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Mercati emergenti

DPAM vede una congiuntura favorevole per un brillante 2023 per il debito emergente

Valutazioni convenienti, carry elevato, valute favorevoli e bassa presenza di investitori esteri costituiscono, secondo l’analisi di Michaël Vander Elst (DPAM), incoraggianti premesse per l’asset class

di Leo Campagna 10 Maggio 2023 09:21
financialounge -  debito emergente Degroof Petercam Asset Management mercati emergenti Michael Vander Elst

I livelli di rendimento assoluto dei titoli sovrani dei mercati emergenti sono ai massimi pluriennali. Rendimenti superiori all'8,25%, che generano flussi mensili di reddito (carry) di 70 punti base (0,70%). “Valutazioni convenienti, carry elevato, valute favorevoli e bassa presenza di investitori esteri: gli astri sono allineati per un brillante 2023 per il debito emergente” fa sapere Michaël Vander Elst, Fund Manager Emerging Market Debt – Mercati Emergenti Hard Currency di Degroof Petercam Asset Management (DPAM) che, per quanti preferissero evitare i rischi di cambio, suggerisce una strategia sostenibile in valuta forte.

UN’ASSET CLASS CHE VANTA UNA SOLIDA SITUAZIONE


Le convinzioni del manager poggiano sulla solida situazione che vanta oggi l’asset class. Molte banche centrali emergenti, per mantenere i flussi di investimenti diretti esteri nel paese e preservare il valore della valuta, hanno iniziato ad effettuare rialzi con largo anticipo rispetto a quelle dei mercati sviluppati. “Il ciclo di rialzi senza precedenti che ne è seguito ha ripristinato il buffer storico dei tassi reali. Con una maggiore chiarezza sui tassi terminali della FED, ora prezzata dai mercati, è probabile che la forza del dollaro USA si riduca, sostenendo a sua volta le valute dei Paesi in via di sviluppo” spiega Vander Elst.

I RISCHI ALL’ORIZZONTE PER I MERCATI EMERGENTI


Per quanto riguarda invece i potenziali rischi all’orizzonte per i mercati emergenti, il manager di DPAM ammette che il fatto di affrontare tre congiunture difficili come la pandemia, la crisi alimentare e la guerra in Ucraina, in tempi così ravvicinati, ha avuto un impatto sulle finanze di molti Paesi emergenti. Anche i Paesi ricchi di risorse e materie prime hanno beneficiato poco dell'impennata dei prezzi, dal momento che le entrate supplementari sono state utilizzate per sostenere la parte più povera della popolazione.

UN FILTRO DI SOSTENIBILITÀ NEL PROCESSO DI INVESTIMENTO


“Riteniamo tuttavia che la diversificazione globale offerta da questa asset class permetta agli investitori di beneficiare di un’ottima protezione contro circostanze impreviste come tensioni geopolitiche e rischi pandemici. Inoltre, non dimentichiamo la crescente importanza delle economie emergenti nel commercio globale” sottolinea il manager di DPAM che poi segnala come l'aggiunta di un filtro di sostenibilità al processo di investimento conferisca un'ulteriore dimensione e profondità all’analisi.

UNA STRUTTURA DI QUALITÀ


“Istituzioni deboli e un governo polarizzato possono avere un impatto importante sulla performance macroeconomica e persino influire sulla probabilità di default del debito sovrano. Alla luce dell'elevata correlazione tra i Paesi con un elevato punteggio ESG nel modello e il rating finanziario del Paese, il nostro approccio di investire almeno il 40% del patrimonio in gestione nel primo 25% dei Paesi in classifica, crea una struttura di qualità, ha un impatto positivo sulla volatilità e limita il rischio di drawdown per l'investitore” rivela Vander Elst.

LA STESSA STRATEGIA MA IN VALUTA FORTE


Dieci anni fa DPAM ha lanciato la strategia Mercati Emergenti sostenibile in valuta locale che mira a sfruttare la solida crescita a lungo termine dei mercati emergenti, basandosi su un approccio di investimento sostenibile. “L’obiettivo è offrire rendimenti, corretti per il rischio, superiori all'universo del debito sovrano dei mercati emergenti in valuta locale applicando uno screening di sostenibilità. Un modello che, a fine 2022, abbiamo deciso di replicare anche in valuta forte, mantenendo l'universo ammissibile definito dal modello di screening della sostenibilità di cui abbiamo parlato. Questo ci consente di investire in queste economie senza esposizione al cambio” specifica Vander Elst.

SYNCICAP, JOINT VENTURE A HONG KONG


Per il futuro, DPAM intende posizionarsi come partner di riferimento per le strategie obbligazionarie mercati emergenti anche grazie a investimenti nella ricerca e in aree geografiche ancora poco esplorate come il continente asiatico. “In quest’ottica, abbiamo sviluppato Syncicap, una joint venture a Hong Kong con un altro asset manager, una porta d'accesso al mercato asiatico, che mira a consentirci scelte di selezione sempre più consapevoli e dettate da una vasta conoscenza dei mercati” conclude Vander Elst.
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