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L'analisi

Mercato cinese: cosa aspettarsi nei prossimi mesi secondo abrdn

Robert Gilhooly, Senior Emerging Markets Economist, analizza lo scenario economico del Paese concludendo che le prospettive non sono così fosche come vengono spesso dipinte

di Virgilio Chelli 5 Dicembre 2023 07:55
financialounge -  abrdn cina mercati Robert Gilhooly

Ogni giorno arrivano notizie negative sull'economia cinese alimentando una lunga lista di preoccupazioni tra loro correlate che include: deflazione, pressioni sull’immobiliare, calo dell’export, resistenza dei consumatori a spendere, elevata disoccupazione giovanile, stress dello shadow banking, stato delle finanze degli enti locali, tensioni geopolitiche e un supporto troppo leggero delle politiche. Ma alcuni indicatori, come i dati sul traffico delle metropolitane, continuano a suggerire che alcune aree dei consumi e dei servizi siano in ripresa, il che potrebbe essere coerente con i cosiddetti viaggi "di rivalsa" dopo tre anni di restrizioni pandemiche.

TROPPO RISPARMIO E ANCORA POCHI CONSUMI


E’ quanto argomenta Robert Gilhooly, Senior Emerging Markets Economist di abrdn, alla ricercar di una risposta all’interrogativo se il pessimismo sulla Cina abbia raggiunto l’apice. I consumatori sono nel complesso, ancora cauti, le famiglie stanno accumulando risparmi e spendere quanto messo da parte dal 2020 sembra una decisione troppo azzardata, per cui c'è il rischio che il tasso di risparmio della Cina sia cresciuto in modo permanente. Inoltre la fiducia potrebbe essere stata danneggiato dalle tensioni e incertezze sull’immobiliare, che riguardano anche la dubbia capacità dei costruttori di consegnare le abitazioni per cui gli acquirenti stanno già pagando mutui.

ESAGERATI I TIMORI DI UNA GIAPPONESIZZAZIONE


I paragoni con i "decenni perduti" del Giappone sono frequenti con lo stesso rischio di una grande bolla immobiliare, mentre anche la Cina sta invecchiando rapidamente e sentendo la pressione delle tensioni geopolitiche con l'Occidente. Ma, prosegue l’esperto di abrdn, ci sono ragioni per ritenere che rischi di “giapponesizzazione” siano sopravvalutati, in quanto il calo della popolazione non segnala un imminente crollo della domanda, l'urbanizzazione è ancora in atto, le esigenze di modernizzazione permangono. Il Giappone era già un'economia avanzata quando la bolla è scoppiata a fine anni '80, mentre il PIL pro capite cinese ha ancora un notevole potenziale, anche se ostacolato dalle azioni USA per limitare l'accesso alle tecnologie di fascia alta.

L’ALLENTAMENTO MONETARIO COMINCIA A DARE QUALCHE EFFETTO


Anche se ha rivisto al ribasso le prospettive di crescita a breve della Cina, e pur avendo stimato un calo del 10% del PIL potenziale per i persistenti effetti della pandemia, abrdn mantiene un relativo ottimismo sulle prospettive a lungo termine. Il China Financial Conditions Index di abrdn è stato portato a una posizione di modesto accomodamento, implicando che gli effetti cumulativi del cauto allentamento dovrebbero iniziare a sostenere la crescita in modo più consistente. L’analisi di abrdn prevede un ulteriore allentamento della politica monetaria, che dovrebbe ridurre il rischio di recessione, ritenendo improbabile un approccio "big bang", ma possibile una serie di  ulteriori piccoli interventi.

SE IL RISPARMIO VIENE SPESO I CONSUMI POSSONO SCHIZZARE


Nel caso poi la fiducia del mercato e delle famiglie dovesse scatenarsi, osserva Gilhooly il risparmio in eccesso potrebbe portare a un sorprendente rialzo. L’esperto di abrdn stima che se entro fine 2024 dovesse essere spesa anche solo metà di tutti i risparmi in eccesso, i consumi aumenterebbero dell'11% quest'anno e del 12,5% il prossimo, anziché scendere dal 10% all'8%, come vorrebbero le previsioni di base della casa d’investimento. Ciò significa, afferma Gilhooly in conclusione della sua analisi, che, “se è facile speculare circa i rischi al ribasso, anche i rischi al rialzo sono in aumento”.
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