Mercato obbligazionario

J.P. Morgan AM: restare posizionati per una traiettoria di fine ciclo della Fed

Nel Bond Bulletin, il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan AM continua ad avere una visione positiva sul reddito fisso, continuando a monitorare inflazione e dati macro

di Stefano Caratelli 9 Settembre 2023 09:00

financialounge -  Federal Reserve JP Morgan Asset Management mercati obbligazioni
A prescindere dal fatto che la Fed e le banche centrali dei mercati sviluppati siano riuscite a pilotare un atterraggio morbido o preparare l’entrata in recessione nel 2024, il recente ri-prezzamento dei rendimenti obbligazionari dovrebbe convincere gli investitori a scommettere sul reddito fisso. Occorre continuare a monitorare non solo l’inflazione e le dinamiche del mercato del lavoro, ma anche i potenziali segnali di allarme che provengono dai settori più deboli, restando posizionati per una traiettoria di fine ciclo.


RECESSIONE MENO PROBABILE, CARTE COPERTE DELLE BANCHE CENTRALI


Sono le indicazioni conclusive del Bond Bulletin settimanale a cura del team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management, che esamina se sia giustificato uno scenario che vede il rischio di recessione scongiurato, osservando che le attuali quotazioni di mercato sono piuttosto ottimistiche e le probabilità di una recessione calano. Mentre gli investitori concludevano la pausa estiva, da Jackson Hole le Banche Centrali hanno ribadito di voler formulare le prossime decisioni di politica monetaria in base all’andamento dei dati, ma non hanno fornito indicazioni chiare sulla direzione di marcia.


SEGNALI DI INDEBOLIMENTO DELL’ECONOMIA


Gli ultimi dati congiunturali continuano a segnalare uno stato di debolezza. Inaspettatamente, gli indici globali PMI dei responsabili degli acquisti, intrinsecamente prospettici, si sono mossi al ribasso, con l’Eurozona che ha registrato un calo nel settore dei servizi e il Regno Unito che ha deluso notevolmente le aspettative sui prezzi alla produzione e i nuovi ordini. Anche il mercato del lavoro ha iniziato a mostrare segnali di allentamento, con la crescita dei posti di lavoro in leggera decelerazione e dati del Conference Board americano inferiori al previsto.


IN PASSATO SMENTITE ATTESE DI ATTERRAGGIO MORBIDO


Secondo il Bond Bulletin di J. P: Morgan AM, si ha come l’impressione che le banche centrali dei mercati sviluppati abbiano orchestrato uno scivolamento morbido dell’economia verso una crescita rallentata, dove i dati si indeboliscono gradualmente, ma non segnalano grosse falle. Ma non vanno dimenticati gli insegnamenti del passato in politica monetaria, che indicano che quando la Fed conclude il ciclo di inasprimento, spesso la prima sensazione è che abbia realizzato un atterraggio morbido. Gli anni 2000-2001 e 2006-2007 sono esempi di cicli inizialmente valutati con ottimismo, ma sui quali ci si è dovuti ricredere subito dopo.


I RENDIMENTI POTREBBERO SALIRE PRIMA DI STABILIZZARSI E SCENDERE


La mancanza di certezze si è tradotta in una forte volatilità dei mercati obbligazionari per gran parte del 2023 a cui, nelle ultime settimane, si è aggiunto un altro rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato: i Treasury decennali sono tornati a sfiorare i massimi del ciclo al 4,30%, a testimonianza che il mercato si aspetta che la tesi di un atterraggio morbido si sposi con uno scenario di tassi “più alti, più a lungo”. Con lo slittamento delle future manovre di inasprimento, i rendimenti obbligazionari potrebbero salire prima di stabilizzarsi, per poi scendere gradualmente man mano che l’economia rallenta anziché crollare.


FORSE PIU’ LONTANO IL MOMENTO IN CUI LA FED ALLENTERÀ


Ma, prosegue l’analisi del team di J. P. Morgan AM, se dovessero emergere falle nell’economia, il mercato potrebbe riposizionarsi per una recessione, con rendimenti obbligazionari complessivamente più bassi e ritorni sugli investimenti potenzialmente molto positivi. Sebbene sia questo lo scenario di base per il quale J. P. Morgan AM si è posizionata, riconosce che il momento in cui la Fed inizierà a ridurre i tassi potrebbe essere un po’ più lontano di quanto gli investitori non avessero inizialmente previsto.


FATTORI TECNICI LEGATI ALLE EMISSIONI DEL TESORO USA


Un altro fattore che ha recentemente spinto al rialzo i rendimenti dei titoli di Stato sembra avere natura tecnica. L’aumento del tetto al debito Usa ha fatto lievitare i livelli di emissione che dovevano essere assorbiti dal mercato mentre la maggior parte degli investitori era in pausa estiva. Quanto al posizionamento, gli ultimi risultati dell’indagine sui trader di J.P. Morgan indicano che il mercatosi è posizionato attorno ai margini, da marginalmente lungo di duration a marginalmente corto, in linea con la tesi fondamentale di tassi che resteranno “più alti, più a lungo”.

Trending