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L'analisi

abrdn: positivi sui bond cinesi

Edmund Goh, Head of Fixed Income, China di abrdn, spiega che bassa crescita e bassa inflazione potrebbero avvantaggiare i titoli di Stato cinesi

di Anna Patti 1 Giugno 2023 19:00
financialounge -  abrdn Edmund Goh titoli di stato cinesi

Dopo la riapertura l’economia cinese ha mostrato segnali di miglioramento. Il settore dei servizi ha registrato una decisa ripresa rispetto allo scorso anno e anche i mercati immobiliari si sono stabilizzati con una ripresa sia del volume di vendita che dei prezzi delle transizioni.

LE RAGIONI PER ESSERE POSITIVI


I dati macroeconomici cinesi sono stati deludenti quest’anno. Il governo cinese sta prendendo tempo su forti misure di stimolo ma al momento è previsto un graduale allentamento della politica monetaria. Ci sono molte ragioni, secondo Edmund Goh, Head of Fixed Income – China di abrdn, per essere positivi sui titoli di Stato cinesi e le obbligazioni di credito ad alto rating soprattutto per la bassa correlazione tra questa classe di attivi e gran parte degli eventi dei mercati globali. Se i dati su crescita e inflazione continueranno a deludere e la People’s Bank Of China sarà costretta a ridurre ulteriormente i tassi d’interesse, potrebbero registrarsi delle plusvalenze su queste obbligazioni.

I BENEFICI DELLA BASSA CRESCITA


L’economia cinese sembra andare verso una fase di bassa crescita, ci si aspetta che la crescita annuale sia inferior al 5% nei prossimi anni. La nuova leadership del Pese, sotto la guida di Xi, sembra non voler scegliere la soluzione rapida del rilancio del mercato immobiliare per stimolare l’economia. Soluzione questa più prudente perchè la Cina è ancora alle prese con I problem causati dall’eccessiva leva finanziaria del passato.

I TITOLI DI STATO CINESI


Negli ultimi 5 anni, I titoli di Stato cinesi sono stati un buon diversificatore contro la volatilità dei mercati globali. La banca centrale cinese ha una politica piuttosto prevedibile ed è solita apportare piccoli ritocchi incrementali ai tassi d'interesse e alle condizioni di liquidità del credito, sulla base dei dati in arrivo, piuttosto che riservare grandi sorprese al mercato. Per queste ragioni l’esperto di abrdn ritiene che quest’anno si avrà una domanda di investimenti debole con le banche che faticheranno a trovare prestiti di buona qualità da erogare. A trarne vantaggio sarà il credito high grade perché gli istituti finanziari si orienteranno verso nomi più sicuri in grado di offrire un extra rendimento senza assumere eccessivi rischi di insolvenza.

BASSA INFLAZIONE


La Cina non ha dovuto affrontare l’elevata inflazione che si è verificata a livello globale perché non ha erogato sussidi durante gli anni della pandemia. Il paese, inoltre, ha un eccesso di manodopera disponibile, con un tasso di disoccupazione giovanile pari al 20,4% ad aprile, e quindi non vi è motivo di aumentare i salari. La situazione consente di tagliare i tassi senza doversi preoccupare di far salire l’inflazione. Questa posizione unica avvantaggerebbe le obbligazioni cinesi onshore, poiché il valore delle obbligazioni aumenta quando i tassi d'interesse scendono.

SOLIDITA’ DELL’EXPORT


Nonostante le tensioni geopolitiche che hanno caratterizzato i rapporti tra USA, Unione Europea e Cina, quest’ultima rimarrà un forte esportatore anche in futuro. Il mondo non potrebbe sganciarsi dalla Cina senza innescare una depressione economica globale. La Cina è radicata in molte catene di fornitura globali perché, nel corso degli anni, ha stabilito vantaggi strutturali nella sua industria manifatturiera ed è quindi destinata a confermare questa posizione.

PROSPETTIVE FUTURE


La bilancia dei pagamenti continua a essere positiva per la Cina anche per il futuro. con un forte avanzo della bilancia commerciale e un rigoroso regime di controllo dei capitali, che assicurano un avanzo netto. Ciò dovrebbe sostenere la forza del renminbi nel lungo periodo.

LA CINA IMPORTANTE ATTORE GLOBALE ANCHE IN FUTURO


Come sottolinea Edmund Goh, Head of Fixed IncomeChina di abrdn, le tensioni tra la Cina e gli altri Paesi permarranno anche in futuro. Questo perchè la Cina non è autosufficiente in termini di energia o di microchip, né ha il controllo del sistema finanziario globale. Si tratta di punti critici che minacciano la propria sicurezza nazionale, e gli Stati Uniti e i loro alleati ne sono consapevoli. Nonostante gli ingenti investimenti effettuati nell'industria dei semiconduttori, almeno nel breve periodo, la Cina sarà costretta a continuare a importare chip. Un conflitto armato tra la Cina, gli Stati Uniti e i loro alleati è altamente improbabile. È probabile invece che questi Paesi cerchino di mettere in atto strategie che consentano loro di ottenere un vantaggio maggiore senza essere coinvolti in una distruzione reciprocamente assicurata in caso di guerra.
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