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LGIM spiega perché il reddito fisso resterà attrattivo anche nel 2024

Il mercato del lavoro rigido, le tensioni nel Mar Rosso e importanti appuntamenti elettorali provocheranno sui mercati obbligazionari volatilità che, se sfruttata con strategie attive, può significare opportunità di rendimento

di Leo Campagna 15 Febbraio 2024 10:48
financialounge -  Colin Reedie LGIM obbligazionario reddito fisso

Il grande interrogativo di quest’anno, in particolare per chi investe nel reddito fisso, riguarda se sia possibile smettere di preoccuparsi delle conseguenze di un’inflazione alta oppure se, al contrario, con il passare dei mesi la situazione possa peggiorare di nuovo riportando tensioni sui prezzi al consumo. D’altra parte, l’inflazione, il nemico numero uno per il mercato obbligazionario, è probabilmente il parametro più difficile da prevedere, soprattutto alla luce di una volatilità dei prezzi che non si osservava dagli anni Settanta, con lo shock petrolifero.

L’ANNUNCIO DELLE FED DI FERMARE IL RIALZO DEI TASSI


L’annuncio da parte della Federal Reserve statunitense di fermare il prolungato rialzo dei tassi ha scatenato le reazioni quasi euforiche degli investitori che hanno interpretato questa decisione come un segno che l’inflazione era stata contenuta e che, effettivamente, i numeri sono in discesa. “Il problema è che, a cascata, si è diffusa la convinzione che presto le maggiori banche centrali avrebbero dato il via a una serie di tagli dei tassi d’interesse in grado di agevolare un ‘atterraggio morbido’ dell’economia che, invece, è tutt’altro che scontato” tiene a far sapere Colin Reedie, Head of Active Strategies di Legal & General Investment Management (LGIM).

DATI CONTRASTANTI DA INIZIO ANNO


Da inizio anno i dati restano piuttosto contrastanti: a fronte di un trend positivo dell’inflazione persiste un mercato del lavoro statunitense molto solido, con livelli di occupazione più alti del previsto. Inoltre, le tensioni nel Mar Rosso stanno già causando problemi a livello di offerta, con potenziali implicazioni proprio sull’inflazione. “Il mercato si è mosso in anticipo, ipotizzando un costo del denaro in rapido calo e questo è uno dei motivi che ci spinto ad evitare soluzioni con una duration particolarmente alta” spiega Reedie.

I DUBBI SULLA EVENTUALE RECESSIONE NEGLI USA


Un altro punto chiave, secondo il manager di LGIM, è capire se l’economia USA rallenterà nel 2024, a prescindere da una eventuale recessione. “Se il settore manifatturiero in tutto il mondo è in difficoltà quello dei servizi è in buona salute mentre i mercati del lavoro evidenziano una certa rigidità. Il rischio di una recessione non si può quindi affatto escludere ma le probabilità che si manifesti nel primo semestre di quest’anno si stanno riducendo” puntualizza Reedie.

UNA VOLATILITÀ PARTICOLARMENTE ALTA


Nel frattempo gli investitori dovranno continuare ad affrontare una volatilità particolarmente alta, alimentata quest’anno anche dalle elezioni politiche in programma in numerosi mercati chiave (Usa, Unione Europea e India, solo per citarne alcuni). “La volatilità è come il colesterolo: ne esiste una buona e una cattiva. Quest’ultima è strettamente legata ad un rischio sistemico, mentre la buona è quella che, se opportunamente sfruttata attraverso strategie di gestione attive, può dare vita a opportunità di investimento. E noi ci ritroviamo attualmente in quest’ultimo caso” specifica l’Head of Active Strategies di LGIM.

L’ATTRATTIVITÀ DEL SEGMENTO CORPORATE


Per contro, il rally registrato negli ultimi due mesi del 2023 ha eroso parte dei guadagni che gli investitori potevano aspettarsi nell’arco di quest’anno. Inoltre, sebbene l’atterraggio morbido, positivo per gli asset più rischiosi, non sia da escludere sembra che i mercati finanziari lo stiano scontando con una alta probabilità. “Alla luce dell’entità del rally negli ultimi mesi del 2023, le prospettive di un ulteriore capital gain (aumento dei prezzi) potrebbero risultare più incerte. Nonostante ciò, la redditività del comparto fixed-income continua a mantenersi attrattiva rispetto alla sua media storica, soprattutto nel segmento corporate” conclude Reedie.
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