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Scenario e previsioni

Columbia Threadneedle: inflazione in calo, ecco le prossime mosse delle banche centrali

Per il Chief Economist EMEA Steven Bell, il prossimo anno le banche centrali inizieranno a tagliare i tassi. Gli Stati Uniti, stando alla regola di Sahm, se la disoccupazione aumenterà rischiano la recessione

di Davide Lentini 15 Novembre 2023 19:00
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Il calo dell’inflazione, che per il momento non ha innescato una recessione, porterà le Banche centrali a tagliare i tassi di interesse nel 2024. Una condizione che favorirà sia il mercato azionario che quello obbligazionario, mentre negli Stati Uniti il previsto aumento della disoccupazione potrebbe creare una fase di recessione all’inizio del nuovo anno, secondo la regola di Sahm. E’ lo scenario che prefigura Steven Bell, Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments nell'outlook settimanale sui mercati.

LE MOSSE DEI BANCHIERI


“Rispetto ai livelli registrati nella prima parte dell’anno, l’inflazione, compresa la componente core, dei principali Paesi ha registrato un calo significativo - scrive Bell - Nonostante l’ottima notizia, che ha portato a uno stop delle politiche monetarie restrittive, adesso i banchieri si trovano ad affrontare livelli di inflazione core ben al di sopra del 2%, senza alcuna garanzia che le tendenze al ribasso proseguiranno. Tuttavia, la situazione risulta alleggerita dalla presenza di mercati del lavoro stabili: la disoccupazione, infatti, è ai minimi storici o quasi”.

UK IN RITARDO SULLA DISINFLAZIONE


Diversa la situazione del Regno Unito che presenta un netto ritardo nel processo di disinflazione rispetto alle altre economie. Il divario dovrebbe ridursi in modo significativo questa settimana: le stime indicano, infatti, un calo del 2% per l’inflazione complessiva in UK, passando dal 6,7% al 4,7%; mentre, per quanto riguarda l’inflazione core, è probabile che questa scenda al 5,8%, attestandosi comunque ben al di sopra dell’obiettivo della Banca d’Inghilterra. “In questo scenario - osserva il Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle - la BoE ha davanti due opzioni: aumentare i tassi o tenerli fermi. Durante l’ultima riunione, sei membri hanno votato per mantenere stabili i tassi, mentre solo tre membri hanno espresso la loro preferenza per un ulteriore rialzo. A ben vedere, la maggior parte delle Banche centrali sta vivendo una situazione più o meno simile”.

LA REGOLA DI SAHM: USA IN RECESSIONE


Dato il contesto attuale, Bell prevede un aumento della disoccupazione nel prossimo semestre, specie negli Stati Uniti dove i recenti dati mostrano un rialzo di mezzo punto percentuale: la disoccupazione è infatti passata dal 3,4% di aprile al 3,9% di novembre. Una situazione che potrebbe portare a una recessione. “Sebbene l’aumento della disoccupazione sia contenuto - spiega l’analista di Columbia Threadneedle - se questo si verificasse su una media mobile a 3 mesi, farebbe scattare la regola di Sahm. Quest’ultima, in precedenza, aveva definito con precisione la tempistica delle passate recessioni statunitensi, superando la più nota regola della curva dei rendimenti. Negli Stati Uniti l'occupazione continua a crescere, ma l'offerta di lavoro, guidata dall'immigrazione, aumenta più rapidamente. Al momento prevediamo che la regola di Sahm possa verificarsi all'inizio del 2024”.

EUROZONA, DISOCCUPAZIONE AI MINIMI


Nel resto dell’Europa, invece, non esiste un equivalente della regola di Sahm. Nell'Eurozona la disoccupazione è ai minimi storici “ma, considerando una crescita stagnante, è possibile ipotizzarne un aumento durante i mesi invernali - aggiunge Steven Bell - Un trend che dovrebbe essere accompagnato da un'inflazione di fondo molto più bassa; JP Morgan stima che il tasso annualizzato a 3 mesi scenderà al 2,4% entro la fine dell'anno”.

IN UK ATTESI I NUOVI DATI SULL'INFLAZIONE


“Nel Regno Unito, la misurazione dei salari e della disoccupazione risulta maggiormente complessa - spiega ancora il Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle - dato che le principali fonti di dati in questo settore sono state abbandonate dall'Office for National Statistics (Ons) a causa del basso tasso di risposta al sondaggio. Fortunatamente, l'Ons dispone di fonti alternative che dimostrano un forte calo dell'inflazione salariale. Se, come sembra probabile, questo si tradurrà in un ulteriore miglioramento dell'inflazione di fondo, la Banca centrale potrà prendere in considerazione la possibilità di tagliare i tassi di interesse”.

VERSO "SIGNIFICATIVI" TAGLI DEI TASSI


Nel complesso, dunque, gli analisti di Columbia Threadneedle si aspettano che si verifichino tagli significativi dei tassi di interesse da parte delle principali banche centrali nel 2024. “I dati sull'inflazione statunitense di questa settimana potrebbero suggerire che il calo dell'inflazione di base si sia arrestato - conclude Steven Bell - Crediamo che la lotta contro l’inflazione non sia ancora stata vinta, ma i venti giocano ora a nostro favore, portando un sospiro di sollievo sia per le obbligazioni che per le azioni”.
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