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L'analisi

Schroders: come El Niño può influenzare l’economia dei mercati emergenti

David Rees, Senior Emerging Markets Economist di Schroders analizza la situazione attuale sui mercati e prevede quali conseguenze potrebbe avere il fenomeno meteorologico che potrebbe abbattersi sull’Oceano Pacifico in inverno

di Anna Patti 11 Luglio 2023 19:00
financialounge -  David Rees El Niño inflazione Schroders

David Rees, Senior Emerging Markets Economist di Schroders, prevede che nei prossimi mesi possa esserci un calo dell’inflazione sui mercati emergenti, dovuto in parte a un’inversione di tendenza dei prezzi degli alimentari che consentirebbe alle banche centrali di iniziare a ridurre i tassi di interesse già quest’anno, migliorando le prospettive di crescita economica nel 2024.

I DATI SULL’INFLAZIONE


Gli indici dell’inflazione sono scesi e i tassi del CPI hanno iniziato a diminuire. L’inversione di tendenza dell’inflazione energetica ha fatto finora la parte del leone, ma l’inflazione alimentare ha iniziato a scendere, mentre anche le pressioni sui prezzi di base stanno iniziando a diminuire. In questo contesto, sembra non mancare molto all’avvio di un ciclo di allentamento nei paesi emergenti. Alcune banche centrali emergenti come Uruguay, Vietnam e Ungheria hanno iniziato a fare passi verso un allentamento. Il calo dell’inflazione e un timido cambiamento nella retorica delle banche centrali suggeriscono che presto anche il Brasile inizi a tagliare i tassi, seguito probabilmente da altri paesi dell’America Latina entro la fine dell’anno.

COME EL NINO PUO’ INFLUENZARE L’ECONOMIA


La possibilità dell’arrivo di El Niño cambia le prospettive, rappresentando una minaccia per la visione di Schroders. Si tratta di un fenomeno meteorologico periodico, osservato in genere ogni due-sette anni, in cui il riscaldamento delle acque marine nell’Oceano Pacifico altera il clima, influenzando le precipitazioni in diversi continenti, in particolare nell’emisfero meridionale. El Niño potrebbe causare alcune interruzioni nella catena di approvvigionamento cha ha già causato un aumento dell’inflazione dei prezzi delle merci durante la pandemia Covid 19. Il fenomeno climatico avrà un impatto anche sull’offerta del mercato globale delle materie prime. Sono già state segnalate forti piogge che hanno interrotto l’estrazione del rame in Cile. Tuttavia, in Asia, un clima più secco e stagioni monsoniche più brevi possono essere positive per l’estrazione di altri metalli e minerali come bauxite, nichel e stagno. El Niño può anche esacerbare i disastri naturali, che negli ultimi anni hanno avuto un impatto sempre più devastante sull’attività globale e sui mercati assicurativi.

L’EFFETTO SUI PREZZI DEGLI ALIMENTARI


I cambiamenti climatici ovviamente rappresentano una minaccia per la produzione agricola. L’esperto di Schroders chiarisce che la siccità può bloccare la produzione, mentre le piogge eccessive possono spazzare via interi raccolti. Un’interruzione della produzione agricola provocherebbe un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari. Mantenendo stabili i prezzi del petrolio, alla fine di un forte El Niño, l’S&P GSCI agriculture and livestock potrebbe aumentare di circa il 40% rispetto ai livelli attuali verso la fine dell’anno, mentre un El Niño molto forte potrebbe far salire i prezzi di oltre il 50%. E’ possibile che, dopo un forte calo fino alla fine dell’anno, l’inflazione alimentare media degli emergenti rapidamente rimbalzi a due cifre nel 2024. A parità di condizioni, un’inflazione alimentare più elevata comporterebbe una nuova compressione dei redditi reali a scapito dei beni non alimentari e lascerebbe meno spazio alle banche centrali per abbassare i tassi di interesse. Pertanto, El Niño rappresenta un rischio di stagflazione per le previsioni sugli emergenti.

LE ECONOMIE MAGGIORMENTE COLPITE


Tra le economie maggiormente colpite potrebbe esserci il Brasile, secondo David Rees, le esportazioni nette di prodotti alimentari equivalgono a circa il 5% del Pil ed è notevole che le oscillazioni dell’ONI (l'Indice del Niño Oceanico prodotto dalla National Oceanic and Atmospheric Administration del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, che misura le variazioni della temperatura dell'acqua nell'Oceano Pacifico) siano diventate ben correlate alla crescita del Pil. Ciò sembra suggerire che, mentre la produzione agricola eccezionale ha garantito all’economia brasiliana una crescita più rapida del previsto nei primi mesi del 2023, questo sostegno potrebbe subire un’inversione di tendenza nei prossimi mesi se le condizioni di El Niño si intensificassero. Gli importatori di prodotti alimentari si troveranno ad affrintare prezzi più alti e a dover scegliere se finanziare deficit commerciali più ampi o tagliare le importazioni di altri beni con una conseguente riduzione della domanda interna e quindi della crescita complessiva del Pil. Anche l'inflazione alimentare aumenterebbe.

LE MOSSE DELLE BANCHE CENTRALI


La maggior parte delle banche centrali dei paesi emergenti è pronta a tagliare i tassi nell’anno a venire. Brasile, Colombia e Cile, tre economie direttamente colpite da El Niño, sono quotate per tagliare i tassi di 350-600 punti base nei prossimi 12 mesi - il che significa che eventi atmosferici legati a El Niño relativamente forti potrebbero avere un certo impatto sui mercati finanziari. Dopotutto, a differenza dei mercati sviluppati, dove i policymaker tendono a non considerare gli effetti delle materie prime e a concentrarsi sull’inflazione core, le banche centrali emergenti sono storicamente sensibili ai movimenti dell’inflazione alimentare.

MAGGIORI VULNERABILITA’ NEI PAESI DELL’EUROPA CENTRALE


In conclusione ritiene l’esperto di Schroders le maggiori vulnerabilità sembrano essere nei paesi dell’Europa centrale e orientale (PECO), dove i prodotti alimentari rappresentano un’ampia quota del paniere del CPI e i mercati sembrano prevedere tassi reali negativi. Anche l’India, dove i prodotti alimentari rappresentano circa la metà del paniere CPI e le condizioni di siccità solleverebbero grossi dubbi sulla capacità del suo vasto settore agricolo di produrre cibo a sufficienza.
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