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Pictet AM guarda oltre la crisi in Cina per le obbligazioni dei mercati emergenti

Nel complesso, Pictet AM ritiene che il rallentamento della Cina sia gestibile mentre si delineano alcune opportunità obbligazionarie interessanti in Messico, India, Indonesia e alcuni mercati di frontiera

di Leo Campagna 31 Agosto 2023 16:26
financialounge -  cina Echo Chen investimenti mercati Pictet Am Sabrina Jacobs

Il mercato obbligazionario cinese è il secondo al mondo e non appena l’economia di Pechino singhiozza, gli investitori in obbligazioni dei mercati emergenti diventano nervosi. “Non è il caso di farsi prendere dal panico” tengono a far sapere Sabrina Jacobs, Senior Client Portfolio Manager e Echo Chen, Investment Analyst di Pictet Asset Management.

TURISMO CINESE IN RIPRESA


È vero, ammettono le due manager, il settore immobiliare evidenzia debolezza ma il turismo interno è ora superiore a quello pre-Covid e quello in uscita è tornato a oltre il 50% dei livelli del 2019, con ricadute positive anche nel resto dei mercati emergenti asiatici, come Macao, Hong Kong e Thailandia. Il settore dei servizi in generale sta resistendo bene e gli investimenti pubblici sono forti. Inoltre, al fine di incentivare la crescita, le autorità cinesi hanno ridotto i tassi di interesse e sostenuto il settore immobiliare.

POSSIBILE APPREZZAMENTO DELLE VALUTE EMERGENTI


“Vediamo un divario di crescita di circa 4 punti percentuali per quest'anno e per il prossimo rispetto ai mercati sviluppati. Storicamente tale divario è stato accompagnato da un apprezzamento delle valute dei mercati emergenti rispetto al dollaro USA e da una generale sovraperformance degli asset di tali mercati” commentano Jacobs e Chen che poi sottolineano come i diversi approcci ai lockdown dovuti al Covid-19 e le conseguenti reazioni politiche, abbiano portato a percorsi di crescita, tassi e inflazione divergenti” riferiscono Jacobs e Chen.

IL LEGAME CON LE MATERIE PRIME


La divergenza ha portato anche ad una minore dipendenza di altre economie emergenti dalla Cina attraverso il legame con i prezzi delle materie prime. “Rispetto agli anni 2000 oggi i mercati emergenti sono un gruppo di Paesi molto più eterogeneo e presenta un rapporto molto più equilibrato tra esportatori e importatori di materie prime. Pertanto, l'attuale mancanza di domanda di materie prime da parte della Cina è molto meno problematica per il resto dei Paesi in via di sviluppo rispetto a 10 o 20 anni fa” specificano le manager di Pictet AM.

LA FORZA DEL REAL BRASILIANO


Queste dinamiche hanno differenziato gli asset cinesi da quelli di altri Paesi emergenti. “L'indice sovrano locale JP Morgan, GBI-EM, è in rialzo del 10,5% in USD dall'anno scorso, mentre il suo sottoindice cinese ha registrato un calo dello 0,7% nello stesso periodo. Andamenti legati all’andamento delle valute: mentre, quest’anno, le monete dei Paesi dell'America Latina sono salite, guidate dal real brasiliano, lo yuan cinese ha perso il 3,3% rispetto al dollaro USA” spiegano Jacobs e Chen.

MESSICO, INDIA, INDONESIA E ALCUNI MERCATI DI FRONTIERA


Le quali, allargando l’orizzonte di investimento, scorgono novità molto positive in tutto il mondo in via di sviluppo. Il Messico, per esempio, sta beneficiando della tendenza delle aziende ad avvicinare la produzione al mercato statunitense. L'India e l'Indonesia, invece, registrano entrambe un miglioramento della crescita economica, che è in gran parte trainata dall'interno. Sviluppi positivi si intravedono anche in alcuni mercati di frontiera. “Le autorità nigeriane hanno recentemente armonizzato la miriade di tassi di cambio del Paese, segnalando il passaggio a una politica monetaria più mirata e prevedibile e a un regime valutario non interventista. Lo Zambia, nel frattempo, ha raggiunto un importante accordo di rifinanziamento del debito e si prevede che il Ghana segua l'esempio” puntualizzano le due manager di Pictet AM.

FOCUS SUL SETTORE TECNOLOGICO IN CINA


Alcune di queste opportunità appaiono oggi più interessanti di quelle offerte dalla Cina stessa ma, secondo Jacobs e Chen nel medio termine, la Cina rimarrà fondamentale in un portafoglio (ME) diversificato. “Grazie alla sua imponente economia interna, Pechino può elaborare politiche su misura non correlate agli sviluppi del resto del mondo. Attualmente guardiamo con favore al settore tecnologico cinese mentre rimaniamo cauti sul settore immobiliare” concludono le due manager di Pictet AM.
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