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L'operazione

Il titolo Juve punito a Piazza Affari

Le azioni ordinarie sono in calo del 3%, tonfo del 33% circa per i diritti di opzione nel primo giorno dell’aumento di capitale da 200 milioni. Con la ricapitalizzazione il club bianconero emetterà 126,37 milioni di nuove azioni

di Redazione 11 Marzo 2024 16:20
financialounge -  aumento di capitale azioni Juventus

Nel giorno dell’aumento di capitale da 200 milioni, il titolo della Juventus cede il 3% mentre i diritti di opzione fanno registrare un tonfo del 33% circa. Dopo la chiusura di Borsa di venerdì, il prezzo delle azioni è stato rettificato separando i titoli ordinari, a 2,4075 euro, e i diritti, a 0,4127 euro, che consentono di sottoscrivere una nuova azione per ogni 2 posseduti.

LA RICAPITALIZZAZIONE


Le azioni ordinarie scendono a 2,32, i diritti a 0,2745. Per quanto riguarda la ricapitalizzazione porterà il club bianconero a emettere 126,37 milioni di nuove azioni, a un prezzo di 1,582 euro. Secondo le condizioni dell’operazione, gli attuali prezzi di diritti e titoli ordinari hanno un disallineamento dell’8% che potrebbe restringersi con il proseguimento dell’aumento.

LA POSIZIONE DI EXOR


Exor, che è l’azionista di controllo e detiene il 63,8% del capitale e il 77,9% dei diritti di voto, ha già versato in conto capitale 127 milioni di euro, ossia la sua quota di competenza, e si è impegnato a sottoscrivere fino a ulteriori 72 milioni di euro che risultassero non sottoscritti. I soci che non parteciperanno all’operazione avranno una diluzione della propria quota del 23,4%.

INCASSO NETTO DI 196 MILIONI


Per la Juventus l’incasso netto dell’aumento, togliendo i 4 milioni di commissioni e costi dell’operazione, sarà di 196 milioni: oltre ai 127 milioni versati da Exor, utilizzati per la gestione dei flussi di cassa negativi per l’esclusione dalle coppe europee, il pagamento degli arretrati per l’acquisto di giocatori e la riduzione del debito, i restanti 69 milioni serviranno per far fronte alle esigenze finanziarie dei prossimi 12 mesi, oltre a ridurre l’indebitamento non corrente.
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