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LGIM lancia il primo ETF che misura la forza del brand

Per offrire una strategia d’investimento con accesso a un paniere diversificato di società proprietarie dei marchi di maggiore valore al mondo, su Borsa Italiana arriva il L&G Global Brands UCITS ETF

di Fabrizio Arnhold 10 Novembre 2023 07:55
financialounge -  ETF Giancarlo Sandrin investimenti LGIM mercati

Offrire una strategia d’investimento sistematica che possa dare accesso a un paniere diversificato di società proprietarie dei marchi di maggiore valore al mondo. È questo l’obiettivo del nuovo fondo di Legal & General Investment Management (LGIM), il L&G Global Brands UCITS ETF, il primo Etf sul mercato che dà esposizione ai brand, lanciato su Borsa Italiana.

LA FORZA DEL BRAND


I brand possono aggiungere valore a una società. Si distinguono dai beni e servizi offerti da una determinata società, perché sono un segno distintivo. Un brand può essere considerato come un elemento chiave per incrementare l’appeal di un prodotto e, di fatto, sono in grado di giocare un ruolo sui ricavi e profitti della società proprietaria.

IL VALORE AGGIUNTO


“Non c’è da stupirsi, quindi, che un brand solido offra un significativo valore aggiunto anche in termini di ricavi e performance finanziaria, come dimostrato dal fatto che, tra il 2016 e il 2022, le società che li possiedono possono vantare un rendimento per gli azionisti superiore del 23%, un RoE superiore del 19% e un margine operativo superiore del 18% rispetto alla media delle imprese a mega capitalizzazione che compongono l’indice MSCI World”, spiega Giancarlo Sandrin, Head of Wholesale Distribution per il Sud Europa di LGIM. “Ciò attesta come un brand sia uno strumento che può dare la possibilità alla sua società di aumentare il volume di vendite, di vendere i propri prodotti a un prezzo più elevato, o di fare entrambe le cose”.



COME VALUTARE UN BRAND


Quali sono i criteri utilizzati per valutare la solidità di un brand e quindi la possibilità di includerlo nell’Etf? LGIM si è affidata all’expertise di Brand Finance, società leader globale nella valutazione indipendente dei brand, che ogni anno elabora la sua Global 100 list, nella quale rientrano i 100 marchi di maggior valore al mondo. “Per effettuare la valutazione di idoneità si ricorre a un metodo chiamato Royalty Relief, il quale viene utilizzato per determinare il fair value di un qualunque asset immateriale e quindi, in questo caso, di un brand”, prosegue Sandrin.

I TRE PARAMETRI OGGETTIVI


Questo è possibile perché l’algoritmo alla base dello strumento ricava e mette a sistema tre parametri oggettivi: l’indice di solidità del brand (BSI), l’impatto e la stima dei ricavi futuri. Partendo del BSI, si assegna un punteggio a un marchio attraverso la valutazione di caratteristiche come la connessione emozionale, la performance finanziaria e la sostenibilità ambientale: più alto è il punteggio, più è solido il marchio. L’applicazione del BSI in un determinato settore genera l’impatto utile per calcolare in che modo il brand influisca sul valore della società, stimando la quota di royalty che verrà utilizzata, infine, nella stima dei ricavi futuri.



IL FILTRO ESG


Il processo di selezione per individuare i brandi più forti da inserire nell’Etf prosegue con l’applicazione di ulteriori filtri Esg. Non sono considerate, quindi, aziende che operano in settori come gli armamenti, il tabacco, l’oil & gas, il carbone, le scommesse sportive e l’intrattenimento per adulti. I criteri di liquidità applicati, inoltre, escludono dalla selezione società con una capitalizzazione inferiore ai 200 milioni di dollari e con un volume giornalieri di trade medio inferiore a 1 milione di dollari in un arco temporale di tre mesi. Da notare che il fondo è sottoposto a un meccanismo per cui la percentuale di azioni di una determinata impresa non può mai superare il 5% del totale.

PORTAFOGLIO DIVERSIFICATO


“Come persone, siamo in grado di capire istintivamente quanto i brand facciano parte delle nostre vite – basta pensare agli smartphone che abbiamo in tasca o alle automobili che guidiamo – e quanto sia elevato il loro valore commerciale”, sottolinea Giancarlo Sandrin. “Ma noi che siamo anche investitori possiamo fare un passo in più e andare a tradurre questa intuizione in un’analisi quantitativa e qualitativa su come i brand stessi agiscono sulle dinamiche di mercato e sul valore che possono creare per chi li possiede”. La speranza è che, attraverso questo Etf, le persone possano veramente esporsi finanziariamente a questi brand, che ormai “sono parte della nostra vita quotidiana e che hanno storicamente dato prova di generare guadagni resilienti, attraverso un portafoglio diversificato di titoli dalla qualità più alta disponibile sul mercato”, conclude Sandrin.
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