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Lo scenario

Dopo Goldman Sachs e Morgan Stanley anche UBS prevede un taglio dei tassi nel 2024

Per Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer UBS WM Italy, le banche centrali taglieranno i tassi nei primi mesi del nuovo anno. Oltre al reddito fisso ne usufruirà anche il mercato azionario, in primis i titoli tecnologici

di Redazione 14 Novembre 2023 14:14
financialounge -  Matteo Ramenghi mercati mercato azionario obbligazioni Ubs WM Italy

Nei giorni scorsi erano state Morgan Stanley e Goldman Sachs a prevedere la possibilità di un taglio dei tassi di interesse nel 2024. Una view che trova d'accordo anche Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer UBS WM Italy, UBS Europe SE, Succursale Italia. Lo scenario economico in frenata, con ulteriore rallentamento nei prossimi mesi, sarà positivo per le obbligazioni. Ma una riduzione dei tassi favorirà anche il mercato azionario che aspetta da tempo una ripresa.

IL TAGLIO DEI TASSI


Secondo Ramenghi il prossimo anno le banche centrali dovranno tagliare i tassi di interesse per contrastare il rallentamento economico, destinato a accentuarsi a causa del minor potere d’acquisto delle famiglie, delle politiche fiscali più rigorose e, soprattutto, degli elevati costi di finanziamento. “Il Pil degli Stati Uniti - spiega - ha continuato a sorprendere in positivo, nonostante il raffreddamento emerso dagli ultimi dati sul mercato del lavoro, grazie a fattori non sostenibili come gli stimoli fiscali varati anche nel 2022, mentre le famiglie hanno fatto ampio ricorso ai risparmi accumulati durante la pandemia”. Per il Chief Investment Officer UBS WM, probabilmente il deficit del bilancio statunitense non verrà tagliato il prossimo anno, a causa anche delle elezioni presidenziali di novembre. “Ma nonostante questo – sostiene - le famiglie americane dovranno risparmiare di più per far fronte alla scadenza di alcuni sussidi legati all’assistenza sanitaria e all’istruzione”.

LA CINA E LA SITUAZIONE EUROPEA


Ma più degli Stati Uniti, è l’Europa a soffrire gli elevati tassi d’interesse e della forte riduzione della liquidità derivante dal taglio del bilancio della Banca centrale europea. A fronte di trend demografici deboli, l'economia europea ha un maggior bisogno di investimenti per poter crescere. Inoltre, la Cina ha varato nuovi incentivi fiscali e monetari, ma si sta posizionando su una nuova fase di crescita più moderata rispetto al recente passato. “Si tratta di un processo fisiologico per un’economia così vasta - spiega Ramenghi - e che da molti punti di vista è assimilabile a quelle più avanzate. Tuttavia, ciò implica che il principale motore della crescita globale darà un contributo inferiore rispetto agli ultimi due decenni".

IL BUON MOMENTO DELLE OBBLIGAZIONI


"Questo scenario di rallentamento e riduzione dei tassi d’interesse sarà decisamente positivo per le obbligazioni, che sono la nostra asset class preferita per i prossimi mesi - aggiunge il Chief Investment Officer UBS WM - Posizionarsi su scadenze medio-lunghe consente di assicurarsi rendimenti che, con tutta probabilità, non saranno più disponibili tra qualche mese. Inoltre, le obbligazioni di buona qualità hanno poche probabilità di perdere valore se tenute a scadenza e, man mano che l’economia rallenta e l’inflazione scende, gli investitori inizieranno a posizionarsi per un calo dei tassi d’interesse, che ne dovrebbe far aumentare le quotazioni”.

BENE ANCHE LE AZIONI


Ramenghi sottolinea come uno scenario di riduzione dei tassi sia positivo anche per il mercato azionario, che già da inizio 2023 ha scommesso su questo tema, seppur a fasi alterne. “Se la borsa beneficia delle attese di tassi d’interesse in discesa, alcuni settori sono decisamente più sensibili - spiega - tra tutti la tecnologia, che infatti ha brillato nella prima parte di quest’anno per poi correggere da agosto in poi. Le valutazioni sono ora più ragionevoli e cambiamo la nostra posizione sulla tecnologia, che diventa uno dei nostri settori preferiti - analizza Matteo Ramenghi - Ciò è particolarmente vero con riferimento a software e semiconduttori, che dovrebbero beneficiare della domanda creata dall’intelligenza artificiale. La tecnologia pesa per circa un quarto dell’indice statunitense che, sulla scorta di queste considerazioni, riportiamo a un posizionamento neutrale, mentre riduciamo l’esposizione al Regno Unito per via delle prospettive meno favorevoli”.

MEGLIO I TITOLI "QUALITY"


Tipicamente un contesto di crescita in rallentamento e tassi d’interesse ancora elevati porta a performance molto eterogenee tra i titoli all’interno degli indici azionari, dato che alcune aziende devono far fronte a pressioni sui ricavi, mentre salgono i costi di finanziamento. “Per questa ragione - conclude Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer UBS WM - anche nel campo azionario preferiamo il cosiddetto stile ‘quality’, vale a dire società con buona redditività, utili stabili e poca leva finanziaria. In situazioni simili del passato l’indice azionario globale dei titoli ‘quality’ ha sovraperformato quello generalista”.
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