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Politica monetaria

I dati sull’inflazione nell’Eurozona puntano a una pausa a settembre per la Bce

T. Rowe Price, in un commento del Chief European Economist Tomasz Wieladek, ipotizza anche un indebolimento dell’euro contro dollaro, come conseguenza della divergenza di crescita e politiche monetarie con gli USA

di Virgilio Chelli 1 Settembre 2023 11:53
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Al summit della Fed di Jackson Hole, la Presidente Christine Lagarde ha confermato che la BCE dovrà dipendere dai dati. Un messaggio che è stato rafforzato oggi da Isabel Schnabel, membro del Comitato esecutivo della Banca Centrale. Finora, i dati sull’economia reale di agosto hanno supportato la prospettiva di una pausa nel ciclo di rialzo dei tassi, in particolare il forte calo degli indicatori PMI dei servizi. E la pubblicazione dei dati sull'inflazione di agosto nell’Eurozona avvalora questa tesi. L'inflazione complessiva non è scesa ulteriormente, ma ciò è dipeso dagli effetti dei prezzi dell'energia, mentre il dato core IPC è ciò che conta davvero per le decisioni immediate della BCE, come ha sottolineato la stessa Lagarde sempre nel suo discorso a Jackson Hole.

DIMINUITA IN MODO SIGNIFICATIVO L’INFLAZIONE DEI SERVIZI


Lo sottolinea in un commento Tomasz Wieladek, Chief European Economist di T. Rowe Price, dopo che l'inflazione IPC core dell'area dell'euro è rallentata dal 5,5% di luglio al 5,3% di agosto, in linea con le aspettative del consenso. Secondo Wieladek è importante notare che l'inflazione dei servizi, misurata da Eurostat, è diminuita in modo significativo, e in termini destagionalizzati mese su mese è scesa allo 0,19%, in netto calo rispetto allo 0,6% di luglio.

AUMENTATA LA POSSIBILITÀ DI UNA PAUSA DELLA BCE


In termini annuali, secondo l’esperto di T. Rowe Price, sembra che luglio abbia rappresentato il picco dell'inflazione IPC dei servizi. Sebbene rimanga a livelli molto elevati, i dati mostrano ora che la direzione di marcia è quella giusta. La decisione della BCE a settembre sarà molto equilibrata, secondo Wieladek, ma il dato di ieri sull'inflazione ha innalzato la probabilità di una pausa a settembre al 60%, ad avviso di T. Rowe Price, il cui precedente parere era a favore di un rialzo, ma ora i dati daranno alla BCE un po' di respiro.

LA FED INVECE POTREBBE ALZARE ANCORA


Secondo l’analisi dell’esperto di T. Rowe Price, la divergenza delle politiche della BCE e della Federal Reserve sosterrà l'indebolimento dell'euro verso la fine dell'anno. A Jackson Hole, il presidente della Fed Powell ha sottolineato che la banca centrale potrebbe essere costretta a rialzare ancora se l'economia non rallenterà, in quanto ciò aumenta il rischio che l'inflazione rimanga al di sopra dell'obiettivo del 2%.

DIVERGENZA DI PERFORMANCE ECONOMICA CON GLI USA


In contrasto con la forte performance economica degli Stati Uniti, molteplici segnali indicano inoltre un'imminente recessione nell'area euro. Questa differenza di performance dell'economia reale e le implicazioni per la politica monetaria, in particolare se la BCE sarà in grado di mantenere i tassi a questi livelli, porteranno probabilmente i mercati a prezzare l'euro al ribasso rispetto al dollaro.

POSSIBILE UN EURO A 1,05 SU DOLLARO A FINE ANNO


In conclusione, l’esperto di T. Rowe Price è dell’avviso che un cambio euro/dollaro a 1,05 a fine anno sarà possibile, proprio a causa di queste differenze nell'economia reale e dei probabili cambiamenti futuri nelle convinzioni del mercato sulla politica monetaria.
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