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La sfida

Investire in sostenibilità, una grande sfida da vincere con l’aiuto della tecnologia

La COP28 offre l’occasione di “leggere” correttamente le risposte giuste ed evitare quelle sbagliate, che rischiano di complicare il problema rendendo poi più costosa la soluzione. Bill Gates rilancia sul tech

di Virgilio Chelli 27 Novembre 2023 08:09
financialounge -  Bill Gates cop28 investimenti sostenibilità tecnologia

L’Economist ha colto l’occasione della COP28, la conferenza ONU sul cambiamento climatico che sta per aprirsi a Dubai e a cui Financialounge.com dedica ampio spazio con approfondimenti e interviste, per dare la pagella agli sforzi di governi, imprese e investitori globali per la transizione verde. In copertina del settimanale britannico spicca un bel Sette e mezzo per gli impegni assunti, ma è il solo. Il mantenimento degli impegni è ben sotto la sufficienza, gli investimenti sono tra il cinque e il sei, allo sviluppo delle rinnovabili va un 6+ ma anche la capacità di adattarsi alla nuova realtà del riscaldamento globale è insufficiente. Giudizo finale: “Hai fatto progressi ma devi impegnarti di più”. Cosa manca per passare dalle parole ai fatti? Probabilmente la cosa più importante è cambiare la narrativa, lo story telling, per ora centrato sulla paura, come nelle fiabe tipo Hansel e Gretel, e passare a raccontare benefici e vantaggi di un mondo migliore, anche in termini di benessere economico, invece di andare a caccia di colpevoli per la fine del mondo imminente.

LA NARRATIVA DEVE PASSARE DALLA PAURA ALLA VISIONE DI UN FUTURO MIGLIORE


Il cambiamento climatico somiglia forse più all’inflazione, con cui abbiamo dovuto rifare i conti dopo che sembrava sepolta, che alla fine del mondo annunciata da chi grida al lupo, nel senso che il rischio vero è che se non viene adeguatamente contrastato il costo per mettere riparo diventa molto più elevato in termini di condizioni economiche e sociali da subire. Proprio come succede se le banche centrali esitano troppo a combattere la corsa al rialzo dei prezzi. Ma ora sembra che i toni della narrativa stiano cambiando, passando dalla paura alla promessa di un futuro migliore. A dar voce a questa nuova visione è Bill Gates, che di come superare i problemi globali rilanciando, ovviamente con la tecnologia, qualcosa ne sa, come ha dimostrato finanziando lo sviluppo dei vaccini e come sta facendo ora sul fronte della transizione verde. Il fondatore di Microsoft prevede che le emissioni di carbonio arriveranno a un picco, drammatico ma non da fine del mondo, prima che inizino a scendere rapidamente come si vorrebbe.

ALLEANZA TRA NATURA E TECNOLOGIA


Andare all’arma bianca contro le emissioni demonizzando tutto quello che negli ultimi 200 anni ha elevato la qualità della vita degli abitanti del pianeta in termini e velocità senza precedenti non è la soluzione, che va trovata invece rilanciando con l’investimento in nuove tecnologie per la rimozione del carbonio e la diffusione di energia pulita, grazie anche a risorse finanziarie da reperire con una fiscalità premiale per chi si allinea e punitiva per chi non lo fa. Gabriel Labbate, che guida la divisione ecosistemi dei programmi ONU per l’ambiante, ha argomentato su Fortune che una grossa mano alla svolta indicata da Gates può arrivare dalla stessa Madre Natura se la protezione degli ecosistemi viene affiancata allo sviluppo delle energie rinnovabili, dal solare all’eolico, fino al tanto vituperato nucleare.

CON UN RUOLO IMPORTANTE PER L’INTELLILGENZA ARTIFICIALE


Un’alleanza tra sviluppo tecnologico per l’energia pulita e protezione delle biodiversità secondo Labbate non solo avrebbe grandi benefici socio-economici, ma metterebbe al servizio della transizione ecologica la grande capacità di assorbimento del carbonio che la Natura ha di suo, a cominciare dalle foreste del pianeta. Il risultato sarebbe un avvicinamento significativo degli obiettivi di riduzione delle emissioni al 2030 e al 2050. Bill Gates non ne parla apertamente, ma è chiaro che la sua scommessa sulla via d’uscita tecnologica dall’emergenza climatica include un ruolo importante dell’Intelligenza Artificiale, in cui l’imprenditore di Seattle ha investito ingentemente. Ma il percorso è disseminato di trappole fatte di luoghi comuni e radicate convinzioni sbagliate.

LE EMISSIONI ARRIVANO DA DOVE SI GUARDA POCO


Quando si parla di emissioni il pensiero va subito alle automobili , meno all’industria di Internet, che pure ne produce quanto tutto il traffico aereo globale, o agli allevamenti di bestiame, soprattutto bovini, destinati ad alimentare la popolazione globale. La produzione di carne è passata da 70 milioni di tonnellate del 1970 a 337 milioni, di cui circa 70 milioni di carni bovine, a cui si aggiungono tra 160 e 200 milioni di tonnellate di latte e derivati e 80 milioni di tonnellate di uova. L’umanità oggi alleva 92 miliardi di animali per macellarne 170 miliardi l’anno, 500 milioni al giorno, con processi che generano il 14,5% per cento delle emissioni totali, secondo dati Fao più di tutti i mezzi di trasporto messi insieme, occupando più di due terzi del territorio agricolo e consumando enormi quantità di acqua.

BOTTOM LINE


Per l’investitore che guarda al lungo termine il contrasto al cambiamento climatico è un’opportunità epocale che attraversa tutte le asset class. Ma “leggerla” correttamente è complicato e si possono fare molti errori causati da un approccio emotivo e non razionale e analitico. Bill Gates è sicuramente una bussola più affidabile di tante voci agitate che vorrebbero risolvere il problema tornando ai velieri per traversare l’Atlantico. In questi giorni Financialounge.com darà voce ad esperti ‘veri’ per orientarsi nelle tante proposte per impiegare remunerativamente i risparmi nel mega trend della sostenibilità.
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