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Sostenibilità

LGIM rafforza l’impegno contro il cambiamento climatico, 5.000 imprese coinvolte

I risultati del Climate Impact Pledge, programma di engagement che l’asset manager inglese conduce con imprese di settori critici per la lotta ai cambiamenti climatici. Sono 14 le aziende soggette a disinvestimento

di Virgilio Chelli 17 Giugno 2023 12:00
financialounge -  economia ESG invesitmenti sostenibili Legal & General Investment Management Michael Marks

Legal & General Investment Management (LGIM) rende noti i risultati del suo Climate Impact Pledge, il programma di engagement che l’asset manager inglese conduce con numerose imprese attive in settori critici per la lotta ai cambiamenti climatici. Il programma ora coinvolge oltre 5.000 imprese critiche, e nella stagione assembleare del 2023, ben 342 imprese sono state soggette a sanzioni di voto per i bassi standard climatici. Sono diventate 14, con due aggiunte, le imprese soggette a disinvestimento per aver fallito gli obiettivi chiesti da LGIM, mentre per i progressi registrati, China Mengniu Dairy è stata rimossa degli esclusi, che comprende imprese con asset totali di 158 miliardi di dollari, mentre Oil & Gas, bancario, assicurativo e immobiliare restano i settori più arretrati.

PLEDGE ALLARGATO A 5.000 AZIENDE IN 20 SETTORI


Poiché il tempo per evitare che l’innalzamento delle temperature 1,5°C si sta esaurendo, LGIM ha deciso di estendere l’applicazione del Pledge a un numero maggiore di imprese, spingendole a fare di più in tema ambientale attraverso sanzioni di voto o di investimento. Attualmente, le 5.000 imprese che rientrano nel programma operano in 20 settori critici. Solo l’anno scorso il Climate Impact Pledge comprendeva circa 1.000 società in 15 settori. L’espansione del programma ha portato LGIM a identificare 299 realtà aziendali che potrebbero essere soggette a sanzioni di voto, non avendo raggiunto gli standard minimi nella lotta ai cambiamenti climatici.

L’AZIONE SULLE IMPRESE ‘DIAL MOVER’


LGIM ha anche identificato 105 società “dial mover”, con cui ha intrapreso attività di engagement più mirate. Sono imprese selezionate sia per la dimensione, sia per le potenzialità per incentivare le azioni a favore del clima. Le attività di engagement sono su base annuale e, in assenza dei cambiamenti che LGIM chiede, possono portare a sanzioni di voto o, nel caso di fondi, al disinvestimento. Infine, LGIM applicherà sanzioni di voto contro 43 dial mover, tra i quali vi sono anche le società della lista degli esclusi.

DISINVESTIMENTI MA ANCHE REINTRAZIONI


Sono 14 le società da cui LGIM ha disinvestito, di cui 12 già presenti dagli scorsi anni (AIG, China Construction Bank, China Resources Cement, Exxon Mobil, Hormel, Industrial Commercial Bank of China, Invitation Homes, KEPCO, Loblaw, MetLife, PPL e Sysco), mentre Air China e COSCO Shipping Holdings si sono aggiunte quest’anno. Al contrario, China Mengniu Dairy è stata reintegrata dopo che si è dotata di una politica sulla deforestazione, si sta impegnando per la carbon neutrality entro il 2050 e ha rispettato quanto stabilito da LGIM.

MAI COME ORA È UN MOMENTO CRUCIALE


Michael Marks, Head of Investment Stewardship di LGIM, ha sottolineato la necessità sempre più urgente che le imprese prendano provvedimenti e come sia essenziale che gli investitori continuino a intensificare l’impegno per il clima, spingendo le imprese ad essere più ambiziose e portatrici di cambiamenti positivi, esattamente come LGIM sta facendo. Secondo il CEO di LGIM, Michelle Scrimgeour, “non c’è mai stato un momento più cruciale” per affrontare la sfida dei cambiamenti climatici, ma ha rilevato che dopo un anno di sconvolgimenti geopolitici ed economici gli sforzi per la transizione energetica stanno vacillando. Per questo policymaker, investitori e leader di settore devono utilizzare ogni strumento per mitigare il rischio posto dal cambiamento climatico, e ogni segmento dell'economia globale deve adeguarsi.

OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE E ‘LINEE ROSSE’


LGIM non solo ha aumentato la portata del suo Pledge, ma anche le aspettative che racchiude, andandosi a concentrare con maggior forza sul legame tra zero emissioni nette e preservazione della biodiversità e sulle attività di lobbying. Le aspettative sui dial-mover includono: ambiziosi e certificati obiettivi per raggiungere il net-zero, descrizione accurata da parte delle imprese di azioni e investimenti dei piani per il net-zero, allineamento della retribuzione del top management agli obiettivi sulle emissioni, raggiungimento di quanto previsto dall’Accordo di Parigi sul quale LGIM ha creato una “linea rossa” per ogni settore.

EU E UK LEADER, PROGRESSI IN ASIA, USA INDIETRO


LGIM sottolinea anche che nei settori in cui la transizione può portare a implicazioni sociali, le imprese devono incorporare una “transizione giusta” nella decarbonizzazione. Secondo il Pledge, l’Oil & Gas non ha raggiunto gli standard minimi di LGIM, mentre i settori critici per il clima sono passati da 15 a 20, includendo silvicoltura, poltiglia per carta, alluminio, vetro e le multi-utility. A livello geografico, Europa e UK sono leader per obiettivi, con forti miglioramenti in Asia soprattutto per le imprese coreane e cinesi, seguite dal Giappone. Anche gli USA hanno migliorato il punteggio ma restano tra le aree che continuano a segnare i progressi più contenuti.
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