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Analisi e prospettive

Edmond de Rothschild non vede bolla azionaria: big tech cari ma utili straordinari

Il Global CIO Benjamin Melman mantiene la ponderazione neutrale sulle azioni e continua a sovrappesare il reddito fisso, e riduce l’esposizione ai Treasury per il maggior rischio di ripresa dell'inflazione in Usa

di Virgilio Chelli 19 Marzo 2024 08:00
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Da fine ottobre l'indice Msci World è balzato di oltre il 20% superando ogni record. I risultati societari del quarto trimestre sono stati in complesso positivi, ma difficilmente possono giustificare rendimenti così straordinari. Di solito guadagni di questo tipo si vedono quando il mercato anticipa la fine di una recessione o in fasi come la bolla Internet del 1995-2000, e visto che non stiamo uscendo da una recessione si è tentati di fare un parallelo tra l'impennata dell'IA e la bolla delle dot.com.

L'ESCALATION DI NVIDIA


Il prezzo delle azioni della star dell'Intelligenza artificiale Nvidia sembra pericolosamente parabolico, ma un commento di Benjamin Melman, Global CIO di Edmond de Rothschild AM, sottolinea che anche gli utili del quarto trimestre sono stati straordinari. La mania dell'IA e la bolla di Internet hanno in comune le aspettative di crescita massiccia degli utili, ma la differenza oggi è che almeno c'è già un incipiente slancio degli utili che ne giustifica l'entusiasmo. Nvidia viene scambiata con un multiplo di 36, impegnativo ma non impossibile per un titolo a forte crescita.

ESUBERANZA SELETTIVA


Inoltre, prosegue l’analisi dell’esperto di Edmond de Rothschild, l'esuberanza su alcuni titoli è molto più selettiva rispetto a prima del 2000, e anche tra i "Magnifici 7" i rendimenti sono variati in modo considerevole, al punto che c'è da chiedersi se i picchi non facciano già parte della storia, come nel caso di Tesla. Melman aggiunge che a fine ottobre, alla vigilia del rally, gli investitori non escludevano un ultimo rialzo della Fed, mentre oggi ci si chiede quando inizierà a tagliare. La riduzione dei tassi potrebbe essere più misurata di quanto si pensasse, ma non sembra essere in discussione, un altro elemento che indica che non si tratta certamente di una bolla.

ECONOMIA USA VERSO NORMALIZZAZIONE


Ma ci si chiede se possa essere in arrivo un cambiamento al ribasso. Melman sottolinea che il contesto economico è comunque favorevole agli asset a rischio: l'economia Usa continua a mostrare vigore sorprendente, le possibilità che il mercato del lavoro torni a condizioni più normali sono ancora buone, e gli ultimi dati suggeriscono che l'intera economia inizierà presto a normalizzarsi. Quella europea sembra meno a rischio di recessione, mentre quella cinese cresce meno, ma evita un crollo grazie a misure di bilancio pubblico.

RISCHIO DI RIPRESA DELL’INFLAZIONE


Le ultime indicazioni delle Banche centrali puntano a un graduale allentamento delle condizioni di credito, che sarebbe benvenuto, dato che i prestiti bancari sono in leggero calo. Dopo gli indicatori deludenti di gennaio sia in Usa che in Europa, il rischio principale oggi è di una ripresa dell'inflazione, secondo Melman. La liquidità sarà meno abbondante, man mano che il Quantitative Tightening della Fed va avanti riducendo seriamente la sua capacità di fornire liquidità.

NEUTRALE SULLE AZIONI, MENO ESPOSIZIONE AI TREASURY


Il premio per il rischio del mercato statunitense è sceso bruscamente, anche se a livelli non particolarmente preoccupanti, indicando che la sovra-performance a lungo termine dei mercati obbligazionari sarà probabilmente inferiore alla media. In considerazione della situazione descritta da Benjamin Melman, Edmond de Rothschild AM mantiene la ponderazione neutrale sui mercati azionari e continua a sovrappesare il reddito fisso. Ma ha ridotto l’esposizione ai Treasury Usa proprio perché ritiene che il rischio di ripresa dell'inflazione sia maggiore rispetto all'Europa.
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