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Equilibri internazionali

Altomonte (Bocconi) spiega a Financialounge.com i contraccolpi della crisi cinese sul mercato immobiliare globale

Per il professore di Politica economica europea della Bocconi il default sul pagamento di un debito internazionale in dollari, come quello di Evergrande, potrebbe innescare un premio al rischio aggiuntivo su tutti gli strumenti di debito del settore immobiliare globale

di Annalisa Lospinuso 5 Settembre 2023 14:42
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La situazione economica della Cina continua a influenzare il sentiment negativo dei mercati internazionali. Stamattina il Pmi Caixin è sceso più delle attese, alimentando i timori sulla forza della ripresa. Country Garden ha evitato il default tecnico, pagando le sue obbligazioni per 22,5 milioni di dollari, ma il settore immobiliare del Dragone è tutt’altro che solido. Carlo Altomonte, professore di Politica economica europea all’Università SDA Bocconi e direttore Pnrr LAB della Bocconi, intervenuto nel corso della trasmissione di Financialounge.com, ha sottolineato che “e improbabile ma non impossibile che il canale finanziario legato al settore immobiliare possa rappresentare un fattore di contagio della crisi cinese sul resto del mondo”.

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A RISCHIO IL SETTORE IMMOBILIARE


Altomonte ha spiegato che la Germania è il Paese più esposto commercialmente con la Cina e “se esporta meno verso l’Asia, noi esportiamo meno verso la Germania e quindi possono esserci ripercussioni sulla crescita. Però questo, se vogliamo, è il canale più benigno”. La vera preoccupazione, infatti, non è tanto sulla crescita quanto sulla tenuta del settore immobiliare, in quanto ci sono grandi player cinesi che “non sono esposti soltanto in valuta locale, ma in strumenti di finanza internazionale, quindi su prodotti in dollari”, spiega Altomonte. “Prendendo ad esempio Evergrande – continua il professore dell’Università Bocconi – per il momento la cosa è stata tenuta sotto controllo, ma il default sul pagamento di un debito internazionale in dollari rischia di mettere un premio al rischio aggiuntivo su tutti gli strumenti di debito del settore immobiliare globale. Sostanzialmente salirebbero i tassi di interesse per il rinnovo dei prestiti del settore immobiliare in tutto il mondo”. Questa situazione avrebbe ripercussioni soprattutto negli Stati Uniti “dove il settore immobiliare è particolarmente sotto stress per i livelli di tassi già molto alti. Quindi è improbabile ma non impossibile che il canale finanziario legato al settore immobiliare possa essere un ulteriore fattore di contagio della crisi cinese sul resto del mondo”.

LA PROVA DELLA MANOVRA FINANZIARIA


Terminata la pausa estiva il governo inizia il cammino che poterà all’approvazione della Legge di Bilancio, passando per la Nadef, la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza. “Sulle coperture la coperta è corta – dice Altomonte – perché abbiamo una serie ovviamente di esigenze di finanziamento che il governo ha avanzato durante il suo programma elettorale e che valgono almeno una ventina di miliardi. Se pensiamo poi ai 9 miliardi di stabilizzazione del taglio del cuneo fiscale, almeno 4 miliardi sul primo modulo della riforma fiscale, almeno altri 4 miliardi alla riforma delle pensioni. Servono altri soldi anche per il rinnovo del pubblico impiego, assegni familiari e quant’altro. Per non parlare poi di fantasiosi ponti, quindi almeno una ventina di miliardi di maggiori spese”.

UNA COPERTA CORTA


Sul lato delle entrate, Altomonte precisa: “C’è da calcolare l’impatto dei vari bonus edilizi che tolgono risorse. E poi l’aumento dei tassi di interesse a due effetti negativi sui conti pubblici. Aumenta l’onere del finanziamento del debito pubblico e dall’altro si riduce l’assegno che ogni anno Banca d’Italia versava al Tesoro come proventi dall’interesse dei titoli acquistati dalla Bce durante le operazioni di allargamento della base monetaria fatte in pandemia. Si tolgono risorse per circa 30 miliardi. Quindi numeri, diciamo non semplici, una coperta decisamente corta”.
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