più persone. E’ quanto emerge dalla fotografia scattata da The Art Basel and Ubs Global Art Market Report 2024. Ogni anno, in concomitanza con Art Basel, la fiera più importante e attesa del settore, viene rilasciato questo report curato dall’economista Clare McAndrew, fondatrice di Arts Economics,  che analizza le vendite e gli andamenti dei diversi segmenti del mercato, dalle gallerie alle case d’asta, dalle fiere ai collezionisti.

IL VALORE GLOBALE





Il valore globale di mercato è sceso a 65 miliardi di dollari Usa, con una perdita del 4% rispetto al 2022. I volumi, al contrario, sono in salita, arrivati a quota 39,4 milioni, in crescita del 4% sull’anno precedente.  Un segnale di come sta cambiando il mercato. A tirare in alto le quotazioni sono infatti i collezionisti high-end, e il boom degli indici di settore- come succede anche in altri beni di passione come le auto d’epoca, gli orologi vintage e gli stessi Fine Wine – sono i prezzi stellari pagati per opere d'arte di qualità museale da collezionisti ultraricchi. Diverse collezioni di singoli proprietari ammontavano nel 2022 a 2,5 miliardi di dollari, con vendite più che raddoppiate nel 2021. Tanto per fare un esempio: il record di vendita di Andy Warhol, “Shot Sage Blue Marilyn, 1964”, battuta per 195 milioni di dollari da Christie’s.. Inflazione, tassi alti, scenario internazionale instabile dovuto ai conflitti hanno invece fatto sentire il loro maggiore effetto proprio nel segmento high-end. Un fenomeno un poco controcorrente, considerato che spesso gli investimenti di passione sono considerati beni rifugio che aumentano il loro potere di attrazione proprio nei momenti più turbolenti del mercato. Fatto sta che anche per i collezionisti con un patrimonio netto elevato (High net worth) , il periodo è stato influenzato dall’aumento del costo della vita, dalle preoccupazioni sulla creazione di ricchezza e sulla sua stabilità, influenzando la loro volontà di effettuare acquisti e vendite discrezionali, mentre la volatilità sociale e le questioni politiche hanno pesato sul sentiment e hanno distratto la loro attenzione dalla raccolta.

BENI PIÙ ACCESSIBILI, PIÙ INVESTITORI


A movimentare il mercato sono stati i “collezionabili”, collectibles, di prezzo più basso, pari a o al di sotto dei 50mila dollari. Si abbassa la fascia di prezzo, si allarga la platea degli investitori. In gran parte per merito delle vendite su Internet, che ha reso il mercato accessibile da tutto il mondo e da tutti. Non solo. Questi marketplace consentono la visibilità ad artisti, artigiani e designer di tutto il mondo che possono raggiungere un audience internazionale, senza essere per forza all’interno di circuiti, a volte elitari, come le gallerie d’arte. Catawiki, per esempio, dichiara circa 4.000 artisti che vendono sulla propria piattaforma. Le vendite online hanno raggiunto un totale aggregato di 11,8 miliardi di dollari e un tasso di incremento rispetto al 2022 del 7%. Internet è diventata anche la piattaforma di  vendite tra privati, vedi ebay e altri siti specializzati, con un incremento del 2%. La forza del web ha fatto sbarcare online anche le più prestigiose case d’asta come Christie’s e Sotheby’s, ma nonostante questo la contrazione sui volumi d’affari ha interessato proprio le case d’asta, che hanno perso il 7% sul 2022, e le gallerie che hanno perso il 3%.

USA, PRIMO MERCATO


Il mercato statunitense resta il più importante al mondo, con il 42% delle vendite in termini di valore, ma ha registrato un calo del 10%, principale motore della frenata globale. Un fattore chiave è stato l’assottigliamento degli scambi nella fascia alta, considerato le case d’asta di New York sono considerate le chiavi di volta dei beni più costosi sul mercato secondario. Clare McAndrew che ha sottolineato che il deciso calo deve essere considerato in parte fisiologico: “Il mercato Usa ha raggiunto il picco assoluto nel 2022, quindi sarebbe stato difficile compiere progressi da quel livello; sembra un calo importante, ma non lo è se si considera che inizialmente il mercato statunitense si è ripreso dal Covid molto meglio di altri mercati”. Cina, compresa la Cina continentale e Hong

LA CINA IN RIPRESA SORPASSA UK


Dopo il rallentamento legato ai prolungati lockdown la Cina, compresa Hong Kong, è diventato il secondo mercato d’arte globale, con una quota che è salita al 19%, scalzando la Gran Bretagna dal secondo posto. Segnale forte è stata la ripresa a pieno regime delle Fiere di Hong Kong, una delle piazze più dinamiche e più ricche per il business dell’arte.




Crollano le vendite di Arte Nft. Una bolla che s’è gonfiata troppo in fretta e che è esplosa subito. Certo, un mercato difficile da valutare, con picchi ancora in essere. Le vendite di opere d'arte su piattaforme di token non fungibili (NFT) non sono incluse nei dati dell'Art Market Report poiché si verificano al di fuori di gallerie, rivenditori e case d’aste, ma indubbio il boom nel 2021 e altrettanto drammatico il calo negli ultimi due anni. Molti ricordano l’impennata di “Everydays: The First 5000 Days”, opera d’arte digitale creata da Mike Winkelmann, conosciuto come Beeple, che partiva da 100 dollari e in pochi giorni ha toccato la cifra stratosferica di 69 milioni di dollari. Opera entrata nella storia come prima opera d’arte puramente digitale mai trattata da Christie’s. “Una rivoluzione per l’intero mercato dell’arte che ha aperto le porte a questo nuovo segmento”, scrivevano gli analisti di Citi che avevano dedicato un Report al settore: Global Art Market Disruption”.  Mercati con poche barriere all’ingresso, molto liquidi per i trading frequenti, ma anche altamente speculativi, hanno portato a vertiginosi aumenti delle vendite. Nel 2021 le vendite del’Arte Nft erano arrivate a oltre 2,9 miliardi di dollari. Nel 2023 il mercato disruptive dell’arte ha segnato 1,2 miliardi di dollari.
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