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Asset allocation e mercati

L’asset allocation di Invesco per navigare l’incertezza di economie e mercati

Paul Jackson, Global Head of Asset Allocation Research di Invesco, ha illustrato l’outlook per il terzo trimestre. Focus su crescita, inflazione, banche centrali e possibile recessione

di Antonio Cardarelli 28 Giugno 2023 14:06
financialounge -  Invesco Paul Jackson

In quale fase del ciclo economico ci troviamo? Dobbiamo attenderci una recessione? E soprattutto: qual è l’asset allocation più indicata per questo momento storico? Sono alcuni dei temi affrontati da Paul Jackson, Global Head of Asset Allocation Research di Invesco presentando “The Big Picture” per il terzo trimestre 2023. Un’analisi significativa già a partire dal titolo: “A toe in the water”, ovvero un dito nell’acqua per testare la temperatura prima di immergersi… e investire.

GLI INDIZI DI UNA POSSIBILE RECESSIONE


Una scelta non semplice, visto che i principali indicatori economici segnalano una contrazione che, secondo Jackson, non è detto che debba per forza sfociare in una recessione. In questa fase del ciclo economico gli asset difensivi sono favoriti, a cominciare dai titoli governativi, ma l’esperto di Invesco vede comunque la possibilità di una transizione verso la ripresa, che a livello di asset potrebbe cambiare le carte in tavola. Paul Jackson invita a osservare l’andamento della massa monetaria per capire la direzione dell’economia globale, e dall’M2 Usa in territorio negativo si evince un rallentamento della crescita, confermato anche da un calo delle esportazioni e degli utili aziendali. Un altro indizio che punta verso una possibile recessione, spiega l’esperto di Invesco, è il calo degli investimenti industriali.

LE SCELTE DELLE BANCHE CENTRALI


Guardando invece agli indici ISM Usa, si nota come i servizi stiano seguendo il calo già registrato dal manifatturiero. Un calo dovuto al fatto che i risparmi accumulati durante la pandemia sono ormai stati erosi dalle spese sostenute. Ma in questa serie di indici negativi, fa notare Paul Jackson, c’è una notizia potenzialmente positiva: il calo dell’inflazione, che tanto sta facendo penare le banche centrali, determinate a combatterla a colpi di rialzi dei tassi. “I prezzi delle materie prime stanno già scendendo e l’inflazione tendenziale, a mio avviso, continuerà a scendere come sta facendo negli Usa”, ha spiegato Jackson. Lo stesso Jackson, che sottolinea come la stabilità dell’inflazione sia un punto fondamentale per le banche centrali, fin troppo prese dall’obiettivo complicato di portare il carovita intorno al 2%, ricorda che all’appello mancano ancora i rialzi delle banche centrali di Giappone e Cina. Quest’ultima, inoltre, è ancora impegnata nell’allentamento per favorire la ripartenza economica. “I governi hanno creato la torta dell’inflazione per proteggere il potere d’acquisto delle famiglie, poi la guerra scatenata da Putin ci ha messo la ciliegina provocando un rialzo dei prezzi delle materie prime energetiche”, ha commentato Jackson.


Paul Jackson

L’ASSET ALLOCATION DI INVESCO


Passando all’asset allocation, Paul Jackson ha sottolineato come attualmente il portafoglio sia più difensivo, ma con alcune scelte di tipo moderatamente aggressivo. Per esempio, pur essendo sottopesato sull’azionario, l’allocazione geografica punta prevalentemente sui mercati emergenti e sulla Cina, dove secondo l’esperto di Invesco lo scetticismo generale sta schiudendo opportunità interessanti. L’investimento nell’oro, dopo la corsa degli ultimi mesi, è stato ora azzerato a favore di un sovrappeso nel cash (altro elemento tipicamente difensivo), così come è stata aumentata l’esposizione ai bond, soprattutto investment grade, con una copertura sullo yen (che potrebbe salire rispetto al dollaro) in previsione di un possibile aumento dei tassi da parte della Banca centrale del Giappone e di un taglio dei tassi della Fed. Sulle materie prime la view è negativa, in accordo con quella ribassista sull’economia globale. Infine, interpellato sulla prossima possibile bolla, Jackson ha sottolineato come l’intelligenza artificiale possa avere le caratteristiche giuste per esserlo – a cominciare da una certa visione “mistica” del tema – ma che allo stesso tempo la mancanza di accesso facile al credito sia un deterrente.
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