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LGIM: in Cina transizione gestibile, la crisi non è un nuovo 2008

Ben Bennett, Head of Investment Strategy and Research di LGIM, fa il punto sul rallentamento cinese e su cosa dovremmo aspettarci nel breve e lungo periodo. Somiglianze col Giappone post bolla degli anni 90

di Virgilio Chelli 28 Agosto 2023 15:06
financialounge -  Ben Bennett cina economia giappone LGIM

La Cina stia affrontando una transizione non facile dopo un lungo periodo di sovrainvestimenti, in particolare in immobili, ed è probabile che la crescita si attesterà alla metà di quella dei 15 anni prima del Covid-19. Le somiglianze con il Giappone, che dopo lo scoppio della bolla negli anni Novanta passò da una crescita al 5% al 2,5%, sono innegabili, ma anche se questo passaggio sarà probabilmente doloroso, è comunque una transizione che il paese può gestire, visto che le autorità resteranno vigili e pronte ad agire se la situazione dovesse peggiorare. La Cina potrebbe essere il Giappone del passato, ma è ancora prematuro mentre sono fuori luogo i paragoni con la crisi finanziaria USA nel 2008, che è ciò che gli investitori temono realmente.

IL GOVERNO INTERVERRÀ SOLO IN ASSOLUTA EMERGENZA


Sono le conclusioni dell’analisi di Ben Bennett, Head of Investment Strategy and Research di LGIM, che parte dalla crisi immobiliare, con le abitazioni acquistate e in via di completamento ancora numerose, ma a fronte di un crollo a livello di vendite e di nuove costruzioni. Nonostante un piccolo taglio dei tassi, le intenzioni del governo sembrano orientate verso una posizione da falco, che interverrà solo in casi di assoluta emergenza. Questo ha portato numerosi investitori a temere che in Cina si possa innescare e diffondere una crisi finanziaria come quella vista in USA nel 2008, ma LGIM ritiene che la situazione sia ancora gestibile, soprattutto perché le autorità hanno ampio margine di manovra nell’indirizzare i capitali dove necessario.

L’IMMOBILIARE PREOCCUPA GLI INVESTITORI


L’immobiliare ha sempre avuto un ruolo centrale nell’economia cinese e, nonostante il crollo di Evergrande e il mancato pagamento dei dividendi di Country Garden, il processo di completamento di nuove abitazioni sta procedendo bene, con i costruttori, le banche e le autorità locali che sembrano fortemente intenzionati a dare la precedenza a quelle che sono già state vendute. Ma la vendita e la costruzione di nuove abitazioni sono su livelli estremamente bassi, il che sta mandando in default i costruttori e facendo preoccupare gli investitori obbligazionari. Inoltre, la crisi ha messo sotto pressione anche gli istituti che concedono prestiti, tanto che il trust finanziario Zhongrong recentemente non ha remunerato gli investitori.

SETTORE FINANZIARIO IN RIBASSO MA NON ANCORA IN CRISI


Anche il settore finanziario è in ribasso, ma non ancora in crisi. LGIM non crede a un “momento Lehman” e ritiene che la situazione resti gestibile, sebbene errori politici non possano essere esclusi, e sottolinea che proprio il caso Zhongrong debba essere costantemente monitorato. La capitalizzazione delle banche locali è buona ed essendo il sistema pubblico le autorità hanno gioco più facile nel dirigere i flussi dove ce n’è più bisogno. Bennett sottolinea anche che il livello minimo delle riserve è alto se comparato a quello di altre grandi potenze economiche (10% vs 5%) e garantisce buoni margini di manovra. Gli investitori sperano ancora in uno stimolo che risollevi i mercati finanziari cinesi, probabilmente incoraggiati dal recente taglio della Banca Popolare Cinese.

UNA SERIE DI EVENTI IMPORTANTI DA MONITORARE


Ma l’esperto di LGIM osserva che questo è l’unico evento monetario di supporto cui si è assistito finora e ritiene che un intervento massiccio del governo non avverrà se non in caso di grave emergenza o prima che si siano tenuti una serie di eventi: la National Financial Work Conference a settembre o nel quarto trimestre, la Terza Sessione Plenaria in programma a ottobre, Il meeting del Politburo sempre a ottobre. Ma anche dopo, secondo Bennett, la lotta alle disparità di reddito, uno dei punti principali della lotta alla speculazione immobiliare, impedirà ai prezzi degli asset di andare incontro a rialzi considerevoli. Probabilmente, gli stimoli finora sono stati modesti anche per questo.

CINA MEGLIO POSIZIONATA DEL GIAPPONE DEGLI ANNI 90


Bennett nella sua analisi si interroga anche su sfide e opportunità nel lungo periodo osservando in generale che le condizioni di stress attuali segnano la fine di un periodo di forte crescita, con l’economia che inizia a risentire di squilibri presenti da molti anni, ma che fino a ora non erano stati impattanti. Una situazione non dissimile da quella di Giappone e Corea del Sud nei primi anni Novanta, ma non significa che la situazione sia totalmente negativa e che lo scoppio di una bolla porti per forza a una crisi finanziaria. Proprio il Giappone lo ha insegnato e secondo l’esperto di LGIM la Cina ha ancora più possibilità, dato che può fare affidamento su un sistema bancario interamente in mano allo Stato e che le imprese emergenti produttrici di veicoli e di beni elettronici stanno continuando a crescere, nonostante le difficoltà dell’immobiliare.
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