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Educazione finanziaria

Pictet AM: “Cresce l’interesse per la finanza, soprattutto tra i giovani”

Presentata la ricerca “Diventare investitori”, la terza edizione dell’Osservatorio Internazionale Edufin. Tra i canali usati per informarsi, balzo dei social network

di Fabrizio Arnhold 27 Ottobre 2023 15:22
financialounge -  educazione finanziaria Edufin finanza Pictet Asset Management

Cresce l’interesse per la finanza tra i giovani ma in tanti non hanno ancora gli strumenti giusti per investire in maniera consapevole. I social network sono sempre più utilizzati per chi vuole aumentare le proprie competenze finanziarie ma il 35% del campione continua ad affermare di non riuscire a trovare contenuti disponibile o referenti adeguati. Sono alcune evidenze emerse dalla ricerca di Pictet Asset Management, sull’alfabetizzazione finanziaria “Osservatorio Internazionale Edufin Pictet AM 2023: diventare investitori”, giunta alla terza edizione.

CRESCE L’INTERESSE PER LA FINANZA


Ottobre è il mese dedicato all’educazione finanziaria e dalla ricerca presentata da Pictet emerge come negli ultimi due anni sia effettivamente aumentato l’interesse per gli investimenti. “Il complesso contesto economico e finanziario vissuto negli ultimi due anni, dominati da inflazione e instabilità sui mercati, ha rappresentato indubbiamente il catalizzatore per una maggiore attenzione verso i temi finanziari da parte di tutti”, ha spiegato Daniele Cammilli, Head of Marketing di Pictet Asset Management, presentando alla stampa lo studio. “L’accresciuta consapevolezza della materia stenta a tradursi in conoscenza e padronanza degli strumenti di investimento, osteggiate dalla complessità, percepita da investitori e non investitori, determinando scelte di investimento inefficienti, focalizzate spesso sul breve termine”.



IL FOCUS SUI GIOVANI


Oltre la metà dei giovani si informa ogni giorno sui temi finanziari, prediligendo i canali social a loro più vicini come linguaggio e format, “salvo poi non ritenersi soddisfatti dei contenuti e dell’affidabilità dei referenti e prediligendo come scelte di investimento liquidità e immobili, piuttosto che un ingresso graduale nei mercati azioni tramite in Pac”, ha aggiunto Cammilli. In un anno il campione interessato dalla ricerca spende il 3% di tempo in più per informarsi su temi finanziari, anche se per i due terzi degli intervistati dedicarsi all’approfondimento di temi finanziari resta un’attività da svolgere durante eventi eccezionali una tantum. Gli studenti over 18 sono, tra i non investitori, i più costanti con il 50% che dichiara di dedicare tempo in maniera continuativa all’informazione finanziaria.

AUMENTA IL NUMERO DI CHI VORREBBE SAPERNE DI PIÙ


Dal 2021 al 2023, la percentuale di chi ritiene di avere un livello di educazione finanziaria basso, ma con il desiderio di aumentarlo, sale dal 31 al 39%. In particolare, 4 investitori private su 10 e 8 studenti su 10 non ritengono di essere sufficientemente preparati. Se è vero che aumentano gli eventi per diffondere una maggiore cultura finanziaria, basti pensare che il numero di eventi nel mese dedicato, promosso dal comitato Edufin del Mef, è cresciuto da 580 nel 2020 a 851 nel 2022, l’offerta sembra non rispondere ai bisogni del pubblico.



SOCIAL SEMPRE PIÙ AFFIDABILI


Più social e sempre meno giornali. Chi desidera ampliare le proprie conoscenze in educazione finanziaria, utilizza sempre di più i social come canale privilegiato. Nel 2021 questo canale veniva usato dal 27% del campione, nel 2023 sale al 34%. E tra i vari social network, WhatsApp, Facebook e Instagram sono i più usati, seguono LinkedIn e Spotify. Tra le fonti ritenute più affidabili, oltre ai social, crescono anche coloro che considerano amici e conoscenti come una fonte affidabile in tema di investimenti: nel 2022 erano il 39%, mentre quest’anno salgono al 44%.



IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI


“Risparmio e investimento sono temi ormai sempre più centrali in tutti i Paesi europei, in quanto ritenuti essenziali per realizzare i propri progetti di vita”, ha spiegato Nicola Ronchetti, fondatore e Ceo di FINER Finance Explorer. “A tal proposito diventa fondamentale identificare a chi spetta il compito di educare: ad oggi le istituzioni restano al primo posto in Italia, Spagna, Francia e Germania, seguite da una crescente importanza di scuola e università come luoghi di formazione finanziaria, mettendo in evidenza la necessità di sensibilizzare sempre di più e meglio le giovani generazioni”. Tra chi investe cresce l’importanza di realizzare i propri progetti di vita, che diventa l’obiettivo principale in tutti i Paesi della ricerca, tranne che nel Regno Unito, dove prevale l’interesse a investire i propri risparmi.
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