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La Financière de l’Échiquier: il Medio Oriente potrebbe agitare le acque dei mercati

Il gestore Clément Inbona analizza l’impatto di un’eventuale escalation nel conflitto a Gaza sull’andamento azionario, che finora ha mostrato apparente calma

di Virgilio Chelli 9 Gennaio 2024 14:44
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Dall’attacco dei terroristi di Hamas a Israele il 7 ottobre 2023, il Medio Oriente sprofonda, una settimana dopo l’altra, sempre di più nel caos. Non si sono registrate, per ora, conseguenze significative sui mercati finanziari, ma ci si chiede quanto durerà. Hamas, Hezbollah, i ribelli Houthi, lo Stato Islamico: continua ad allungarsi l'elenco delle organizzazioni terroristiche attive nella regione, e lo spettro delle tensioni si sta gradualmente ampliando. Dal Mar Rosso a Iran, Iraq, Libano, la prima settimana del 2024 è stata contrassegnata da eventi sporadici in ognuna di queste aree.

LA CALMA PRIMA DELLA TEMPESTA


Il punto della settimana a cura di Clément Inbona, gestore di La Financière de l’Échiquier, si chiede se non sia la calma prima della tempesta. L’impatto sui mercati azionari è stato finora poco percepibile a livello globale, con il prezzo del petrolio che è anche arretrato del 15% circa negli ultimi 3 mesi, ma secondo Inbona sotto la superficie dei principali indici si può già intravedere una certa agitazione.

L’IMPATTO SULLE ROTTE COMMERCIALI


Costretti ad abbandonare il Canale di Suez dopo una serie di attacchi alle navi mercantili, sono sempre più numerosi gli armatori che si stanno dirottando verso il Capo di Buona Speranza per collegare Asia ed Europa. L’ultima compagnia è la francese CMA CGM. Ne consegue un allungamento dei tempi di transito e un aumento delle tariffe, oltre all’esaurimento dell’offerta di trasporto. E i prezzi delle azioni delle società quotate del settore stanno salendo: la danese Maersk, ad esempio, ha registrato un’impennata di oltre il 30% in un mese, rubando la scena a Novo Nordisk, star di Copenaghen.

SOVRAPERFORMANCE DI DIFESA E AEROSPAZIO


L’esperto di La Financière de l’Échiquier segnala anche la netta sovraperformance rispetto al resto del listino del settore della difesa e dell’aerospazio, rilevando che dall'8 ottobre il settore è salito due volte più velocemente dell'indice globale di tutti i settori riuniti. La lettura di questi eventi si rivela delicata ed è difficile intravedere un'inversione di tendenza a breve termine, secondo Inbona, innanzitutto, perché la situazione nella regione non sembra sul punto di placarsi e, in secondo luogo, perché gli interessi regionali sono estremamente complessi.

L’ANNO ELETTORALE IN USA


Inoltre, prosegue Inbona, poiché il 2024 è un anno elettorale in USA, un maggiore coinvolgimento del gendarme del mondo peserebbe in termini elettorali sul presidente uscente Joe Biden, dopo i fallimenti dei suoi interventi militari nel mondo arabo e in Afghanistan. Infine, nel giro di qualche decennio il contesto energetico è molto cambiato in Usa, a lungo dipendenti dal Medio Oriente, ora diventati il principale produttore ed esportatore netto di petrolio e di gas al mondo.

INVESTITORI DOVRANNO NAVIGARE IN ACQUE AGITATE


La posta in gioco economica è ormai di gran lunga inferiore per il leader mondiale dell’industria della difesa, se vuole continuare a svolgere un ruolo proattivo di arbitro nella regione. In un contesto geopolitico agitato, sottolinea in conclusione l’esperto di La Financière de l’Échiquier, più della metà dell’umanità sarà chiamata alle urne nel 2024, e spetterà agli investitori navigare in un mare che si preannuncia molto mosso.
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