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L'analisi

Nell’outlook di metà anno Amundi suggerisce un’asset allocation prudente

Nel secondo semestre del 2023 da privilegiare i titoli di Stato e l’oro agli attivi rischiosi. In prossimità del 2024, il miglioramento dell’outlook sugli utili potrebbe invece offrire l’opportunità di incrementare gli attivi rischiosi

di Leo Campagna 12 Luglio 2023 16:00
financialounge -  Amundi Institute Francesco Sandrini John O’Toole mercati Monica Defend outlook

L’inflazione elevata in un contesto macro-politico restrittivo e di un peggioramento delle dinamiche geopolitiche prospettano una crescita mondiale complessivamente bassa per il 2023. “L’outlook sulla crescita risulta ancora più variegato all’interno delle singole regioni e dei singoli Paesi, tenendo conto che i miglioramenti riflettono più una dinamica a breve termine che non futuri, inattesi sostegni a favore” fa sapere Monica Defend, Head of Amundi Institute.

CAROVITA SUPERIORE AL TARGET FINO A META’ 2024


Nonostante la stretta monetaria, i cui effetti ritardati sull’economia reale si stanno facendo ancora sentire, sembri prossima alla conclusione, le Banche Centrali dovrebbero mantenere ancora per un po’ un orientamento monetario restrittivo: ciò deve indurre a tenere nella corretta considerazione la liquidità. “Prevediamo una crescita anemica in Europa, con il Regno Unito che dovrebbe riuscire a evitare la recessione grazie all’ottimo andamento del mercato del lavoro e ai maggiori introiti fiscali. Le famiglie e le imprese dovrebbero ridurre le spese sia le condizioni più difficili di accesso al credito e sia per l’elevata inflazione. Carovita che, comunque dovrebbe rimanere superiore al target fino a metà 2024 nonostante una crescita inferiore al potenziale” spiega Defend.

UNA LIEVE RECESSIONE USA A PARTIRE DAL QUARTO TRIMESTRE 2023


La manager ammette che la tenuta dell’economia statunitense è discreta ma una lieve recessione a partire dal quarto trimestre del 2023 sembra inevitabile a causa dell’inasprimento delle condizioni di accesso al credito derivanti dalle costanti turbolenze che agitano il settore delle banche regionali e la progressiva trasmissione degli effetti della stretta monetaria all'economia reale. In ogni caso, i prezzi al consumo USA dovrebbero rimanere al di sopra del target per tutto il 2023. Secondo Defend, nei Paesi emergenti, la dinamica macroeconomica complessiva è fragile ma resiliente, soprattutto dove le misure di sostegno da parte dello Stato sono più consistenti.

SI POTREBBERO CREARE PUNTI DI INGRESSO SUI MERCATI AZIONARI


Francesco Sandrini, Head of Multi-Asset Strategies e John O’Toole, Head of Multi-Asset Investment Solutions di Amundi segnalano invece che la recessione degli utili aziendali non ha ancora toccato il fondo. Grazie alla domanda robusta, nel primo trimestre le aziende sono riuscite a trasferire i costi più elevati ai consumatori, ma i profitti del secondo/terzo trimestre non dovrebbero più beneficiare di queste condizioni favorevoli, rispecchiando il peggioramento dell’outlook per i consumatori.
“Siamo convinti che si possa materializzare una lieve recessione che provocherà un deterioramento dei fatturati USA e degli utili per azione. Una dinamica che nei due prossimi trimestri potrebbe innescare una correzione di mercato rispetto ai livelli attuali che, a sua volta, potrebbe creare punti di ingresso sui mercati azionari” riferiscono i due manager.

UN APPROCCIO DIFENSIVO


In termini di asset allocation, Sandrini e O’Toole prediligono un approccio difensivo, con l’oro e la duration tra le asset class preferite e un atteggiamento prudente sugli attivi rischiosi. Guardando invece al 2024, i due manager non escludono una ripresa graduale nel primo semestre sebbene ritengano prematuro ipotizzare un atteggiamento generalizzato di propensione al rischio vista la visibilità limitata sull’impatto cumulativo della stretta monetaria generata tramite l’innalzamento dei tassi di interesse da parte della Fed.

UNO SCENARIO MACROECONOMICO MENO DOLOROSO DEL PREVISTO


Resta il fatto che, nel caso in cui le pressioni inflazionistiche fossero più moderate, le valutazioni attuali potrebbero risultare più sostenibili, delineando uno scenario macroeconomico meno doloroso del previsto, con un impatto positivo sui ricavi societari, che rappresentano il principale motore di qualsiasi recessione da utili. “I margini aziendali dovrebbero beneficiare di una normalizzazione dei prezzi alla produzione e del costo del lavoro, nonché dell’indebolimento del dollaro. I rischi di downside sono legati a un evento del credito e alle sue ripercussioni sulle obbligazioni societarie e sull’intera economia” concludono Sandrini e O’Toole.
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