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Ward (JP Morgan AM): “Non abbiamo più bisogno di una recessione, l’economia può migliorare”

In occasione dell’International Media Summit in corso a Londra, gli esperti di JP Morgan Asset Management hanno fatto il punto sui mercati e sul futuro dell’industria del risparmio gestito

di Antonio Cardarelli 13 Marzo 2024 18:09
financialounge -  George Gatch JP Morgan Asset Management Karen Ward mercati

C’è la ricerca nel futuro del risparmio gestito e di JP Morgan Asset Management in particolare. Lo ha ribadito a più riprese il Ceo George Gatch nel dibattito di apertura dell’International Media Summit di Londra, una due giorni dedicata alla stampa internazionale - che vede la presenza di Financialounge.com - per fare il punto sui mercati e sulle nuove prospettive dell’industria dell’asset management.

TECNOLOGIA PER IL FUTURO


La priorità di JP Morgan Asset Management è aiutare i clienti ad avere successo in un periodo così complesso per i mercati. E per farlo la grande società di investimento mette a disposizione le risorse quantitative e qualitative, sparse praticamente in tutto il mondo. Tutto questo unito alla spinta tecnologica sempre più forte anche nel mondo del risparmio gestito, che ha portato JP Morgan al lancio di Morgan Money e di altri servizi di ultima generazione, inclusi servizi che sfruttano l'intelligenza artificiale. Le due chiavi per il futuro, ha specificato Gatch, sono insight e performance: “Viviamo in un contesto più sfidante rispetto al passato, ma se gli investitori riescono a focalizzarsi sui fatti, lasciando da parte le emozioni e il rumore di fondo, anche grazie al nostro aiuto, ecco che le opportunità da cogliere non mancheranno”.

NON C’È PIÙ BISOGNO DI UNA RECESSIONE


Karen Ward, Chief Market Strategist EMEA, si è soffermata sui market insight trattando diversi aspetti. Il primo ha riguardato l’economia globale che sta facendo “molto meglio” delle previsioni, così come l’inflazione sta scendendo al punto che “non abbiamo più bisogno di una recessione”. Anzi, l’esperta vede la possibilità di una accelerazione dell’economia, soprattutto in Europa e nel Regno Unito, dove consumi e fiducia sono in crescita portando a una convergenza con l'economia Usa. “L’inflazione rimane il driver più importante in questa fase – ha spiegato Ward – sia per i mercati azionari che per quelli obbligazionari. Ma le cose stanno migliorando sotto questo aspetto e le banche centrali occidentali cominceranno a tagliare i tassi in estate, se non dovessero farlo sarebbe una grande sorpresa”. Tuttavia, l’esperta sottolinea che i tassi rimarranno più alti più a lungo rispetto a quanto successo in passato “e questa è una buona notizia, sia per l’economia che per i mercati”. Per l’economia perché i tassi più alti dello zero sono un segnale di salute, per i mercati perché in questo contesto i bond possono tornare a svolgere il loro “noioso” ruolo storico: fornire income costante e diversificazione quando c’è uno shock azionario.

DON’T TRADE THE ELECTIONS


Karen Ward ha invitato a resistere alla tentazione del cash, che in tempi incerti potrebbe attrarre grazie a rendimenti apparentemente costanti. Ma se sul lungo termine non c’è paragone tra i ritorni azionari e obbligazionari e quelli da cash, anche sul breve termine, argomenta l’esperta, il cash non è conveniente. Soffermandosi sul mercato azionario, Ward ha ripreso le parole di Gatch, che aveva messo in guardia dalla concentrazione estrema del mercato Usa, dove l’80% della performance è stata guidata solo da 7 titoli. “Ma non c’è il rischio di una bolla come quella di inizio anni Duemila, perché oggi queste aziende stanno producendo utili spettacolari, ma bisogna fare attenzione al rischio concentrazione e cercare di sfruttare la dispersione delle performance”, ha specificato Ward. Sulle elezioni Usa la posizione di Ward è chiara “Don’t trade the elections” perché la storia insegna che mercati ed economia hanno poco a che fare con il risultato elettorale o con la stabilità del governo. “Per creare un portafoglio adatto al futuro – ha concluso Ward – bisogna fare attenzione alla struttura del portafoglio stesso, cercando di sfruttare al meglio ogni asset, compresi gli alternativi che, per esempio, forniscono una protezione contro le fiammate dell’inflazione”.
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