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Raiffeisen CM: per i mercati emergenti determinanti i rendimenti Usa e la congiuntura cinese

Se oltre ad un calo dei rendimenti obbligazionari Usa e un indebolimento del dollaro la Cina dovesse ritornare su un percorso di crescita più sostenuto, è possibile un’outperformance di azioni e bond dei Paesi emergenti

di Leo Campagna 23 Novembre 2023 07:55
financialounge -  mercati mercati emergenti Raiffeisen Capital Management

Un ulteriore incremento dei rendimenti obbligazionari USA e le tensioni geopolitiche hanno contribuito ad alimentare un clima di incertezza sui mercati finanziari a ottobre sui cui ha prevalso il sentiment negativo emerso a settembre. Un contesto nel quale gli spread del debito emergente si sono leggermente allargati rispetto ai titoli di Stato USA mentre gli indici globali azionari e le borse dei paesi in via di sviluppo hanno accusato una perdita di circa il 4,5%.

RAGGIUNTI NUOVI MINIMI PER AZIONI E BOND


Tuttavia, come fa notare il Team Cee & Global Emerging Markets di Raiffeisen Capital Management, con l’occasione potrebbero essere stati raggiunti "minimi provvisori" sia nell’equity che nel reddito fisso. Non è escluso che, verso la fine dell'anno, si possa configurare una ripresa alla luce anche dei segnali positivi emersi dal rally dei mercati azionari in novembre sulla scia del netto calo dei rendimenti obbligazionari negli USA. “Alcuni segnali sembrano confermare che possa trattarsi dell'inizio di una ripresa duratura che potrebbe configurare una tendenza più positiva verso la fine dell'anno” spiega il Team.

LA CONGIUNTURA GLOBALE IN RALLENTAMENTO


Le prospettive restano ancora poco positive, invece, guardando a più lungo termine, almeno sul fronte congiunturale. In Europa, in particolare, è emersa una crescita economica più debole di quanto generalmente previsto. Un dato su tutti: le esportazioni cinesi hanno sorpreso negativamente soprattutto a causa dei flussi più deboli verso l'UE. Nessun miglioramento all’orizzonte per l’Europa nemmeno dagli indicatori anticipatori mentre si prevede un rallentamento dell’economia statunitense nei prossimi trimestri. Nel complesso, l'impulso congiunturale globale resta negativo, nonostante una stabilizzazione della crescita economica in Cina.

POSSIBILE UNA RIPRESA TEMPORANEA DEL MERCATO AZIONARIO


Una ripresa almeno temporanea dell’azionario è comunque possibile perché i mercati dovrebbero aver già incorporato, almeno in parte, questi sviluppi negativi. Tuttavia, per un trend rialzista sostenibile a lungo termine, dovrebbe almeno delinearsi una svolta congiunturale. In attesa della quale, la dinamica positiva prevista per i tassi di interesse nella prima metà del 2024 potrebbe fornire un supporto sia per l’economia che per i mercati finanziari.

UNO SCENARIO FAVOREVOLE ALLE OBBLIGAZIONI DEI PAESI EMERGENTI


Negli Stati Uniti, a prescindere dal materializzarsi o meno delle recessione e dalla sua entità e durata, è probabile che prenda forma un calo più o meno significativo dei rendimenti USA - almeno per le scadenze brevi e medie – così come un indebolimento del dollaro USA, come conseguenza della riduzione del differenziale dei tassi con molti altri paesi. Uno scenario che potrebbe agevolare le obbligazioni dei paesi emergenti, specialmente quelle in valuta locale.

FOCUS SU RENDIMENTI USA, DOLLARO E CONGIUNTURA CINESE


Il problema è che finora tutte le previsioni sulla recessione negli USA si sono rivelate premature. Una debolezza moderata e leggermente più lunga dell'economia USA potrebbe non risultare negativa per la maggior parte dei mercati emergenti. “Potrebbero infatti prevalere gli effetti positivi di un calo dei rendimenti obbligazionari USA e di un indebolimento del biglietto verde. E se, in aggiunta, la Cina dovesse ritornare su un percorso di crescita più sostenuto, non si può affatto escludere un’outperformance delle azioni e delle obbligazioni dei paesi emergenti” conclude il Team Cee & Global Emerging Markets di Raiffeisen Capital Management.
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