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L'analisi

Pictet AM: mercati emergenti ancora protagonisti nell'asset allocation

Secondo la Strategy Unit di Pictet Asset Management i mercati emergenti godono di una crescita economica migliore e di valutazioni più interessanti rispetto ai Paesi sviluppati

di Anna Patti 11 Agosto 2023 15:35
financialounge -  azionario mercati mercati emergenti Pictet Asset Management Strategy Unit settore tecnologico

Apparentemente il fatto che gli utili societari siano calati rispetto all’anno scorso non sembra essere una buona notizia. Tuttavia i numeri del secondo semestre hanno superato ampiamente le aspettative degli analisti. Questi ultimi hanno iniziato a rivedere le previsioni di profitti futuri e per la prima volta in un anno le revisioni al rialzo superano quelle al ribasso.

RISCHIO DI RECESSIONE


La recessione non è ancora del tutto scongiurata ma le probabilità di evitarla sono aumentate. L’economia cinese ha rallentato ma il governo ha mostrato di voler fornire sostegno alla ripresa. La Strategy Unit di Pictet Asset Management è più ottimista sulle prospettive per le azioni globali, la loro posizione infatti passa da sottopeso a neutrale. Allo stesso tempo hanno ridotto il peso della liquidità. L’attesa discesa dei rendimenti suggerisce che è il momento di spostarsi dalla liquidità e assicurarsi tassi ancora alti offerti dal mercato obbligazionario, che rimane sovrappesato.

PERFORMANCE DEI MERCATI EMERGENTI


La crescita dei mercati emergenti continua a essere protagonista. I Paesi emergenti hanno iniziato prima a contrastare l’inflazione e stanno assistendo a un rimbalzo della crescita. Gli analisti di Pictet prevedono che la crescita dei mercati emergenti supererà del 2,6% quella dei Paesi sviluppati quest’anno e del 3,4% nel 2024 facendo meglio della media mobile su 5 anni. Questo determina il sovrappeso di Pictet sia sulle azioni dei mercati emergenti che sulle obbligazioni in valuta locale.

LE PROSPETTIVE IN USA E NELL’EUROZONA


Nel mondo sviluppato alcuni segnali favorevoli vengono dall’economia statunitense, i cui dati recenti hanno sorpreso in positivo. Le prospettive per l’eurozona sono meno incoraggianti. Il crollo dei prezzi dell’energia non si è tradotto in un aumento del reddito disponibile e la prevista ripresa della spesa al consumo sembra essere meno probabile dato che i costi di finanziamento stanno per raggiungere i massimi degli ultimi 10 anni. Va considerato anche che la debolezza della domanda cinese si sta traducendo in un rallentamento delle esportazioni europee, aggravando la recessione nel comparto manifatturiero. E’ d’obbligo dunque la prudenza sulle azioni europee.

MODELLI DI LIQUIDITA’


I modelli di Liquidità di Pictet indicano che le disponibilità liquide stanno diminuendo nella maggior parte delle economie sviluppate, questo è comunque compensato da un allentamento delle condizioni monetarie in Cina. L’atteggiamento positivo verso gli asset dei mercati emergenti si rafforzerebbe ulteriormente se la Cina allentasse ulteriormente la stretta monetaria. I modelli di valutazione offrono ulteriori motivi di ottimismo riguardo gli asset dei mercati emergenti. In ambito azionario la Strategy Unit di Pictet Asset Management ritiene particolarmente interessanti le azioni dell’area LatAm. I modelli di Pictet e l’analisi del FMI indicano che la probabilità di una recessione negli USA è scesa e ulteriori prove del rallentamento dell’inflazione potrebbero dare ancora maggiore slancio. Gli indicatori tecnici suggeriscono che le azioni potrebbero salire ancora. Tuttavia preoccupa il calo della volatilità. In estate il volume di negoziazioni è basso e basta un peggioramento improvviso delle condizioni per cogliere di sorpresa gli investitori più ottimisti. Per questo Pictet assume una posizione neutrale.

AMERICA LATINA E CINA


L’inflazione sta decelerando in Paesi come L’America Latina e presto le banche centrali potrebbero decidere di tagliare i tassi. Le previsioni di crescita degli utili secondo Pictet per quest’anno e il prossimo sono del 12% annuo quasi il doppio rispetto al Giappone che è l’economia più forte tra i paesi sviluppati. Inoltre le azioni emergenti dovrebbero beneficiare di un deprezzamento del dollaro USA che si realizzerà nei prossimi anni. Dunque si aspetta una sovraperformance dei mercati emergenti. La posizione di Pictet sulla Cina rimane invariata in attesa di una reale ripresa della spesa al consumo e di un recupero del settore immobiliare.

SETTORE TECNOLOGICO


Secondo il modello di Pictet la crescita degli utili delle aziende del mondo sviluppato si indebolirà rispetto all’anno in corso. L’analisi della liquidità mostra che le quotazioni azionarie dei mercati sviluppati sono aumentate del 25% più del doppio di quanto implicato dal livello di liquidità in eccesso, ovvero dalla differenza tra l’aumento dell’offerta monetaria e la crescita del PIL nominale. Ciò è avvenuto negli Stati Uniti, dove i multipli azionari hanno di gran lunga superato il livello che Pictet considera sostenibile. Gli utili a 12 mesi si attestano a quasi il 25% in più rispetto al fair value stimato. Le prospettive economiche statunitensi cominciano a diventare incerte a causa della politica monetaria più rigida e al rallentamento della spesa per i consumi che indicano una crescita inferiore al potenziale per i prossimi mesi. Tuttavia il settore tecnologico e in particolar modo IA potrebbero continuare a sostenere multipli superiori ai fondamentali ancora per un po’ di tempo.

AZIENDE E SETTORI AD ALTA REDDITIVITA’


Pictet predilige aziende e settori dotati di alta redditività, buona redditività degli utili e basso indebitamento caratteristiche riscontrate in società quality che hanno un buon andamento in contesti di bassa crescita e incertezza. La Svizzera vanta un’elevata concentrazione di aziende di qualità ad esempio tra i produttori di beni di consumo, pertanto Pictet sovrappesa le azioni svizzere. La fase recente del rally di mercato è stata trainata dai titoli growth, nel comparto tecnologico in particolare. Pictet si mantiene neutrale in questo settore. Sui titoli finanziari riducono la posizione di sottopeso, incoraggiati dalla prospettiva di una solida raccolta di proventi dai prodotti creditizi da parte delle grandi banche. Sovrappesati sempre su i servizi di comunicazione, i beni di prima necessità per i quali prevedono una buona performance.
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