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L'analisi

Investimenti ESG, puntare su aziende che hanno più strada da fare: ecco perché

AllianceBernstein spiega perché occorre guardare al di là delle scelte più ovvie in un blog di Jeremy Taylor: le società con criticità ESG in via di risoluzione meritano maggiore attenzione da parte degli investitori

di Virgilio Chelli 9 Agosto 2023 19:00
financialounge -  AllianceBernstein ESG Jeremy Taylor

I fondi azionari sostenibili si tengono di solito alla larga da settori e aziende reputati controversi, ma puntando su quelli in difficoltà con margini di miglioramento gli investitori possono accedere a potenziali fonti di rendimento più diversificate nell’ambito dei portafogli incentrati sulle tematiche ESG. A molti, acquistare azioni di società virtuose appare una scelta ovvia, ma c’è una strada molto meno battuta, che offre accesso a una gamma di società totalmente diversa.

PIU’ ATTENZIONE PER AZIENDE A BASSO RATING ESG


AllianceBernstein spiega che “occorre guardare al di là delle scelte più ovvie in campo ESG” in un blog firmato da Jeremy Taylor, Senior Research Analyst and Portfolio ManagerValue Equities, secondo cui le società con minori rating ESG meritano più attenzione, perché quelle con alti rating, realisticamente, non possono fare molti altri progressi, mentre chi ha punteggi bassi ha anche più margini di miglioramento, il che favorisce anche i rendimenti. Le ricerche di AllianceBernstein mostrano che le azioni di società che hanno avuto una revisione al rialzo del rating ESG nei 12 mesi seguenti hanno sovraperformato l’MSCI All Country dello 0,36%, mentre quelle che hanno subito un ribasso hanno sottoperformato dell’1,33%, ma proprio per questo possono rappresentare una potenziale fonte di rendimenti, per chi è capace di scovarle.

TITOLI CHE SONO ANCHE PARTE DELLA SOLUZIONE


A corroborare quest’approccio sono anche studi accademici, tra cui, Taylor cita quello di Kelly Shue, docente a Yale, secondo Shue disinvestire da società con rating ESG meno buoni è controproducente, perché, causa il maggior costo del capitale, finiscono per preoccuparsi più della sopravvivenza a breve, dedicando così meno attenzione a iniziative di lungo periodo finalizzate al taglio delle emissioni, anche se hanno spesso idee innovative su come ridurre le emissioni, ma hanno anche bisogno di capitali per realizzarle. Le società con maggiori rating sono quelle di settori come energia, materiali e servizi di pubblica utilità, da cui i fondi sostenibili si tengono generalmente alla larga anche se, secondo AllianceBernstein, sono in realtà parte della soluzione. Tra il 2016 e il 2022 l’84% del taglio delle emissioni da parte dalle società dell’indice MSCI è stato infatti messo in atto proprio dai settori dei materiali e dei servizi di pubblica utilità.

ALLA RICERCA DI DUE TIPI DI AZIENDE


Per scovare opportunità ESG ignorate dal mercato, secondo Taylor, gli investitori dovrebbero andare alla ricerca di due tipi di aziende: quelle che hanno sperimentato una revisione al rialzo del rating poco apprezzata e gli “abilitatori trascurati”. L’esperto cita la Graphic Packaging of Atlanta, Georgia, che aveva un rating ESG basso, ma poi a seguito degli sforzi compiuti è stato rivisto al rialzo tre volte e le sue azioni hanno sovraperformato: chi si fosse accorto in anticipo del potenziale miglioramento avrebbe tratto vantaggio. Taylor cita anche la canadese Maple Leaf Foods, che aveva potenziali nascosti in termini di consumo di acqua e efficienza energetica, che quando sono emersi grazie anche all’attività di engagement hanno portato al rialzo del rating ESG.

CI SONO ANCHE SOCIETA’ CHE NON COMPAIONO SUI RADAR


Altre società che contribuiscono alla sostenibilità semplicemente non compaiono sui radar ESG, come il MYR Group di Thornton, in Colorado, che ad avviso di Taylor è invece ben posizionato per trarre vantaggio dall’accelerazione dello sviluppo di parchi solari ed eolici, che richiederanno nuove connessioni con la rete elettrica in grado di spingere al rialzo la domanda dei servizi che offre. Altre aziende offrono prodotti e servizi legati alla transizione verde la cui domanda è destinata ad aumentare. Queste aziende possono offrire anche benefici di diversificazione, poiché i titoli di molte società in via di miglioramento poco apprezzate e di molti “abilitatori trascurati” sono considerati ‘value’, categoria poco rappresentata nei portafogli sostenibili che hanno una predilezione per il ‘growth’.

SERVE UN CAMBIO DI MENTALITA


’Ma per investire in aziende in via di miglioramento sul fronte ESG e in abilitatori occorre un cambio di mentalità, sottolinea in conclusione l’esperto di AllianceBernstein, spiegando che limitarsi a escludere settori e società con emissioni estremamente elevate o bassi punteggi ESG probabilmente non contribuirà ad agevolare la transizione energetica o il raggiungimento di altri obiettivi di sostenibilità.

METTERE IN ATTO I CAMBIAMENTI PIU’ DIFFICILI


Sviluppando tesi d’investimento che vedano nel miglioramento delle caratteristiche ESG un fattore fondamentale per l’acquisizione di rendimenti potenziali, gli investitori possono scoprire nuove strade verso società e azioni in grado di mettere in atto i cambiamenti più difficili per un futuro più sostenibile.
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