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L'outlook

Pictet AM: Cina, energia, occupazione e credito sono i quattro punti cardinali del 2023

Andrea Delitala, head of Euro multi asset e Marco Piersimoni, senior investment Manager di Pictet Asset Management, vedono rientrato l’allarme recessione ma restano stime molto diverse sul ritmo della crescita

di Virgilio Chelli 4 Maggio 2023 13:03
financialounge -  Andrea Delitala Pictet Asset Management

L’allarme recessione sembra quasi rientrato, ma resta la divergenza delle previsioni: la Fed stima un Pil 2023 al +0,4%, mentre il Fmi arriva all’1,6%. Tre elementi di ottimismo dovrebbero comunque dare direzione alla crescita: le conseguenze positive della riapertura cinese, il raffreddamento dei costi energetici europei e l’evoluzione della politica monetaria Usa. Un quarto elemento è però la nuova potenziale instabilità finanziaria messa in luce dalla crisi delle banche americane

I QUATTRO PUNTI CARDINALI DEL 2023


Andrea Delitala, head of Euro multi asset e Marco Piersimoni, senior investment manager di Pictet Asset Management, indicano in Cina, energia, occupazione e credito i quattro punti cardinali del 2023, sottolineando che le stime sul gigante asiatico si stanno adeguando al rialzo, mentre in Europa il focus resta sull’inflazione, con la crisi bancaria di marzo che ha messo in evidenza i rischi di una stretta monetaria eccessivamente rapida ed aggressiva da parte delle banche centrali, pari a 475 punti base di rialzi sull’orizzonte di un anno nel caso della Fed.

ALLARME RECESSIONE QUASI RIENTRATO


Basandosi su una serie di parametri allargati, i due esperti di Pictet AM ritengono che l’allarme recessione sia quasi rientrato in un contesto inflattivo del tutto inedito, caratterizzato da un picco post-pandemico in via di riassorbimento, con ripercussioni sul sentiero dei tassi. La normalizzazione per ora non ha scalfito l’ottimismo sulla crescita USA e delle economie sviluppate, ma è aumentata la difficoltà di lettura della crisi bancaria statunitense, che si riflette nella dicotomia delle previsioni. Dopo un primo trimestre intenso, la geografia dell’Outlook di Pictet AM si conferma disegnata da Cina, inflazione da energia in Europa, e credito, con qualche considerazione per i recenti sviluppi sulla stabilità del sistema bancario sia in Usa che in Europa, dopo i casi di Silicon Valley Bank, Signature Bank e Credit Suisse.

LA RIPARTENZA CINESE PUO’ SPINGERE LA CRESCITA GLOBALE


Secondo Delitala e Piersimoni la ripartenza della Cina può imprimere una diversa evoluzione al 2023 in termini di impatto sulla crescita globale anche perché sta avvenendo attraverso il canale del commercio con i principali partner e i paesi vicini come Singapore, Vietnam, Thailandia e Taiwan. Import e turismo hanno un impatto rilevantissimo sul Pil: l’effetto combinato di un aumento del 10% dell’import e una normalizzazione dei flussi solo verso Singapore corrisponde ad un aumento del +2,5% e considerando il Vietnam si avrebbe un +2,4%, mentre sarebbe poco sopra il 2,2% per Thailandia e Taiwan. Tutti dati non ancora riflessi sul mercato.

EUROPA SOTTO PRESSIONE PER I CAMBIAMENTI GEOPOLITICI


In Europa il 2023 è iniziato con qualche certezza in più sul fronte energetico, ma il modello economico resta sotto pressione per i pervasivi sviluppi geopolitici e nuovi equilibri destinati a riflettere maggior multilateralità, mentre la de-globalizzazione. L’attenzione rimane sull’evoluzione dell’inflazione, con la voce imputabile all’energia in calo ma con alcune componenti, come gli alimentari, che incorporano gli effetti delle aspettative crescenti di costo, e a differenza degli Usa permane ancora l'effetto del rialzo del prezzo del gas.

MERCATO DEL LAVORO USA, COME USCIRE DALL’IMPASSE


Negli Usa il tema è un mercato del lavoro surriscaldato, dove mancano all’appello 3,5 milioni di lavoratori rispetto alla linea di tendenza causa pensionamenti, calo dell'immigrazione e decessi da Covid. Il risultato è che per ogni disoccupato ci sono 1,7 posti disponibili, mentre il rapporto dovrebbe avvicinarsi a 1 per far convergere la crescita salariale verso il 3,5% sostenibile anche secondo la Fed. Secondo i due esperti di Pictet AM l’impasse può essere superata in tre modi: riduzione della domanda delle aziende, aumento dell'offerta di lavoro o una dolorosa flessione dell'occupazione, che appare molto poco probabile.

CRISI BANCARIE, VERSO LA NORMALIZZAZIONE DOPO LO SHOCK


Infine, la stabilità del sistema bancario sulle due sponde dell’Atlantico, che ha generato una crisi di fiducia. Dopo lo shock iniziale, la situazione ha ripreso rapidamente a normalizzarsi, spostando il focus dalla sostenibilità delle banche al tema della redditività e della qualità del credito. Secondo Delitala e Piersimoni gli elementi da monitorare sono l'andamento dei depositi e l'impatto sulla redditività, l'erogazione dei prestiti e l'aumento della rischiosità del credito, e il rischio di nuova regolamentazione. L’impatto del rialzo dei tassi è abbastanza sostenibile mentre le trimestrali mostrano una divergenza tra banche grandi e più piccole, che stanno invece soffrendo, con un impatto sulla redditività, che potrebbe riversarsi anche sull'economia con un nuovo credit crunch.

STRETTA MONETARIA ECCESSIVAMENTE RAPIDA DELLA FED


La crisi bancaria di marzo, sottolineano in conclusione i due esperti di Pictet AM, ha messo in evidenza le implicazioni e i rischi di una campagna di stretta monetaria eccessivamente rapida ed aggressiva da parte delle banche centrali, pari a 475 punti base di rialzi sull’orizzonte di un anno nel caso della Fed.
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