Contatti

L'analisi

UBS WM: le banche centrali trattengono l’energia potenziale, ma i mercati giocano d’anticipo

Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer di UBS WM Italy, analizza le ultime dichiarazioni delle banche centrali formulando previsioni positive per il 2024 dei mercati, soprattutto nell’obbligazionario

di Virgilio Chelli 21 Dicembre 2023 11:40
financialounge -  banche centrali Matteo Ramenghi mercati UBS Wealth Management

In fisica, l’energia potenziale è quella di un corpo in funzione della sua posizione, come uno sciatore in cima a una pista, che quando inizia la discesa prende velocità ma la sua energia potenziale diminuisce. I comunicati e le dichiarazioni delle principali banche centrali della scorsa settimana sembravano voler conservare tutta l’energia potenziale: nessuna ha tagliato i tassi, ma i rendimenti sono precipitati con una fuga in avanti dei mercati. Il paragone è di Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer di UBS WM Italy, secondo cui però nel medio termine le banche centrali dovranno cercare di riprendere il controllo della narrazione sulla politica monetaria, dimostrandosi maggiormente lungimiranti e meno dipendenti dai dati, che spesso riflettono una realtà già superata.

FED E BCE VERSO I TAGLI DEI TASSI


Tornando alle ultime riunioni delle banche centrali, dopo quella della Fed il mercato, forse con un pizzico di entusiasmo, ipotizza un primo taglio dei tassi a marzo, una discesa di oltre un punto percentuale durante il prossimo anno e un’altra riduzione di mezzo punto nel 2025. Stesso copione a Francoforte, dove la BCE ha però annunciato a sorpresa un’accelerazione della riduzione del bilancio dalla seconda metà del 2024, riducendo così più velocemente la liquidità in circolazione. Ramenghi si aspetta un primo taglio a giugno e un allentamento totale di tre quarti di punto nel prossimo anno, senza escludere un’anticipazione di qualche mese, visto il debole quadro economico.

I MESSAGGI DALLA SVIZZERA E DAL REGNO UNITO


Anche la Banca nazionale svizzera ha mandato messaggi più concilianti, ma senza variazioni della politica monetaria e l’esperto di UBS WM si aspetta una riduzione di tre quarti di punto nella seconda parte del 2024. Un po’ più cauta è sembrata infine Bank of England, che come le altre non ha modificato i tassi, ma ha respinto le ipotesi di tagli a inizio anno.

MOVIMENTI IMPORTANTI DEI RENDIMENTI DEI TITOLI DI STATO


Ramenghi osserva che questa inerzia delle banche centrali si confronta con il fermento dei mercati finanziari: da fine ottobre il rendimento del Treasury USA a 10 anni è sceso di un punto percentuale, quello dei Bund di 0,7 punti e quello dei BTP di quasi un punto. Per quanto movimenti importanti, arrivano dopo un anno nel quale le obbligazioni non hanno brillato e hanno recuperato solo una piccola parte delle svalutazioni del 2022, l’anno peggiore di sempre per il reddito fisso, mentre il mercato azionario si è dimostrato più dinamico e ha invece registrato rialzi intorno al 20% dall’inizio dell’anno per indici come l’S&P 500 e l’Euro Stoxx 50, con il FTSE MIB che sfiora addirittura il 30%.

DA PREFERIRE L’INVESTIMENTO OBBLIGAZIONARIO


In questa fase, l’esperto di UBS WM pensa che sia da preferire il mercato obbligazionario e che ci siano ancora opportunità di assicurarsi rendimenti elevati, rendendoli duraturi con scadenze medio-lunghe e limitando la liquidità alle effettive necessità. Le obbligazioni di buona qualità hanno poche probabilità di perdere valore, se tenute a scadenza e potrebbero anche presentare un andamento anticiclico se l’economia dovesse sorprendere in negativo, costringendo le banche centrali ad accelerare i tagli.

ANCHE L’AZIONARIO BENEFICIA DI TASSI BASSI


Anche il mercato azionario beneficia di tassi d’interesse più bassi, che tipicamente spingono verso l’alto il rapporto prezzo/utili, osserva in conclusione Ramenghi. L’andamento degli utili è visto in leggero aumento il prossimo anno ma, in un contesto di bassa crescita economica, potrebbe rivelarsi molto eterogeneo tra settori produttivi e singoli emittenti. Per UBS WM le società con buona redditività e basso indebitamento sono da preferire.
Share:
Trending