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L'analisi

Invecchiamento della popolazione sfida anche per i Paesi Emergenti: le implicazioni di portafoglio

PGIM Fixed Income in un’analisi di Giancarlo Perasso delinea un quadro differenziato che vede la Cina in transizione storica: l’importanza delle politiche fiscali per fronteggiare il problema, il ruolo degli investimenti

di Virgilio Chelli 7 Luglio 2023 10:17
financialounge -  Giancarlo Perasso Invecchiamento della popolazione mercati mercati emergenti PGIM Fixed Income

I Paesi Emergenti rimarranno "più giovani" in termini relativi rispetto a quelli industrializzati, ma sono destinati a un rapido invecchiamento per i livelli di ricchezza e risorse finanziarie molto più basse. Alcuni come la Cina hanno già un debito elevato e si prevede una crescita della dipendenza in futuro, che la pone in una situazione fiscale sempre più precaria. Le dinamiche demografiche pongono sfide fiscali significative sia ai Paesi in via di "invecchiamento" che per quelli in via di "ringiovanimento". Per i primi la prudenza fiscale, insieme alle riforme, è giustificata per garantire la sostenibilità dei sistemi pensionistici e sanitari e rassicurare gli investitori a lungo termine. Per gli altri invece le sfide sono differenti: per trarre vantaggio da una popolazione giovane in rapida crescita è necessario investire in istruzione e formazione per garantire l'inclusione economica dei giovani, aumentare la produttività e raggiungere una crescita equilibrata.

TRA INVECCHIAMENTO E RINGIOVANIMENTO


Sono le indicazioni di PGIM Fixed Income in un’analisi su “Invecchiamento e ringiovanimento demografico nei Paesi emergenti” firmata da Giancarlo Perasso, Lead Economist, CEEMEA. L'anno scorso ha fatto notizia la Cina dove i decessi hanno superato le nascite per la prima volta in sei decenni, mentre è stata prestata molta meno attenzione al fenomeno dell'invecchiamento di altri Paesi Emergenti, dove si prevede che la popolazione di 65 anni e oltre quasi raddoppierà nei prossimi due decenni.

IL TEMA CHIAVE DELLA PRESSIONE FISCALE


Perasso nota che se i tassi di fertilità dovessero scendere sotto il “livello di sostituzione”, sia la dimensione della popolazione, sia l'offerta di lavoro si ridurranno. I cittadini in età lavorativa sono molto più propensi a partecipare alla forza lavoro e a pagare le tasse che finanziano i servizi sociali, mentre una forza lavoro più ridotta implica minor gettito e maggior pressione sui sistemi pensionistici, sulla spesa sanitaria e sui bilanci pubblici. Senza aumento della produttività, una forza lavoro ridotta non può sostenere lo stesso livello di crescita e sarà responsabile del mantenimento di una più ampia popolazione non autosufficiente fatta di bambini e anziani. Tutte dinamiche che si traducono in maggior pressione fiscale, poiché la spesa sociale deve aumentare a fronte di un calo delle entrate.

GLI INDICI DI DIPENDENZA


I Mercati Emergenti rimarranno "più giovani" in termini relativi ma sono destinati a subire un rapido invecchiamento per livelli di ricchezza e risorse finanziarie molto più bassi. Per individuare i rischi più pronunciati, l’esperto di PGIM analizza gli “indici di dipendenza”: i Paesi che hanno già un debito elevato vanno verso una crescita della dipendenza in futuro, il che li pone in una situazione fiscale sempre più precaria. La Cina si trova in quest’area. Altri devono affrontare pressioni demografiche simili ma partono da profili di debito molto più favorevoli e, dispongono di maggiori riserve per finanziare la spesa sociale.

SEMPRE MENO IN BILANCIAMENTO DEMOGRAFICO POSITIVO


Il Kuwait si distingue come un'eccezione di rilievo grazie a una popolazione ridotta e una politica fiscale lungimirante che consente l'accumulo di asset nel fondo sovrano, mentre anche una maggior immigrazione potrebbe ridurre la dipendenza. Tutti i Paesi Emergenti vedranno l'invecchiamento accentuarsi nei prossimi due decenni, ma solo alcuni saranno ancora in bilanciamento demografico positivo. Nel campione di PGIM sono pochi i Paesi in cui si prevede una crescita della popolazione infantile, concentrati soprattutto nell'Africa subsahariana, con qualche altro in Asia centrale e meridionale. Ma anche in questo piccolo sottoinsieme, solo circa la metà ha previsioni di crescita della popolazione infantile tali da superare quella "invecchiata", ad esempio, dall'Angola all'Iraq.

L’IMPATTO SUI TIPI DI RISCHIO DI PORTAFOGLIO


Perasso sottolinea che le dinamiche demografiche pongono sfide fiscali significative sia per i Paesi in via di "invecchiamento" che per quelli in via di "ringiovanimento", e questo influenza il posizionamento degli investimenti e i tipi di rischio assunti dai portafogli. Per i Paesi con invecchiamento, soprattutto quelli con alto debito elevato e alto tasso di dipendenza, la prudenza fiscale, insieme alle riforme, è giustificata per garantire la sostenibilità dei sistemi pensionistici e sanitari e per rassicurare gli investitori a lungo termine.

FONDAMENTALE L’IMPEGNO DI CREDITORI E ISTITUZIONI FINANZIARIE


Per gli altri invece, le sfide sono differenti. Per trarre vantaggio da una popolazione giovane in rapida crescita è necessario investire in istruzione e formazione per garantire l'inclusione economica, aumentare la produttività e raggiungere una crescita equilibrata. Per i Paesi con un debito/PIL già elevato lo spazio è limitato e gli stanziamenti fiscali per l'istruzione sono spesso i primi a essere tagliati per perseguire l'aggiustamento. In questi casi, l’esperto di PGIM ritiene che l'impegno dei creditori e delle istituzioni finanziarie internazionali sia fondamentale, tanto per adottare le giuste politiche quanto per indurre gli investimenti a finanziare la crescita.
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